mercoledì 10 giugno 2015

DAL JOBS ACT A “LA BUONA SCUOLA” SECONDO RENZI - Renato Caputo



 ...sviluppando l’analisi di Adam Smith, anche l’altro padre nobile dell’economia liberale, David Ricardo, già agli albori del diciannovesimo secolo non poteva più dare credito alla tesi mitologico-religiosa della mano invisibile delle leggi del mercato le quali, lasciate liberamente operare, avrebbero automaticamente risolto ogni squilibrio. Tanto più che le contraddizioni dell’economia capitalistica continuavano ad aumentare insieme allo sviluppo della moderna plebe. 

 Ciò porta Ricardo alla celebre tesi che la ricchezza sociale è come una torta – la cui grandezza è data in una certa epoca storica – che deve essere spartita fra le tre componenti fondamentali della società capitalista: i rentiers, i capitalisti e i lavoratori salariati.

 Dunque la parte della ricchezza sociale di cui si appropriano i lavoratori è necessariamente inversamente proporzionale a quella che si intascano i rentiers – oggi essenzialmente i finanzieri – e i capitalisti, con buona pace degli odierni cantori della concertazione e del comune interesse nazionale.


 È, dunque, il conflitto sociale e non la presunta concertazione a decidere come verrà spartita la torta e se si lascia fare alle leggi del mercato ad avere la meglio saranno sempre coloro che possono permettersi di acquistare la forza-lavoro e non coloro che sono costretti a vendere, perché i primi possono attendere di trovare i migliori offerenti, mentre i secondi hanno la necessità immediata e assoluta di vendere, pena l’impossibilità di riprodursi come classe sociale. 

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