Philip Giraldi, Ph.D., Executive Director of the Council for the National Interest.
Continua l’orribile trattamento del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, e molti osservatori citano il suo caso come sintomatico della trasformazione in "stato di polizia" sia degli Stati Uniti che dell’Europa, dove il primato della legge viene subordinato all'opportunità politica
Julian Assange è stato il fondatore e caporedattore del controverso sito di notizie e informazioni WikiLeaks. Come dice il suo nome, dopo il 2006 il sito è diventato famoso, e anche molto, per la pubblicazione di materiali che gli venivano passati da funzionari del governo e da altre fonti, convinte si trattasse di informazioni utili al pubblico, ma che non sarebbero state probabilmente accettate dai media mainstream, che sono diventati sempre più timidi e dipendenti da logiche aziendali.
WikiLeaks
è diventato noto a un pubblico globale nel 2010, quando ottenne da
Bradley Manning, un soldato dell’esercito statunitense, una grande
quantità di documenti classificati relativi alle varie guerre che
gli Stati Uniti stavano combattendo in Asia. Parte del materiale
riguardava fatti che potrebbero essere considerati crimini di guerra.
WikiLeaks
è tornato in prima pagina nei giornali durante le elezioni
presidenziali del 2016, quando il sito web ha pubblicato le e-mail
della candidata Hillary Clinton e del responsabile della sua
campagna, John Podesta. Le e-mail hanno rivelato come Clinton e il
suo team abbiano collaborato col Comitato nazionale democratico per
impedire la nomination del suo rivale alle primarie, Bernie Sanders.
Va notato che il materiale pubblicato da WikiLeaks era in gran parte
documentario e di natura fattuale, cioè non si trattava di "fake
news".
Essendo un giornalista che dovrebbe essere protetto dal Primo Emendamento nella sua libertà di parola, la natura della "minaccia" rappresentata dal giornalista Assange è inevitabilmente in qualche modo diversa da quella di una fuga di notizie ad opera di un funzionario governativo, denunciato come informatore. Assange è stato calunniosamente accusato di essere un "nemico dello Stato", probabilmente anche un agente russo, e in un primo tempo venne inquisito dalle Autorità svedesi per delle accuse di stupro, successivamente ritirate. Per evitare di essere arrestato, egli ottenne l’asilo politico da un governo ecuadoriano amico, sette anni fa a Londra. La polizia britannica aveva un mandato per arrestarlo immediatamente, perché non era riuscito a presentarsi all’udienza sulla richiesta di liberazione con cauzione, avendo ricevuto l’asilo politico. Che è effettivamente quel che poi è accaduto, quando Quito ha revocato il suo status di protezione ad aprile.
A
quanto pare, Julian Assange non era per niente solo mentre si trovava
nell'ambasciata ecuadoriana. Tutte le sue comunicazioni, anche con i
suoi avvocati, venivano intercettate da una compagnia di sicurezza
spagnola assunta a tal fine, sembra dalla CIA. Pare vi fosse anche un
piano della CIA per rapire Assange. In un tribunale normale e in un
paese normale, la richiesta del governo sarebbe stata respinta per
motivi costituzionali e legali, ma non è stato così in questa
occasione. Gli Stati Uniti hanno persistito nelle loro richieste di
estradizione di Assange dalla Gran Bretagna e Londra sembra essere
più che disposta a giocare con loro. Assange è innegabilmente
odiato dall'establishment politico statunitense, e anche da gran
parte dei media, in modo bipartisan. I democratici lo accusano della
sconfitta di Hillary Clinton mentre il segretario di Stato Mike
Pompeo lo ha definito un "truffatore, un codardo e un nemico”.
Lo stesso WikiLeaks viene considerato dalla Casa Bianca un “servizio
di intelligence non governativo ostile”. Chiudere Julian Assange in
prigione per il resto della sua vita può essere anche definita
“giustizia”, ma si tratta in realtà di vendetta contro qualcuno
che ha svelato le bugie del governo. Alcuni politici statunitensi
hanno persino affermato che la prigione è troppo poco per Assange,
insistendo sul fatto che dovrebbe essere giustiziato.
Le
accuse esposte nell’incriminazione statunitense riguardano una
presunta cospirazione, con Chelsea Manning, per pubblicare gli "Iraq
War Logs", gli "Afghanistan War Logs" e i cablo del
Dipartimento di Stato USA. Il 23 maggio, il governo degli Stati Uniti
ha accusato Assange di avere anche violato l'Espionage Act del 1917,
che criminalizza qualsiasi rivelazione di informazioni classificate
del governo degli Stati Uniti in qualsiasi parte del mondo da parte
di chiunque. Il suo uso creerebbe un precedente: qualsiasi
giornalista investigativo che riveli misfatti del governo degli Stati
Uniti potrebbe essere accusato dello stesso reato.
Assange
è attualmente detenuto in isolamento nel penitenziario di alta
sicurezza di Belmarsh. È possibile che il Dipartimento di Giustizia
USA, dopo essere riuscito ad ottenere Assange attraverso il
procedimento di estradizione, lo accusi di collusione col governo
russo, di una cospirazione per "recare danno agli Stati Uniti"
per metterla in gergo giuridico. È improbabile che Assange venga
sottoposto a qualcosa che si avvicini a un processo equo,
indipendentemente dalle accuse.
La
detenzione di Assange si sarebbe dovuta concludere il 22 settembre
per fine pena, ma resta in carcere in attesa di estradizione e la
corte di Westminster ha fissato la relativa udienza per il 25
Febbraio 2020. Il giudice distrettuale Vanessa Baraitser ha stabilito
che Assange non dovesse essere rilasciato anche se la pena detentiva
era terminata, perché vi è pericolo di fuga. La sua posizione
giuridica carceraria è stata debitamente modificata da definitiva
quella di persona in attesa di estradizione, e l’udienza è stata
fissata dinanzi al Tribunale di alta sicurezza di Belmarsh piuttosto
che dinanzi ad un tribunale ordinario. Belmarsh è il luogo in cui
vengono processati i terroristi, e i processi che vi si svolgono sono
sottoposti ad un controllo pubblico e mediatico ridotto.
Più
recentemente, il 21 ottobre 2019, Assange è nuovamente comparso
dinanzi al tribunale di Westminster per un’udienza di trattazione
dell’istanza di estradizione verso gli Stati Uniti. Il giudice
Baraitser ha respinto una richiesta del collegio di difesa di un
rinvio di tre mesi per raccogliere prove, dal momento che era stato
negato ad Assange l'accesso alle proprie carte e ai suoi stessi
documenti per preparare la sua difesa. Il procuratore del governo
britannico James Lewis QC e i cinque "rappresentanti"
statunitensi presenti si sono opposti a qualsiasi rinvio del
procedimento di estradizione e sono stati accontentati dal giudice
Baraitser, che ha respinto tutte le richieste della difesa.
Un'altra
udienza di trattazione si terrà il 19 dicembre, mentre l’udienza
finale di estradizione è fissata per il mese di febbraio. A quel
punto, Assange sarà presumibilmente consegnato agli US Marshalls per
la traduzione ad un carcere federale della Virginia, in attesa del
processo. Ovviamente, ciò presuppone che resti in vita, per quanto
il suo stato di salute sia notevolmente peggiorato e si sia detto che
egli è stato torturato dalle autorità britanniche.
L'ex
ambasciatore britannico Craig Murray, che conosce bene Julian
Assange, era presente quando è comparso in tribunale il 21. Murray è
rimasto scioccato dall'aspetto di Assange, e ha detto che aveva perso
peso e sembrava fosse invecchiato considerevolmente. Camminava
zoppicando in modo pronunciato e, quando il giudice gli ha chiesto il
suo nome e la data di nascita, egli ha avuto difficoltà a
rispondere. Murray lo ha descritto come un "relitto umano,
farfugliante e incoerente" e ha anche concluso che "uno dei
più grandi giornalisti e dissidenti dei nostri tempi viene torturato
a morte dallo Stato, sotto i nostri occhi".
Il
tribunale britannico era del tutto indifferente alle pessime
condizioni di Assange. Il giudice Baraitser ha detto al
prigioniero manifestamente in difficoltà che, se non era in grado di
seguire il processo, i suoi avvocati gli avrebbero potuto in seguito
spiegare cose era successo. I rappresentanti della Corona hanno
respinto tutte le obiezioni sollevate da Assange e dai suoi avvocati,
spesso dopo discussioni con i funzionari statunitensi presenti. Un
processo descritto dettagliatamente da Murray che, dopo aver
raccontato il diniego di giustizia cui aveva assistito, ha osservato
che Julian Assange viene "lentamente ammazzato davanti a tutti e
processato per avere pubblicato la verità sugli atti vergognoso del
governo". Ha concluso che "a meno che Julian non venga
rilasciato a breve, verrà distrutto. Se allo Stato è consentito
fare questo, allora chi è il prossimo? ” E’ proprio così.
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