Originale inglese: https://www.craigmurray.org.uk/archives/2019/10/assange-in-court/comment-page-6/#comments
Leggi anche: Assange è Colpevole di Aver Rivelato al Mondo Intero l'Anima Malvagia dell'Imperialismo a Stelle e Strisce - Federico Pieraccini
Sono rimasto profondamente turbato in qualità di testimone degli eventi che si sono svolti ieri presso la Westminster Magistrates Court. Ogni decisione è stata pilotata attraverso gli argomenti e le obiezioni inascoltate della difesa di Assange da un giudice che non si dava quasi la pena di fingere di prestare attenzione.
Prima
che mi dilunghi sull’evidente mancanza di un processo equo, la
prima cosa che non posso fare a meno di notare è lo stato di Julian
Assange. Sono rimasto profondamente sbigottito da quanto peso il mio
amico abbia perso, dalla velocità con cui si è incanutito e
dall’evidenza di un prematuro invecchiamento in rapido avanzamento.
[Assange] ha una marcata zoppia che non avevo mai notato prima. Da
quando è stato arrestato, è dimagrito di 15 chili.
Ma
il suo aspetto fisico era ben poca cosa paragonato al declino
mentale; quando gli è stato chiesto di dire il suo nome e la sua
data di nascita, ha faticato visibilmente per svariati secondi per
ricordare entrambi. Parlerò al momento opportuno dell’importante
contenuto della sua dichiarazione alla fine dell’udienza, ma la sua
difficoltà nel parlare era più che evidente; ha dovuto sforzarsi
veramente per articolare le parole e concentrarsi su una linea di
pensiero.
Fino
a ieri ero sempre stato tacitamente scettico delle voci- anche di
quella di
Nils Melzer,
il Relatore Speciale ONU sulla tortura-, secondo cui il trattamento
inflitto a Julian equivaleva ad una tortura, e parimenti scettico
anche verso coloro che sostenevano che venisse sottoposto a
trattamenti farmacologici debilitanti. Ma, dopo aver assistito ai
processi in Uzbekistan di diverse vittime di forme estreme di tortura
e avendo lavorato con dei profughi della Sierra Leone e di altri
paesi, posso dire che da ieri mi sono ricreduto completamente e che
Julian esibiva esattamente gli stessi sintomi delle vittime di
tortura portati semi-accecati alla luce del giorno, in particolare in
termini di disorientamento, confusione e di sforzo palpabile
nell’affermare la propria libera volontà al di sopra di un
acquisito senso di impotenza e disperazione.
Sono
stato più che incredulo di fronte a quanti, come un anziano membro
della difesa aveva sostenuto in una conversazione con me domenica
sera, affermavano di essere preoccupati che Julian potesse non
sopravvivere fino alla fine del processo di estradizione. Adesso mi
ritrovo non solo a crederlo anch’io, ma ad essere perseguitato da
questo pensiero.
Tutti
i presenti ieri in quell’aula hanno potuto vedere come uno dei più
grandi giornalisti e dei più importanti dissidenti del nostro tempo
venga torturato fino alla morte dallo stato di fronte ai nostri
occhi. Vedere il mio amico, la persona più eloquente e dotata
dell’intelligenza più pronta che io abbia mai conosciuto, ridotto
ad una larva umana confusa e incoerente è stato insopportabile.
Eppure i rappresentanti dello stato, in particolare l’insensibile
giudice Vanessa Baraitser, non erano solo pronti, ma anche impazienti
di prendere parte a questa partita sanguinaria. La Baraitser gli ha
persino detto che, se non era in grado di seguire il dibattimento,
gli avvocati avrebbero potuto spiegargli più tardi cosa era
successo. Il pensiero di come e perché un uomo che, in base a quelle
stesse accuse che lo riguardano, era riconosciuto come altamente
intelligente e competente, fosse stato ridotto ad una persona
incapace di seguire dei procedimenti giudiziari, non le ha dato la
benché minima preoccupazione.
L’accusa
contro Julian è molto specifica; aver cospirato con Chelsea Manning
per la pubblicazione dei Diari di Guerra dell’Iraq, dei Diari di
Guerra dell’Afghanistan e dei cablò della diplomazia statunitense.
Le accuse non hanno nulla a che vedere con la Svezia, con il sesso,
con le elezioni americane del 2016, una semplice distinzione che i
principali organi di informazione sembrano incapaci di cogliere.
Lo
scopo dell’udienza di ieri era la gestione del caso ovvero della
tempistica per la procedura di estradizione. I punti chiave della
questione erano che la difesa di Julian aveva richiesto una proroga e
argomentato che i crimini politici erano esplicitamente esclusi dal
trattato di estradizione. Era necessario pertanto, secondo la loro
linea argomentativa, fissare un’udienza preliminare per decidere se
il trattato di estradizione si applicasse ai reati contestati.
Le
ragioni fornite dalla difesa di Assange a sostegno della loro
richiesta di più tempo per prepararsi erano al tempo stesso cogenti
e allarmanti; essi avevano scarsi contatti con il loro cliente in
prigione e non era stato consentito loro di lasciargli alcun
documento relativo al caso fino ad una settimana fa. Gli era anche
centellinato l’accesso ad un computer e tutti i documenti e i
materiali di rilievo per la preparazione del caso erano stati
prelevati dall’Ambasciata dell’Ecuador dal Governo statunitense;
gli era negato l’accesso ai suoi stessi appunti per la preparazione
del suo caso.
Inoltre,
i legali della difesa hanno argomentato che sono in contatto con i
tribunali spagnoli in merito ad un importante inchiesta in corso a
Madrid che avrebbe fornito delle prove cruciali a sostegno del fatto
che la CIA abbia ordinato direttamente che Assange venisse spiato
nell’ambasciata attraverso una società spagnola, la UC Global, che
era stata incaricata dalla sede diplomatica ecuadoriana di fornire
servizi di sicurezza. Questo riguardava soprattutto l’intercettazione
di conversazioni riservate tra Assange e i suoi avvocati mentre
pianificavano la strategia difensiva contro il procedimento di
estradizione che era in corso negli Stati Uniti dal 2010.
In
qualunque processo questo fatto da solo sarebbe sufficiente a far
archiviare il procedimento per l’estradizione; a proposito sono
venuto a sapere domenica che il materiale spagnolo mostrato in
tribunale, e che è stato commissionato dalla CIA, includeva
specificamente delle registrazioni video ad alta risoluzione di me e
Julian mentre discutevamo di svariati argomenti.
Le
prove presentate al tribunale spagnolo includevano anche un complotto
della CIA per rapire Assange, che mostrava l’atteggiamento delle
autorità statunitensi nei confronti del rispetto della legalità nel
suo caso, e sul trattamento che quindi poteva aspettarsi negli Stati
Uniti. Il team di Julian ha spiegato che il processo legale spagnolo
e’ attualmente in corso, e le prove emerse sarebbero estremamente
importanti, ma che potrebbe non essere finito e quindi le prove non
completamente convalidate e disponibili in tempo per l’attuale
calendario proposto per le udienze di estradizione di Assange.
Per
l’accusa, James Lewis QC ha dichiarato che il governo si è
fortemente opposto a concedere alla difesa un rinvio per la
preparazione del caso, e si è fortemente opposto a qualsiasi
considerazione circa il fatto che l’accusa riguardasse un reato
politico, quindi escluso dal trattato di estradizione. Baraitser,
prendendo spunto da Lewis, ha dichiarato categoricamente che la data
dell’udienza di estradizione, il 25 febbraio, non poteva essere
cambiata. Prima di questo, Baraitser si era mostrata aperta a
cambiamenti nelle date per la presentazione di prove, e aveva
concesso un intervallo di dieci minuti all’accusa e alla difesa per
concordare questi passaggi.
Quello
che è successo dopo è stato molto eloquente. Erano presenti cinque
rappresentanti del governo degli Stati Uniti (inizialmente tre, e
altri due sono arrivati nel corso dell’udienza), seduti nei
banchi dietro agli avvocati. Gli avvocati della pubblica accusa si
sono immediatamente messi in contatto con i rappresentanti degli
Stati Uniti, quindi si sono recati con loro fuori dall’aula per
decidere circa la fissazione delle date delle udienze.
Dopo
la pausa, la difesa ha dichiarato di non essere in grado, secondo il
loro parere professionale, di prepararsi adeguatamente se la data
dell’udienza fosse stata mantenuta a febbraio, ma che l’avrebbe
fatto secondo le istruzioni della Baraitser, e ha comunque proposto
un calendario per la consegna delle prove. Nel rispondere a questo,
il giovane legale di Lewis si e’ recato in fondo al tribunale per
consultare nuovamente gli americani, mentre Lewis comunicava al
giudice che stava “prendendo istruzioni da quelli dietro”. È
importante notare che mentre lo diceva, non era l’ufficio del
procuratore generale del Regno Unito a essere consultato, ma
l’ambasciata degli Stati Uniti. Ricevute le sue istruzioni
americane, Lewis ha convenuto che la difesa avrebbe potuto disporre
di due mesi per preparare le prove (la difesa aveva affermato di aver
bisogno di un minimo di tre mesi), ma la data dell’udienza di
febbraio non poteva essere spostata. Baraitser ha poi pronunciato la
sua decisione concordando su tutto ciò che Lewis aveva detto.
A
questo punto, non era chiaro il motivo per cui eravamo lì seduti ad
assistere a questa farsa. Il governo degli Stati Uniti stava dettando
le sue istruzioni a Lewis, il quale trasmetteva quelle istruzioni a
Baraitser, che a sua volta le pronunciava come sua decisione legale.
La farsa avrebbe anche potuto essere interrotta, con il governo degli
Stati Uniti semplicemente seduto sullo scranno del giudice a
controllare l’intero processo. Nessuno poteva sedersi lì e credere
di assistere a un vero processo legale, o che Baraitser stesse
prendendo in considerazione anche solo per un momento gli argomenti
della difesa. Le sue espressioni facciali nelle poche occasioni in
cui guardava la difesa andavano dal disprezzo, alla noia, al
sarcasmo. Quando guardava Lewis, invece, era attenta, aperta e
cordiale.
L’estradizione
è stata chiaramente affrettata secondo un calendario dettato da
Washington. A parte il desiderio di precedere il corso delle attività
del tribunale spagnolo che potrebbe fornire prove sull’attività
della CIA nel sabotare la difesa, cosa rende la data di febbraio così
importante per gli Stati Uniti? Gradirei qualsiasi pensiero.
Baraitser
ha respinto la richiesta della difesa di fissare un’udienza
separata per valutare se il trattato di estradizione potesse essere
applicato, senza preoccuparsi di spiegare perché (forse non aveva
memorizzato correttamente ciò che Lewis le aveva ordinato di
concordare). Tuttavia, questo è l’articolo 4 del Trattato di
estradizione UK / USA del 2007 in pieno:
L’estradizione
non dev’essere concessa se il crimine per cui viene richiesta è un
crimine politico.
Per i fini di questo trattato, i seguenti crimini non sono da considerarsi crimini politici:
Per i fini di questo trattato, i seguenti crimini non sono da considerarsi crimini politici:
Nonostante
i termini del paragrafo 2 del presente Articolo, l’estradizione non
dovrà essere concessa se l’autorità competente dello Stato a cui
viene formulata la richiesta rinviene che la medesima è
politicamente motivata.
Negli Stati Uniti l’esecutivo è l’autorità preposta per gli scopi di questo articolo.
L’autorità competente dello Stato a cui viene formulata la richiesta può rifiutare l’estradizione per crimini secondo la legge militare che non costituiscono crimini in base alla legislazione penale ordinaria. Negli Stati Uniti l’esecutivo è l’autorità competente per gli scopi di questo articolo.
Negli Stati Uniti l’esecutivo è l’autorità preposta per gli scopi di questo articolo.
L’autorità competente dello Stato a cui viene formulata la richiesta può rifiutare l’estradizione per crimini secondo la legge militare che non costituiscono crimini in base alla legislazione penale ordinaria. Negli Stati Uniti l’esecutivo è l’autorità competente per gli scopi di questo articolo.
Alla
luce di questo, quello di cui Assange viene accusato è la
definizione stessa di un crimine politico: se non lo è, allora cosa
si intende per crimine politico? Non ricade in nessuna delle
eccezioni elencate sopra. Ci sarebbe perciò ogni ragione di
chiedersi se questa accusa non sia esclusa dal Trattato di
Estradizione e di farlo prima di quel lungo e particolarmente costoso
processo che consiste nella disamina delle prove, nel caso in cui il
trattato trovasse applicazione.
Ma la Baraitser ha semplicemente
rigettato questa argomentazione su due piedi.
Nel
caso in cui a qualcuno fosse rimasto ancora qualche dubbio su cosa
stesse accadendo qui, Lewis si è alzato e ha suggerito che alla
difesa non dovesse essere permesso di far perdere tempo al tribunale
con un sacco di argomentazioni. Tutte le argomentazioni per l’udienza
finale avrebbero dovuto essere messe per iscritto in anticipo e una
“si sarebbe dovuto applicare una “ghigliottina”” (testuali
parole) ad argomenti e testimoni, concedendo alla difesa all’incirca
5 ore.
La difesa aveva dichiarato di aver bisogno di ben più
dei 5 giorni programmati per preparare il caso; Lewis ha ribattuto
che l’udienza non avrebbe dovuto durare più di 2 giorni. La
Baraitser ha concluso che quello non era dal punto di vista
procedurale il momento opportuno per acconsentire alla richiesta, ma
che avrebbe considerato la questione una volta che avesse avuto i
fascicoli delle prove
(SPOILER: La Baraitser farà esattamente come le ha chiesto Lewis abbreviando i tempi dell’udienza finale).
(SPOILER: La Baraitser farà esattamente come le ha chiesto Lewis abbreviando i tempi dell’udienza finale).
La
Baraitser ha poi concluso il tutto dicendo che le udienze di Febbraio
si terranno non nella relativamente aperta e accessibile Westminster
Magistrates Court, dove ci trovavamo, ma presso la Belmarsh
Magistrates Court, il cupo complesso di alta sicurezza utilizzato per
i procedimenti legali preliminari a carico di terroristi adiacente
alla prigione di massima sicurezza dove Assange è detenuto. Ci sono
solo 6 posti per il pubblico persino nella più grande delle aule a
Belmarsh e lo scopo è palesemente quello di sottrarsi all’esame
del pubblico e assicurarsi che la Baraitser non venga nuovamente
esposta in pubblico per essere chiamata a rispondere dei suoi
procedimenti, come quello di cui state leggendo.
Probabilmente non
sarò in grado di presenziare all’udienza preliminare a
Belmarsh.
Naturalmente le autorità sono rimaste sconcertate dalle centinaia di persone di buon cuore che si erano presentate per supportare Assange. Esse sperano che molte di meno saranno in grado di raggiungere la molto meno accessibile Belmarsh. Sono ragionevolmente certo (e ricordatevi che ho una lunga carriera come diplomatico) che i due ufficiali Americani che sono sopraggiunti a metà dell’udienza facevano parte del personale di sicurezza armato ed erano stati convocati per l’allarme suscitato dal gran numero di dimostranti accorsi ad un’udienza in cui erano presenti dei funzionari statunitensi di alto rango. Il trasferimento [delle udienze] a Belmarsh potrebbe essere un’iniziativa americana.
Naturalmente le autorità sono rimaste sconcertate dalle centinaia di persone di buon cuore che si erano presentate per supportare Assange. Esse sperano che molte di meno saranno in grado di raggiungere la molto meno accessibile Belmarsh. Sono ragionevolmente certo (e ricordatevi che ho una lunga carriera come diplomatico) che i due ufficiali Americani che sono sopraggiunti a metà dell’udienza facevano parte del personale di sicurezza armato ed erano stati convocati per l’allarme suscitato dal gran numero di dimostranti accorsi ad un’udienza in cui erano presenti dei funzionari statunitensi di alto rango. Il trasferimento [delle udienze] a Belmarsh potrebbe essere un’iniziativa americana.
Il
team legale di Assange si è opposto strenuamente al trasferimento
del dibattimento processuale presso la Belmarsh Magistrate Court, in
particolare per il fatto che non ci sono sale conferenze disponibili
per consultare il proprio cliente, e che hanno un accesso inadeguato
a lui nella prigione. Baraitser ha respinto la loro obiezione in modo
scortese e con una smorfia.
Infine,
Baraitser si e’ rivolta a Julian, gli ha ordinato di alzarsi, e gli
ha chiesto se avesse compreso il procedimento. Assange ha risposto
negativamente, dicendo che non riusciva a pensare, e mostrandosi
disorientato. Poi è sembrato che trovasse una forza interiore, si è
tirato un po’ su, e ha detto:
Non
capisco come questo processo sia equo. Questa superpotenza ha avuto
10 anni per prepararsi a questo caso, mentre io non riesco nemmeno ad
accedere ai miei appunti. È molto difficile, dove sono, fare
qualsiasi cosa. Queste persone hanno risorse illimitate.
Lo
sforzo allora è sembrato diventare troppo, la sua voce si è
abbassata, e Assange è diventato sempre più confuso e incoerente.
Ha parlato di informatori ed editori che sono stati etichettati
nemici della gente, poi ha parlato del fatto che il DNA dei suoi
figli è stato rubato, e di essere stato spiato nei suoi incontri con
il suo psicologo. Non sto affatto insinuando che Julian si sbagliasse
su questi punti, ma non è riuscito né a strutturarli, né ad
articolarli correttamente. Chiaramente non era se stesso, (Assange) è
molto malato ed è stato orribilmente doloroso guardarlo. Baraitser
non ha mostrato né compassione, né la minima preoccupazione.
(Baraitser) ha aspramente osservato che se lui non fosse riuscito a
capire cosa fosse successo, i suoi avvocati avrebbero potuto
spiegarglielo, ed e’ uscita dall’aula.
L’intera
esperienza è stata profondamente sconvolgente. E’ stato molto
chiaro che non si stava svolgendo un autentico processo legale. Ciò
cui abbiamo assistito è stata una nuda dimostrazione del potere
dello stato e una nuda dettatura dei procedimenti da parte degli
americani. Julian era in un box dietro un vetro antiproiettile, e io
e gli altri trenta membri del pubblico, che eravamo riusciti ad
entrare in aula, eravamo in un altro box dietro un altro vetro
antiproiettile. Non so se potesse vedere me o gli altri suoi amici in
tribunale, o se fosse in grado di riconoscere qualcuno, ma se lo ha
fatto, non ne ha dato segno.
A
Belmarsh (Assange) è tenuto in completo isolamento per 23 ore al
giorno. Gli sono consentiti 45 minuti di esercizio fisico. Se deve
essere spostato, sgomberano i corridoi e chiudono tutte le porte
delle celle per assicurarsi che non abbia contatti con nessun altro
prigioniero al di fuori del breve e strettamente sorvegliato periodo
di esercizio fisico. Non vi è alcuna giustificazione possibile per
questo regime disumano, riservato a pericolosi terroristi, imposto a
un editore che è un detenuto in custodia preventiva.
Ho
catalogato e protestato per anni contro i poteri sempre più
autoritari dello stato del Regno Unito, ma che l’abuso più grave
potesse essere così palese e non mascherato è ancora uno shock. La
campagna di demonizzazione e disumanizzazione contro Julian, basata
su menzogna dopo menzogna del governo e dei media, ha portato a una
situazione in cui può essere lentamente ucciso di fronte agli occhi
del pubblico, e chiamato a rispondere dell’accusa di aver
pubblicato la verità sui reati compiuti dai governi, il tutto senza
ricevere assistenza dalla società “liberale”.
A
meno che Julian non venga rilasciato a breve, verrà distrutto. Se
allo stato è permesso farlo, allora chi è il prossimo?
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