domenica 28 giugno 2015

SCAMBIO, MERCE, VALORE* - Ernest Mandel

*Da "Trattato di economia marxista", Ernest Mandel, Capitolo II, Samonà e Savelli

"Il sistema di scambio generalizzato coincide con gli inizi dell'artigianato professionale all'interno del villaggio o della tribù. Ma questa specializzazione è una specializzazione in seno a una comunità di villaggio. Gli artigiani che abbandonano sempre più il lavoro agricolo ricevono la sussistenza come ricompensa dei loro servizi. Lo scambio all'interno del villaggio o della tribù resta dunque rudimentale.
 Il produttore di merci non vive più direttamente dei prodotti del suo lavoro; al contrario, non può sostentarsi che a condizione di disfarsi di questi prodotti. Vive, come dice Glotz degli artigiani greci dell'epoca omerica, esclusivamente del suo lavoro.
 L'incremento del sovrapprodotto al di là di un limite ristretto (riserva di viveri) non è il risultato di uno sviluppo autonomo dell'economia. E' il risultato dell'intervento di pressioni esterne, economiche (scambio) o sociali (appropriazione del surplus da parte di un potere centrale o di una classe dominante.
 Lo sviluppo di una classe dominante presuppone l'esistenza di un sovrapprodotto sociale. Mentre un primo sviluppo del sovrapprodotto  precede effettivamente qualsiasi costituzione di una classe dominante, quest'ultima  assicura poi un'espansione maggiore di questo sovrapprodotto e un nuovo sviluppo delle forze produttive.

 ...Un rapporto d'equivalenza tra due prodotti, tra due merci, esige una misura comune, una quantità commensurabile comune. Il valore d'uso di una merce dipende dall'insieme delle sue qualità fisiche, che ne determinano l'utilità. L'esistenza di questo valore d'uso è una condizione indispensabile per la comparsa del valore di scambio: nessuno, infatti, accetterebbe in cambio del suo prodotto una merce senza utilità, senza valore d'uso per nessuno. Ma il valore d'uso di due merci, espresso nelle qualità fisiche , è incommensurabile; non si può misurare con un'unità comune il peso del grano, la lunghezza di una tela, il volume dei vasi, il colore dei fiori. Per consentire uno scambio reciproco tra questi prodotti, bisogna cercare una qualità comune a tutti che possa al tempo stesso essere misurata e quantitativamente espressa, e che dev'essere una qualità sociale, accettabile per tutti i membri della società.
 Ma se le merci sono il prodotto di un lavoro specifico determinato, queste merci sono inoltre il prodotto del lavoro umano sociale, cioè di una parte del tempo globale disponibile per una determinata società, e sulla cui economia la società è basata, come abbiamo appena indicato. E' questo fatto che rende le merci commensurabili; è il lavoro umano generale - definito astratto perché viene fatta astrazione dal suo carattere specifico ... -  che è la base del valore di scambio.

 ...Sul mercato in cui si incontrano i prodotti del lavoro di villaggi diversi, se non di diverse regioni , i valori di scambio si stabilizzano d'ora innanzi secondo medie sociali. Non è il numero di ore di lavoro effettivamente spese per la fabbricazione di un oggetto a determinarne il valore, ma il numero di ore di lavoro necessarie per fabbricarlo nelle condizioni medie  di produttività della società dell'epoca.

...Il lavoro umano nelle società primitive era un lavoro direttamente sociale. Nella piccola società mercantile il lavoro individuale acquista il carattere di lavoro sociale solo indirettamente, attraverso il meccanismo dello scambio, il gioco della legge del valore.

 Con la piccola produzione mercantile non raggiungiamo che una fase transitoria tra una società retta coscientemente dalla cooperazione del lavoro e una società in cui la completa dissoluzione dei legami comunitari non lascia più posto se non a leggi 'obbiettive', cioè cieche, 'naturali', indipendenti dalla volontà degli uomini, per reggere e governare le attività economiche." 




















Capitolo I, LAVORO, PRODOTTO NECESSARIO, SOVRAPPRODOTTO: 

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