Da: https://traduzionimarxiste.wordpress.com - Link all’intervista originale in francese Période
Intervista realizzata da Selim Nadi. - Hakim Adi (Ph.D. SOAS, London University) è autore di West Africans in Britain 1900-1960: Nationalism, Pan-Africanism and Communism (Londra, 1998); coautore di (con Marika Sherwood) di The 1945 Manchester Pan-African Congress Revisited (Londra, 1995) e Pan-African History: Political Figures from Africa and the Diaspora since 1787 (Londra, 2003). Si è occupato ampiamente della storia politica moderna dell’Africa e della diaspora africana, in particolare degli africani in Gran Bretagna. Inoltre, ha scritto tre libri di storia per bambini. Attualmente sta lavorando ad un documentario sulla West African Students’ Union http://www.wasuproject.org.uk. Il suo ultimo volume, Pan-Africanism and Communism: The Communist International, Africa and the Diaspora, 1919-1939, è stato pubblicato dalla Africa World Press nel 2013. Nel 2014 il suo libro per bambini The History of the African and Caribbean Communities in Britain è stato ristampato per la terza volta.
Parallelamente alla storia dominante dei partiti comunisti europei, incentrata sulla classe operaia metropolitana, è possibile rintracciare la traiettoria sotterranea di quei militanti comunisti e panafricani, minoritari nei loro partiti, ma sostenuti da Mosca nel periodo tra le due guerre. Si tratta di un epoca nella quale i giovani partiti comunisti sono dominati, per quanto riguarda la metropoli, da Bianchi e, nelle colonie, da coloni. Al fine di combattere l’opportunismo e lo sciovinismo, più o meno espliciti, di questi militanti, l’Internazionale comunista procedette alla strutturazione di una serie di organizzazioni transnazionali, incaricate di coordinare l’attività rivoluzionaria circa la «questione nera»: Sudafrica, colonie dell’Africa nera, segregazione negli Stati Uniti, ecc. Hakim Adi racconta in questa intervista una storia inedita, ovvero quella di un originale incontro tra comunismo, nazionalismo nero e panafricanismo.
Come definiresti il panafricanismo?
Il panafricanismo può essere considerato, al contempo, come un’ideologia e come un movimento sfociante dalle lotte comuni degli afro-discendenti, tanto in Africa quanto nella diaspora africana, contro lo schiavismo, il colonialismo così come contro il razzismo anti-africano e le diverse forme di eurocentrismo che lo accompagnano. I termini «panafricano» e «panafricanismo» non sono emersi fino alla fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ma era già presente una forma embrionale di panafricanismo nel XVIII secolo, in organizzazioni abolizioniste come la British-based Sons of Africa, gestita da ex-schiavi africani quali Olaudah Equiano e Ottobah Cugoano, che riconoscevano la necessità per gli africani di unirsi al fine di difendere interessi comuni.
Il panafricanismo ha assunto differenti forme in diverse epoche, ma la sua caratteristica fondamentale è consistita nel riconoscimento del fatto che gli africani, quelli del continente come quelli della diaspora, devono far fronte a forme comuni di oppressione, sono impegnati in una lotta comune per la liberazione e, dunque, condividono un destino comune. Il panafricanismo, quindi, riconosce la necessità dell’unità tra africani al fine di liberarsi, ma anche il desiderio di unità del continente africano. In generale, difende l’idea secondo la quale gli africani della diaspora condividono un’origine comune con quelli del continente, riconoscendo ai primi il diritto al ritorno nella loro patria d’origine.
In Pan-Africanism and Communism, non mi sono occupato principalmente all’epoca in cui il movimento panafricano era guidato da personalità come Garvey o Du Bois. Da parte del Comintern tale panafricanismo era percepito in maniera critica, come essenzialmente riformista e incapace di condurre alla liberazione africana. Ciò nondimeno, il Comintern, sotto l’influenza dei comunisti neri, adotto aspetti del panafricanismo, in particolare l’idea per cui gli africani condividevano forme di oppressione ed erano impegnati in una lotta comune. Ugualmente, difendeva l’idea di Stati Uniti socialisti d’Africa. È inoltre doveroso ricordare che, nel periodo tra le due guerre mondiali, alcuni leader panafricani erano anche, si pensi a George Padmore, membri dell’Internazionale comunista.
In quale misura la Rivoluzione d’ottobre del 1917 ha avuto un impatto sull’Africa e la diaspora africana? Perché la Rivoluzione russa ha avuto una tale influenza sull’Egitto e il Sudafrica?