Da: https://www.facebook.com/nico12.666 - Nicolo-Monti già segretario nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI).
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Percorrendo la strada che porta a Caracas, che si trova a mille metri sopra il livello del mare, la prima cosa che si nota sono le colline piene di case tutte ammassate tra loro, fatte di mattoni senza intonaco. Agli occhi di un occidentale che non sa esse sono la rappresentazione del fallimento del chavismo, ma chi sa comprende e sorride. Quando Chavez vinse le elezioni al posto dei mattoni c’era il fango e sulle carte geografiche al posto delle case venivano indicati generici campi agricoli. I cittadini che abitano quelle colline allora non erano tali, perché non censiti e poco più che fantasmi agli occhi dello stato liberale. Chavez ha dato dignità e cittadinanza, ha dato il voto e l’acqua corrente, l’elettricità e le mura in mattoni. Dal fango ai mattoni, il primo passo della rivoluzione bolivariana.
Il Sur è un continente mistico e il Venezuela ne è una delle sue massime espressioni. Accanto ai muri con le effigi di Chavez e del PSUV, si staglia anche Cristo su manifesti enormi. Rivoluzione e cristianesimo, un connubio difficile da comprendere, quasi contraddittorio per noi europei, ma che nel Sur portano il nome di Camilo Torres e di Oscar Romero. Il collettivismo del cristianesimo delle origini si unisce al socialismo originale e grezzo dell’America Latina, incarnato nella patria di Simon Bolivar, el Libertador. Con queste convinzioni i tre giorni passati a Caracas, assieme ad altri 1000 delegati provenienti da 125 paesi, sono stati una conferma forte di quanto la Rivoluzione di Chavez sia oggi imprescindibile e che altresì molta strada abbia davanti a sé per la sua realizzazione.
Il Venezuela è un paese dove la borghesia ancora mantiene un parte consistente dell’economia, tra i quali anche molti dei media del paese, che al contrario di ciò che si racconta non è nè censurata nè oppressa. La stessa opposizione è libera di manifestare, candidarsi e vincere. Basti ricordare le vittorie in città e regioni intere. Strana la dittatura dove chi si oppone vince le elezioni. Strana la dittatura che non impedisce l’opposizione di piazza e parlamentare. La democrazia venezuelana permette la costruzione di alternative al PSUV come è giusto normale che sia. Il problema sussiste quando l’opposizione perde e non accetta di farlo chiedendo non solo di autoproclamarsi vincitrice, ma appellandosi a paesi come gli USA per far invadere militarmente il proprio paese per annullare il processo elettorale. Questa non è democrazia e se sei certo dei brogli non chiedi l’invasione militare di paesi stranieri. Lo fai solo se sei emanazione di questi paesi.