L’eredità
dimenticata di Carl Schorlemmer
Negli
ultimi decenni del XX secolo una singolare idea ha preso piede in
alcuni settori del mondo accademico. Con essa si è voluto sostenere
che, lungi dall’essere i più stretti compagni e collaboratori,
intenti a lavorare in armonia per quarant’anni, Karl Marx e
Friedrich Engels di fatto erano in disaccordo riguardo a questioni
fondamentali, sia teoriche che pratiche.
I
presunti disaccordi tra i due avrebbero riguardato la natura e le
scienze naturali. Ad esempio, Paul Thomas contrappone “il ben noto
interesse di Engels per le scienze naturali” alla “mancanza di
interesse da parte di Marx”, suggerendo che “Marx ed Engels erano
divisi da un abisso concettuale che avrebbe resistito ad ogni
tentativo d’insabbiamento”(1). Terrence Ball, analogamente,
sostiene che “l’idea (successivamente abbracciata da Engels)
secondo la quale la natura esiste indipendentemente, e prima, di ogni
sforzo da parte dell’uomo di trasformarla, è del tutto estranea
all’umanesimo di Marx”(2). Dal punto di vista di Ball, alla
distorsione della filosofia di Marx compiuta da Engels vanno
addebitate “alcune delle più repressive caratteristiche
dell’esperienza sovietica”(3). In una versione ancor più estrema
di tale tendenza, Terrel Carver, insieme ad altri, insiste sul punto
per il quale Marx non sarebbe stato un marxista – essendo il
marxismo una dottrina inventata da Engels, il materialismo
scientifico del quale sarebbe stato in contrasto coll’umanesimo
liberale di Marx.
Da
una prospettiva alquanto diversa, Theodor Adorno, Alfred Scmidt ed
altri vicini alla Scuola di Francoforte ed al marxismo occidentale,
hanno sostenuto che il materialismo scientifico si applica
esclusivamente alla società umana, dunque gli sforzi di Engels al
fine di adattarlo alle scienze naturali, nella sua
incompiuta Dialettica
della natura,
costituivano una distorsione intellettuale contraria al metodo
marxista.
I
difensori di Engels hanno replicato che tra Marx ed Engels vigeva una
divisione del lavoro, in base alla quale Engels si occupava della
scienza, tuttavia, un numero sempre crescente di ricerche dimostra
come una simile obiezione conceda troppo agli argomenti
anti-engelsiani. Come scrive Kohei Saito, tale divisione del lavoro è
un’illusione: “sebben Engels sia più noto per i suoi scritti
circa le scienze naturali… Marx è stato uno studioso altrettanto
acuto di molti degli stessi soggetti”(4).
Nuovi
studi sui quaderni di appunti di Marx, per lungo tempo non
disponibili, ora in corso di pubblicazione nella
monumentale Marx-Engels-Gesamtausgabe (Opere
complete di Marx ed Engels), confutano decisamente le affermazioni
secondo le quali Marx era disinteressato alle scienze naturali, o le
riteneva politicamente irrilevanti.