*Da: https://scenarieconomici.it/
1)
ORDOLIBERISMO
Per
parlare dell’ordoliberismo (o
“ordoliberalismo”:
la distinzione, fatta in italiano, deriva dalla non conoscenza della
lingua inglese, dove non esiste la parola liberism,
ma solo quella “liberalism”,
che indica indistintamente una dottrina economica e la sua
inscindibile ideologia politica) prendiamo spunto da questa citazione
di una frase di Giuliano Amato in un’intervista rilasciata in
inglese.
La
traduciamo così non ci sono equivoci: “Non
penso che sia una buona idea rimpiazzare questo metodo
lento ed efficace – che solleva gli Stati nazionali dall’ansia
mentre vengono privati del potere–
con grandi balzi istituzionali…Perciò preferisco andare
lentamente, frantumando i pezzi di sovranità poco a poco, evitando
brusche transizioni dal potere nazionale a quello federale. Questa è
il modo in cui ritengo che dovremo costruire le politiche comuni
europee...”.
“Ordoliberismo:
veste €uro-attuale del neo-liberismo che, imperniata sull’obiettivo
del lavoro-merce, prende atto dell’ostacolo delle Costituzioni
sociali contemporanee (fondate sul lavoro), ed agisce divenendo
“ordinamentale”, cioè impadronendosi delle istituzioni
democratiche per portarle gradualmente ad agire in senso invertito
rispetto alle previsioni costituzionali.”
Questa vicenda
di gradualità nell’impossessamento delle istituzioni democratiche,
per invertirne la direzione di intervento, cioè per
portarle a tutelare e realizzare interessi di segno opposto a
quello per
cui vennero concepite dalle Costituzioni nate
dalla Resistena al nazifascimo,
ha una avuto una fase operativa che ne ha consentito l’attuazione
tecnocratica, secondo una precisa ideologia
economica di tipo restaurativo, come fine ultimo.
2)
LE RADICI RESTAURATRICI