martedì 14 ottobre 2025

Cuba e Harlem - Nicolò Monti

Da: Nicolò Monti (Post del 3/10/2024) - Nicolò Monti - Nicolo-Monti già segretario nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI). 

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Era il Settembre del 1960, 9 mesi prima Fidel Castro entrava a L’Avana e portava la Rivoluzione a Cuba. Gli Stati Uniti fin da subito con Eisenhower si posero in netto contrasto, d’altronde Cuba per gli statunitensi era un’isola casinò, dove potevano fare ciò che volevano. Una vera e propria colonia. Non c’era ancora il Bloqueo, che sarebbe arrivato con Kennedy, ma il clima era di piena ostilità. Quando Fidel Castro con la sua delegazione raggiunse New York per partecipare all’assemblea ONU, che quell’anno verteva proprio sulla decolonizzazione, l’ostilità divenne realtà. 

Nessun albergatore della città voleva ospitare la delegazione cubana. Anche dopo l’intervento del Segretario Generale dell’ONU l’albergo che doveva ospitare la delegazione chiese in cambio una cauzione altissima. Fidel, furioso, promise di accamparsi con tutta la delegazione a Central Park. “Siamo gente di montagna, siamo abituati a dormire all’aria aperta” disse. Quando i cubani stavano realmente per andare nel cuore di Manhattan, arriva la proposta di Malcom X, il leader socialista nero rivoluzionario, di ospitare tutta la delegazione nel quartiere simbolo della comunità nera di New York. 

L’alloggio proposto era l’Hotel Theresa, nel cuore del quartiere. Nessun bianco aveva mai soggiornato nell’hotel, fino a quel momento. Fidel Castro non ci pensò due volte e accettò con entusiasmo la proposta di Malcom X. L’occasione di dare risalto alla nuova Cuba rivoluzionaria antirazzista e confrontare la rivoluzione con il segregazionismo statunitense era gigantesca. Fidel e Malcom si incontrarono la sera dell’arrivo della delegazione. Parlarono per ore della Rivoluzione, della lotta della comunità nera statunitense, del sostegno ai movimenti anticoloniali nel terzo mondo e di Patrice Lumumba. 

Per tutta la durata della permanenza della delegazione cubana, migliaia di persone di Harlem si sono radunate davanti l’Hotel Theresa per salutare Fidel e i rivoluzionari cubani. In quei giorni molti leader mondiali anticolonialisti e antimperialisti hanno raggiunto Harlem, confrontandosi direttamente con la popolazione. Tra di loro anche Nikita Kruscev. È considerato uno degli eventi più importanti della storia di Harlem, che in quei giorni divenne il centro del mondo. Un quartiere che in quegli anni era un vero e proprio ghetto, massacrato dalle leggi razziste statunitensi. Da quel giorno Harlem e Cuba sono indissolubilmente legate. 

Un legame così forte che per la 79esima assemblea generale dell’ONU la comunità di Harlem ha nuovamente accolto la delegazione cubana, stavolta in compagnia anche di quella Venezuelana. Il ricevimento tenutosi presso lo Schomburg Center for Research in Black Culture è stato organizzato dall'Harlem-Cuba Welcome Committee e ha celebrato i legami tra il popolo cubano e il popolo nero negli Stati Uniti. Rosemari Mealy, ha accolto la delegazione cubana guidata dal ministro degli Esteri Bruno Rodríguez affermando: "In questi tempi difficili segnati dal flagello dei genocidi commessi impunemente, dall'orrore delle guerre imperialiste, il nostro incontro qui allo Schomburg Center non è una mera coincidenza. È un deliberato atto di resistenza". 

Uno degli ospiti illustri, l'ex rappresentante statunitense di Harlem Charles Rangel, anti-guerra e anti-imperialista, si è rivolto alla delegazione cubana e ha affermato: "Non importa cosa facciano i governi. Non potete impedire al popolo cubano di amarci, e non potete impedire al popolo americano di amare Cuba". "Il colonialismo è una malattia non solo responsabile per noi di colore, non solo per l'Europa e l'Africa, ma in tutto il mondo, questo doloroso sfruttamento degli esseri umani è sbagliato. Fidel Castro verrebbe qui in questo paese e aumenterebbe la nostra capacità di avere persone come Adam Clayton Powell, Charles Rangel. Perché conoscevano le ingiustizie che abbiamo sentito, che hanno sentito i cubani e tante altre persone in questo angolo di mondo". 

il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha detto ai presenti "Siamo legati da vincoli storici di solidarietà e affinità culturale, e quindi ci avvaliamo sempre dei nostri impegni con le Nazioni Unite per visitare Harlem ogni volta che siamo a New York. Essere presenti qui oggi al centro Schomburg è un privilegio speciale". Rodríguez ha anche sottolineato che il popolo cubano e il popolo degli Stati Uniti hanno una lotta comune contro il razzismo e la discriminazione. 

Il 28 Settembre i ministri degli esteri di Cuba e Venezuela, Bruno Rodríguez e Yvan Gil Pinto, hanno partecipato all’assemblea "Latin America Speaks: Solidarity Versus Empire" organizzata dalla comunità di Harlem presso lo storico Apollo Theater. Con loro hanno partecipato Manolo De Los Santos del People's Forum, Lameess Mohammed, organizzatrice del Palestinian Youth Movement e Vijay Prashad, direttore esecutivo del Tricontinental Institute for Social Research. I ministri di Cuba e Venezuela hanno parlato di più temi, dalla lotta all’imperialismo statunitense che accomuna i due popoli e anche quello statunitense. Non è mancata la piena solidarietà al popolo palestinese. Entrambi i ministri hanno ribadito il pieno appoggio all’asse della Resistenza. 

Lameess Mohammed, una delle principali organizzatrici dell'organizzazione internazionale della diaspora palestinese ha dichiarato nel suo intervento "Per ricostruire Gaza, avremo bisogno di dottori, avremo bisogno di ingegneri. Avremo bisogno di persone con un impegno fervente. E quei dottori e ingegneri vengono formati oggi a Cuba e in Venezuela". Vijay Prashad ha dichiarato poi il pensiero comune dell’assemblea: "O ci spostiamo verso il socialismo o avremo la rovina comune delle classi in lotta. O ci spostiamo verso il socialismo o distruggiamo il mondo". 64 anni dopo, le idee di Fidel Castro e Malcom X scorrono ancora forti nelle vene di Harlem. 

Fuori Harlem l’occidente genocida. Dentro, il fuoco rivoluzionario. 

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