Da: https://kritica.it - Francesca Albanese è una giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.- Francesca Albanese -
Leggi anche: «Un genocidio redditizio»: Francesca Albanese denuncia il sistema economico dietro la distruzione israeliana di Gaza
Quella che segue è la traduzione non ufficiale in italiano, a cura di Kritica, del report della Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese “Genocidio di Gaza: un crimine collettivo”. Il documento ufficiale, pubblicato in inglese il 22 ottobre 2025 in versione preliminare non revisionata, si trova sul sito delle Nazioni Unite a questo link.
Pubblichiamo qui, come introduzione e facilitazione alla lettura, il Sommario, le Conclusioni e le Raccomandazioni, rimandando al documento in PDF integrale di seguito, compreso di note, per leggere il report completo in italiano.
Il Sommario
Il genocidio in corso a Gaza è un crimine collettivo, sostenuto dalla complicità di Stati terzi influenti che hanno permesso violazioni sistematiche e prolungate del diritto internazionale da parte di Israele. Incorniciata da narrazioni coloniali che disumanizzano i palestinesi, questa atrocità trasmessa in diretta streaming è stata facilitata dal sostegno diretto, dall’aiuto materiale, dalla protezione diplomatica e, in alcuni casi, dalla partecipazione attiva degli Stati terzi. Ha messo in luce un divario senza precedenti tra i popoli e i loro governi, tradendo la fiducia su cui si basano la pace e la sicurezza globali. Il mondo si trova ora sul filo del rasoio tra il crollo dello Stato di diritto internazionale e la speranza di un rinnovamento. Il rinnovamento è possibile solo se si affronta la complicità, si assumono le responsabilità e si difende la giustizia.
La conclusione del Report
- Il genocidio a Gaza non è stato commesso in modo isolato, ma come parte di un sistema di complicità globale. Anziché garantire che Israele rispetti i diritti umani fondamentali e l’autodeterminazione del popolo palestinese, potenti Stati terzi – perpetuando pratiche coloniali e razziali-capitalistiche che avrebbero dovuto essere consegnate alla storia da tempo – hanno permesso che pratiche violente diventassero una realtà quotidiana. Anche quando la violenza genocida è diventata visibile, gli Stati, per lo più occidentali, hanno fornito e continuano a fornire a Israele sostegno militare, diplomatico, economico e ideologico, anche quando ha trasformato la carestia e gli aiuti umanitari in armi. Gli orrori degli ultimi due anni non sono un’aberrazione, ma il culmine di una lunga storia di complicità.
- Gli atti, le omissioni e il discorso dei paesi terzi a sostegno di uno Stato apartheid genocida sono tali da poter essere e dover essere ritenuti responsabili di aver aiutato, assistito o partecipato congiuntamente ad atti internazionalmente illeciti, in un contesto di violazioni sistematiche delle norme imperative ed erga omnes. In questo momento critico, è imperativo che gli Stati terzi sospendano immediatamente e rivedano tutte le relazioni militari, diplomatiche ed economiche con Israele, poiché qualsiasi impegno di questo tipo potrebbe rappresentare un mezzo per aiutare/assistere/partecipare direttamente ad atti illegali, inclusi crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio.
- Molti Stati terzi hanno agito con la stessa impunità che hanno concesso a Israele. Il loro disprezzo per il diritto internazionale mina le fondamenta dell’ordine multilaterale faticosamente costruito nel corso di otto decenni dagli Stati e dai popoli nell’ambito delle Nazioni Unite. Questo rimarrà nella storia come un’offesa non solo alla giustizia, ma all’idea stessa della nostra comune umanità. Se da un lato la giustizia deve comportare processi penali – sia nei tribunali internazionali che in quelli nazionali – la responsabilità va oltre i procedimenti giudiziari e si estende alle riparazioni: restituzione, risarcimento, riabilitazione, soddisfazione e garanzie di non ripetizione, da parte di Israele e degli Stati terzi che hanno sostenuto i suoi crimini. Le strutture di potere che hanno reso possibili questi crimini atroci devono essere smantellate, e il sistema giudiziario internazionale mostra come farlo.
- Il mondo sta guardando Gaza e tutta la Palestina. Gli Stati devono assumersi le loro responsabilità. Solo realizzando il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, così sfacciatamente violato dal genocidio in corso, sarà possibile smantellare le strutture coercitive globali durature. Nessuno Stato può affermare in modo credibile di aderire al diritto internazionale mentre arma, sostiene o protegge un regime genocida. Tutto il sostegno militare e politico deve essere sospeso; la diplomazia dovrebbe servire a prevenire i crimini piuttosto che a giustificarli. La complicità nel genocidio deve finire.
Le raccomandazioni della Relatrice speciale
- Ricordando le sue precedenti raccomandazioni, la Relatrice speciale ricorda a tutti gli Stati il loro obbligo giuridico di non partecipare o essere complici delle violazioni israeliane e di prevenire e affrontare invece le gravi violazioni del diritto internazionale, in particolare quelle previste dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Convenzione sul genocidio.
- Data la situazione di emergenza che persiste nonostante le attuali discussioni e i piani di “pace”, la Relatrice speciale esorta gli Stati a non causare ulteriori danni al popolo palestinese e a:
- Esercitare pressioni per un cessate il fuoco completo e permanente e il ritiro totale delle truppe israeliane;Adottino misure immediate per porre fine all’assedio di Gaza, compreso il dispiegamento di convogli navali e terrestri per garantire l’accesso sicuro degli aiuti umanitari e alloggi mobili prima dell’inverno;
- Sostenere la riapertura dell’aeroporto internazionale e del porto di Gaza per facilitare la consegna degli aiuti.
Al di là dell’emergenza, gli Stati devono riconoscere l’autodeterminazione e la giustizia palestinese come elementi essenziali per una pace e una sicurezza durature e, pertanto:
- Sospendere tutte le relazioni militari, commerciali e diplomatiche con Israele;
- Indagare e perseguire tutti i funzionari, le aziende e gli individui coinvolti o che hanno facilitato il genocidio, l’istigazione, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra e altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario;Garantire il risarcimento, compresa la ricostruzione completa e il ritorno;Cooperare pienamente con la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia;Riaffermare e rafforzare il sostegno all’UNRWA e al sistema delle Nazioni Unite nel suo complesso;Sospendere Israele dalle Nazioni Unite ai sensi dell’articolo 6 della Carta delle Nazioni Unite 377(V), per garantire che Israele smantelli la sua occupazione.
La Relatrice Speciale esorta inoltre i sindacati, gli avvocati, la società civile e i cittadini comuni a monitorare le azioni degli Stati in risposta a queste raccomandazioni e a continuare a esercitare pressioni su istituzioni, governi e aziende affinché adottino boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni fino alla fine dell’occupazione illegale israeliana e dei relativi crimini.
Leggi e scarica il report integrale in italiano (traduzione non ufficiale, a cura di Kritica) - https://kritica.it/in-evidenza/report-genocidio-di-gaza-un-crimine-collettivo-italiano/?
Nessun commento:
Posta un commento