venerdì 17 febbraio 2017

La scienza e la tecnologia secondo Fidel Castro*- Massimo Zucchetti

*Da:    http://www.marx21.it/



La scomparsa del Comandante Fidel Castro Ruz, avvenuta in questi giorni, mi ha portato a scrivere un breve ricordo di quelli che sono stati – avendoli verificati di persona - il suo pensiero sulla Scienza e la Tecnologia, la sua influenza sullo sviluppo di queste discipline a Cuba e nel mondo, e di come questo suo pensiero abbia contributo a conservare a Cuba la sua indipendenza.

Partiamo dalla mia esperienza personale, e non certo per mettere me stesso in mostra, ma per cercare di far capire a quale titolo vengano scritte queste righe: in questi giorni abbondano infatti sedicenti neo-esperti di Cuba, che nell’isola caraibica non hanno mai messo piede, se non al massimo per una settimana all-inclusive in un albergo a Varadero. Ho partecipato – dagli anni 90 fino all’anno scorso - a molte Conferenze internazionali a Cuba, in particolare relative a materie vicine alla mia disciplina, cioè la fisica nucleare e lo studio dell’ambiente. Nella serie di convegni internazionali WONP (Workshop On Nuclear Physics) e NURT (Nuclear and Related Techniques) ho potuto presentare molti miei lavori scientifici, trovando sempre ottima accoglienza, pubblico ampio, colleghi interessati con i quali ho anche intessuto rapporti di collaborazione.

Un solo esempio per tutti: nel 2001 presentai un lavoro scientifico sull’impatto ambientale e sulla salute dell’utilizzo militare dell’Uranio Impoverito [1], uno dei primi lavori presentati a livello internazionale da un italiano dopo la guerra contro la Jugoslavia nel 1999. Attenzione alla data: nel 2001 era molto difficile parlare scientificamente di quel problema, dato che nel democratico occidente vigeva una vulgata de facto che relegava l’allarme sull’uso di quel materiale radioattivo ad una protesta complottista. Ora, nel 2016, sappiamo che la NATO fece un uso criminale di quegli ordigni nei Balcani (come prima in Iraq e poi in altre guerre), mentre il governo “di sinistra” italiano, prima partecipò con le proprie basi ai bombardamenti, e poi inviò i soldati italiani in Kosovo, senza alcuna protezione contro l’inquinamento da polveri radioattive e composti chimici cancerogeni: l’odissea delle malattie e delle morti dei nostri militari si protrae tuttora. A Cuba, così come quando parlai di fusione termonucleare controllata a deuterio-elio-3, di monitoraggio e previsione dei sismi mediante il gas radon, ed altri argomenti scientifici di avanguardia, trovai spazio, accoglienza, attenzione, critica costruttiva, e dignità scientifica.


Fidel Castro era un avvocato, ma vi sono nella sua famiglia due scienziati di grande valore proprio nel mio stesso campo. Il suo primo figlio, il prof. Fidel Castro Diaz Balart, fisico nucleare noto anche a livello internazionale. E suo nipote diretto, anch’egli fisico nucleare, che non molto tempo fa ha completato i suoi studi conseguendo il Dottorato di Ricerca presso una prestigiosa università francese. Di entrambi mi onoro di essere amico, ed è pensando specialmente a loro che ho scritto questo mio breve ricordo.

L’attenzione di Fidel Castro verso la scienza e la tecnologia non hanno certo bisogno del mio endorsement. Ricordiamo tuttavia alcuni brani di un suo discorso del gennaio 1960, appena un anno dopo il trionfo della Rivoluzione:

“El futuro de nuestra Patria tiene que ser necesariamente un futuro de hombres de ciencia, de hombres de pensamiento, porgue precisamente es lo que más estamos sembrando, lo que más estamos sembrando son oportunidades a la inteligencia”.

Hay que despertar el interés de nuestra juventud para que investigue, para que conozca, para que se entrene, ya que esos conocimientos tienen valor en todos los ordenes”.

Nuestro país en el terreno de la investigación, deberá hacer dos cosas: acopiar información de todo lo que se va haciendo en otras partes, no debemos inventar dos veces lo que esta inventado una vez y a la vez realizar aquellas investigaciones concretas sobres las cuales en concreto necesitamos resolver determinados problemas, adaptar el resultado de las investigaciones a otros países a las necesidades de nuestro país”. 

Tampoco sería posible investigar en todas las ramas… Nosotros no podemos ser fuertes en todo de ahí la importancia de determinar en que podemos ser más fuertes y más especializados porque nosotros tenemos una ventaja, el recurso humano”. (Revista Juventud y Técnica, Nº 297, p. 29)

Ed è con molta attenzione che ho cercato di dare di queste frasi una traduzione decente in italiano:

“Il futuro del nostro paese deve necessariamente essere un futuro di uomini di scienza, uomini di pensiero, perché è proprio quello che stiamo seminando: quello che stiamo seminando sono opportunità per l'intelligenza.

Dobbiamo risvegliare l'interesse dei nostri giovani per studiare, conoscere, essere formati, perché la conoscenza ha valore a tutti i livelli.

Per il nostro Paese, nel campo della ricerca, è necessario fare due cose: raccogliere informazioni su tutto quanto viene fatto altrove, perché non dobbiamo re-inventare un doppione di quanto si è già scoperto, e quindi dobbiamo concentrarci su quelle ricerche specifiche delle quali abbiamo bisogno per risolvere certi nostri problemi, cioè adattare i risultati delle indagini in altri paesi alle esigenze del nostro paese.

Perché sarebbe impossibile fare ricerca in tutti gli aspetti dello scibile. Non possiamo essere forti in tutto: da qui l'importanza di determinare dove possiamo essere più forti e più specializzati, perché abbiamo un vantaggio, le risorse umane.”

In una nazione – nel 1960 – appena uscita da una guerra di liberazione, dopo decenni di dominio di fatto coloniale tramite una dittatura, con la maggior parte della popolazione ancora analfabeta e senza accesso all’istruzione, e nessun ruolo rilevante in ambito scientifico, questi concetti potevano apparire una sfida forse troppo visionaria e coraggiosa: ma tuttavia, come si legge nella seconda parte, molto concreta e priva di promesse irrealizzabili e voli pindarici. Quando venne detto nel 1960, fu realizzato pienamente e si andò ben oltre. Cuba ha un tasso di alfabetizzazione, scolarizzazione, accesso all’istruzione universitaria che non ha pari in nessuna nazione circonvicina, e fra i primi al mondo. Oltre a questo, nell’ambito della ricerca avanzata, Cuba ha raggiunto nei decenni più recenti livelli di eccellenza internazionale in molte discipline. Un elenco completo va oltre le intenzioni di questo scritto: ma voglio ricordare l’eccellenza raggiunta in molti campi della biotecnologia, della medicina, della genetica, delle scienze informatiche, che ho potuto constatare di persona, oltre che in molti altri.

Passano trent’anni da quel 1960, e Fidel Castro entra nell’ultimo suo periodo di potere politico attivo, prima di abbandonare gradualmente ogni carica. Molte realizzazioni si sono compiute, ma Cuba è sotto attacco da parte del Capitalismo internazionale, nel tentativo di isolarla e di renderlo il prossimo possibile parco dei divertimenti, dopo il 1989 e la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Dice Fidel Castro nel 1991:

“No puede haber socialismo sin ciencia.

La supervivencia de la Revolución y del socialismo, la preservación de la independencia de este país depende hoy, fundamentalmente de la ciencia y la técnica. Y no voy a decir que sea únicamente un problema de la ciencia y la técnica; yo diría que es, en primer lugar, un problema político, una cuestión de conciencia, de espíritu de lucha, de voluntad, decisión, y valor para resistir, para enfrentar dificultades, cualesquieran que sean. Este esfuerzo de la ciencia y de la técnica requiere de una premisa política, que es la voluntad de luchar y de vencer.

Lo que tengamos en el futuro tenemos que crearlo nosotros, tenemos que conquistarlo con nuestros brazos, con nuestro sudor y con nuestra inteligencia. Podemos llegar a hacer mucho y podemos llegar muy lejos, porque tenemos lo que no tienen otros: la cantidad de talento acumulado de nuestra sociedad, la cantidad de inteligencia desarrolladas. Con lo que tenemos podemos alcanzar lo que queramos.”
(Pensamiento de Fidel Castro Ruz. Tercera Parte. VI Forum, 1991.)

Che sempre nella mia traduzione, significa in italiano:

“Non ci può essere il socialismo senza la scienza.

La sopravvivenza della rivoluzione e del socialismo, preservando l'indipendenza di questo paese, dipende oggi prevalentemente dalla scienza e dalla tecnologia. E non voglio dire che è solo un problema di scienza e tecnologia; Direi, prima di tutto, un problema politico, una questione di coscienza, spirito combattivo, di volontà, determinazione, e il coraggio di resistere, ad affrontare le difficoltà, qualsiasi esse siano. Questo sforzo della scienza e della tecnologia richiede una premessa politica, che è la volontà di combattere e vincere.

Quello che avremo in futuro, lo dobbiamo creare noi, dobbiamo conquistarlo con le nostre mani, con il nostro sudore e la nostra intelligenza. Possiamo ottenere molto e possiamo andare lontano, perché abbiamo ciò che altri non hanno: la quantità di talento accumulato nella nostra società, la quantità di intelligenza sviluppata. Con quello che abbiamo possiamo ottenere ciò che vogliamo.”

Un altro quarto di secolo è passato da quel discorso. Cuba c’è. E non si trova ormai nessuno, neppure fra i discendenti della mafia cubano-statunitense di Batista ed i suoi tardi epigoni internazionali, che riesca ad enumerare, fra i propri argomenti contro Cuba, l’arretratezza culturale, tecnologica, scientifica. Al di là delle convinzioni di ognuno in campo politico, questi sono i fatti. Con gran dispetto dei profeti di sventura, Fidel Castro è stato forse l’unico rivoluzionario al mondo ad aver fatto una rivoluzione, aver vinto, ed averla mantenuta: crediamo che uno dei modi con i quali questo sia stato realizzato sia anche l’aver creduto nella scienza, nella cultura, nella tecnologia non come patrimonio di pochi, ma alla portata e al servizio di tutti.

Note – Per un approfondimento.

• Josefa Cuadra Vázquez, María Caridad Herrera Gómez. El pensamiento de Fidel Castro en relación con la ciencia y su influencia en los profesionales de Cultura Física (Fidel Castro’s thought about science and its influence in the professional of Physical Culture), Facultad de Cultura Física, Universidad de Guantánamo (Cuba). http://www.efdeportes.com/efd156/fidel-castro-y-los-profesionales-de-cultura-fisica.htm
• Castro Días Balart (2001) Amanecer del tercer milenio, Ciencia, Innovación y Futuro. Instituto Cubano del Libro, Ciudad de la Habana.
• Castro Ruz, Fidel (1995) Discurso en el Acto Central del Congreso Pedagogía 1995. Periódico Granma.
• Castro Ruz, Fidel (2000) Discurso pronunciado en el Aniversario de la Sociedad Espeleológica de Cuba (1960). Rumbo hacia el futuro.
• Palabras de Fidel Castro Ruz. Ciencia y Técnica (premisa política).  http://www.forumcyt.cu/generalidades/fidel

NOTE

[1]  M. Zucchetti, Some facts on depleted uranium, its military use, its effects on the health of population. Conference Paper · February 2001. DOI: 10.13140/RG.2.1.3379.8647. Conference: 3rd International Symposium on Nuclear and Related Techniques NURT 2001, At La Habana (Cuba). Scaricabile liberamente dal sito web: https://www.researchgate.net/publication/293649268_Some_facts_on_depleted_uranium_its_military_use_its_effects_on_the_health_of_population

LEGGI L'ARTICOLO IN INGLESE:   https://drive.google.com/file/d/0B4zoX5HeBQpgM2wtdWRkbV9DLUU5a0NrUTBIbTN0Ri1Wbzdr/view

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