mercoledì 30 ottobre 2024

IL COLONIALISMO di ieri e di oggi. USA, RUSSIA, e CINA: quali sono realmente i PAESI IMPERIALISTI? - Alessandra Ciattini

Da: Tracce Di Classe - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).

Ritorna con noi l'antropologa piu' amata dagli Italiani: Alessandra Ciattini! Con lei partendo dall'analisi di alcuni testi degli anni cinquanta del Nevecento, cerchiamo di capire cos'e' il colonialismo di ieri e come questo si paragona al colonialismo odierno, e cerchiamo di interrogarci sulla questione se USA, Russia e Cina siano realmente paesi imperialisti. 

Vedi anche: La costruzione dell’egemonia culturale statunitense in Europa dalla fine della Seconda  

lunedì 28 ottobre 2024

PROPAGANDA e PSICOLOGIA di GUERRA: dal Fronte Russo-Ucraino del DONBASS al MEDIO ORIENTE


Vedi anche: "Start Up a War. Psicologia di un Conflitto" -Documentario sulla guerra in Ucraina di Sara Reginella (https://www.youtube.com/watch?v=GnOe9CccjV4

                                                                          

domenica 27 ottobre 2024

Hegel NON è un idealista (nel senso usuale del termine) - Lucio Cortella

Da: Lucio CORTELLA - Lucio Cortella è attualmente Professore ordinario di Storia della Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia (https://www.unive.it/data/persone/5591041/curriculum) (Lucio CORTELLA).

Vedi anche: Storia della Filosofia - Lucio Cortella
G. W. F. Hegel: La fenomenologia dello Spirito*- Lucio Cortella  


                                                                                                                                                      

sabato 26 ottobre 2024

Guerra in Medio Oriente, la 'catastrofe' palestinese. Una nuova Nakba?

Da: Limes Rivista Italiana di Geopolitica - Paola Caridi è una giornalista e blogger italiana

Leggi anche: Fermare l’ideologia genocida di Bibi & C. - Jeffrey Sachs 
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ - 


Israele vuole un nuovo spostamento di popolazione palestinese da Gaza verso l'Egitto e dalla Cisgiordania verso la Giordania per realizzare il Grande Israele dal fiume al mare, senza perdere la maggioranza ebraica della popolazione. La posizione di Egitto, Giordania e degli altri paesi arabi. La Lega Araba ha abbandonato i palestinesi? La guerra in Libano e i sette fronti di Israele. Ḥamās (Hamas) e il resto dell'asse della resistenza iraniano. Sinwar ha deciso l'attacco del 7 ottobre senza l'accordo dell'ala politica di Hamas e degli alleati iraniani e libanesi? Hamas ha sopravvalutato l'importanza degli ostaggi israeliani: cambio radicale nella politica di Netanyahu. Il nuovo libro "Il gelso di Gerusalemme. L'altra storia raccontata dagli alberi (Feltrinelli, 2024). 
In collegamento Paola Caridi e Alfonso Desiderio. Puntata registrata il 17 ottobre 2024.

                                                                         

giovedì 24 ottobre 2024

Come Israele ha ucciso centinaia di suoi cittadini il 7 ottobre - Asa Winstanley

Da: https://www.invictapalestina.org - Originale: https://electronicintifada. Traduzione: Simonetta Lambertini (Invictapalestina). Con ulteriori ricerche di Maureen Murphy e traduzione dall’ebraico di Dena Shunra. -  Asa Winstanley è un giornalista investigativo che scrive principalmente di Palestina e della lobby israeliana. È un redattore associato di The Electronic Intifada , il principale sito di notizie sulla Palestina in lingua inglese. È co-conduttore di The Electronic Intifada Podcast. È autore del libro Weaponising Anti-Semitism: How the Israel Lobby Brought Down Jeremy Corbyn (OR Books, 2023). 


FOTO: Un selfie al “cimitero delle auto” di Tekuma. Israele afferma che più di 1.000 veicoli sono stati distrutti – spesso con prigionieri israeliani all’interno – il 7 ottobre 2023 e subito dopo. Ma le prove dimostrano che molti di questi bombardamenti sono stati effettuati da Israele stesso, nell’ambito della sua micidiale “direttiva Hannibal”. (Jim Hollander UPI) 


Un anno fa i combattenti palestinesi guidati da Hamas hanno lanciato un’offensiva militare senza precedenti dalla Striscia di Gaza.

L’obiettivo immediato era quello di infliggere un duro colpo alle basi dell’esercito israeliano e agli insediamenti militarizzati che hanno assediato gli abitanti di Gaza per decenni – tutti costruiti sulla terra da cui le famiglie palestinesi furono espulse nel 1948. 

L’obiettivo più grande era quello di infrangere uno status quo in cui Israele, gli Stati Uniti e i loro complici ritenevano di aver effettivamente messo da parte la causa palestinese, e di riportare la lotta di liberazione in primo piano nell’attenzione mondiale.

L’“Operazione Al-Aqsa Flood”, come l’ha chiamata Hamas, è stata, secondo qualsiasi misura militare oggettiva, un successo sbalorditivo.

Quel giorno, presso il quartier generale militare di Israele, si disse che “la divisione di Gaza era stata sopraffatta”, ha ricordato in seguito ai giornalisti israeliani una fonte di alto livello presente. “Queste parole mi danno ancora i brividi”.

Coperti dall’aria da droni armati e da una raffica di razzi – che hanno aperto l’offensiva alle 6:26 esatte – i combattenti palestinesi hanno lanciato un’incursione fulminea sulla linea di confine di Gaza.

martedì 22 ottobre 2024

La CIA e la cosiddetta “French Theory” - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lantidiplomatico.it -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).

Vedi anche: "La guerra fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti" - Renato Caputo intervista Alessandra Ciattini  

La costruzione dell’egemonia culturale statunitense in Europa dalla fine della Seconda Guerra mondiale - Alessandra Ciattini 

Leggi anche: La battaglia delle idee: come è stata costruita l’egemonia statunitense - Alessandra Ciattini 

Come l’agenzia di spionaggio è riuscita a creare un pericoloso clima antisovietico e antimarxista, camuffando la sua propaganda come informazione fattuale e ammorbidendo l’atteggiamento critico nei confronti della delirante politica impostasi agli albori del “secolo americano”, favorendo, inoltre, la metamorfosi delle forze politiche rappresentative del movimento operaio.

Si potrebbe affermare che nulla accade per caso: l’indebolimento del marxismo è stato prodotto da molti fattori, tra i quali anche l’intervento diretto della CIA, i cui agenti (fatto sorprendente) erano dei raffinati cultori di filosofia.

Ricordo i giorni successivi all’ammainamento della bandiera rossa dal Cremlino e la sua sostituzione con quella russa. Tutti gioivano esultanti affermando che la guerra fredda era finita e che ci avrebbe aspettato un periodo di pace e di prosperità. Per quanto mi riguarda, insieme ai membri del mio ambiente culturale, non partecipai a questa gioia, convinta che la Germania dell’est era stata praticamente svenduta e la fine dell’URSS avrebbe messo in pericolo i già difficili equilibri mondiali. Non mi vanto di aver avuto ragione anzi, speravo e di avere torto e che le mie paure fossero infondate. Invece, oggi ci troviamo alla soglie di una terza guerra che sarà probabilmente nucleare, alquanto prevedibile se si conosce la natura insaziabile del capitalismo, il cui motto può così esser riassunto “dare il meno possibile, per ottenere il massimo”, o se vogliamo una citazione letteraria, così ad un certo punto esclama in Moby Dick il capitano Akab: “Il mio movente e il miei fini sono folli, ma i miei mezzi sono razionali”. Razionali nel senso che sono adeguati all’apocalittico sterminio dell’umanità o all’uccisione della balena bianca. Tra l’altro ricordo che un bomba nucleare è anche meno cara rispetto a tutte le armi sofisticate che si stanno attualmente usando.

sabato 19 ottobre 2024

La caduta di Israele - Scott Ritter

Da: Consortiumnews.com - Assopace Palestina - Scott Ritter è un ex ufficiale dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti che ha prestato servizio nell’ex Unione Sovietica applicando i trattati sul controllo degli armamenti, nel Golfo Persico durante l’operazione Desert Storm e in Iraq supervisionando la disattivazione delle armi di distruzione di massa. Il suo libro più recente è Il disarmo al tempo della perestrojka, pubblicato da Clarity Press. 


Un anno fa, Israele era seduto al posto del gatto. Oggi, guarda dritto in faccia la sua fine. 

Ho  scritto in precedenza sull’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, definendolo “il raid militare di maggior successo di questo secolo“. 

Ho descritto l’azione di Hamas come un’operazione militare, mentre Israele e i suoi alleati l’hanno definita un'”azione terroristica” della stessa portata di quanto accaduto contro gli Stati Uniti l’11 settembre 2001. 

“La differenza tra i due termini,” ho notato, “è come il giorno e la notte: etichettando gli eventi del 7 ottobre come atti di terrorismo, Israele trasferisce la colpa delle enormi perdite dai suoi servizi militari, di sicurezza e di intelligence ad Hamas. Se Israele, tuttavia, riconoscesse che ciò che Hamas ha fatto è stato in realtà un raid, un’operazione militare, allora la competenza dei servizi militari, di sicurezza e di intelligence israeliani verrebbe messa in discussione, così come la leadership politica responsabile della supervisione e della direzione delle loro operazioni”. 

Il terrorismo impiega strategie che cercano la vittoria attraverso l’attrito e l’intimidazione, per logorare un nemico e creare un senso di impotenza da parte del nemico. I terroristi per natura evitano il conflitto esistenziale decisivo, ma piuttosto perseguono una battaglia asimmetrica che contrappone i loro punti di forza alle debolezze dei loro nemici. 

giovedì 17 ottobre 2024

Marx e la società postcapitalista - Vladimiro Giacché

Da: AccademiaIISF -  Vladimiro Giacché, è un filosofo e saggista italiano Si è occupato e si occupa principalmente di economia finanziaria e politica, storia dell'economia e della filosofia, con particolare riferimento all'idealismo tedesco e alla tradizione del marxismo. È Responsabile Studi e Marketing Strategico presso la Banca del Fucino (Gruppo Bancario Igea Banca) 


Prima parte: Dagli scritti giovanili al Manifesto

                                                                           

Seconda parte: Da Le lotte di classe in Francia alla Critica del programma di Gotha  https://www.youtube.com/watch?v=HaMnpb48Qac 

lunedì 14 ottobre 2024

Il vicolo cieco dell’escalation | Francesco Dall’Aglio

Da: Il Contesto - Giacomo Gabellini è un giovane ricercatore indipendente. - Francesco Dall'Aglio, medievista, ricercatore presso l'Istituto di Studi Storici al dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria). Esperto di est Europa e di questioni strategico-militari, è diventato un seguito commentatore sul canale Ottolina.tv e autore di War Room - Russia, Ucraina, NATO un canale telegram molto seguito su questi argomenti. 

Ormai da qualche settimana, Israele lancia continui, pesantissimi attacchi in Libano prendendo di mira quartieri residenziali, infrastrutture e i vertici sia civili che militari di Hezbollah. Il 27 settembre, il segretario generale del Partito di Dio Hassan Nasrallah è morto in seguito a un devastante bombardamento presso il quartiere Dahiya di Beirut ad opera dell’aeronautica militare israeliana, che ha anche colpito obiettivi in territorio yemenita e siriano. A sua volta, Hezbollah ha risposto con il lancio di un nugolo di missili in territorio israeliano, in attesa che l’Israeli Defense Force lanciasse l’invasione di terra (denominata “Frecce del Nord”). Una volta entrati in territorio libanese, i soldati di Tsahal hanno subito diverse imboscate riportando morti, feriti e distruzione di mezzi. L’1 ottobre, il governo di Teheran, sottoposto a forti pressioni sia interne che esterne in seguito all’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh, si è mobilitato sferrando l’Operazione True Promise-2. Nell’arco di qualche decina di minuti, dall’Iran sono partiti poco meno di duecento missili balistici contro il territorio israeliano, diversi dei quali hanno – a dispetto delle dichiarazioni di vertici di Tsahal – “bucato” le difese aeree di Tel Aviv colpendo obiettivi disseminati in tutto il Paese. Teheran ha quindi dichiarato lo stato di guerra, e messo in chiaro che le forze missilistiche iraniane bersaglieranno tutte le infrastrutture israeliane qualora Netanyahu ordini una contro-rappresaglia. Il generale Michael Kurilla, a capo del Central Command statunitense, è arrivato in Israele per coordinare, stando alla stampa sia israeliana, una ritorsione “commisurata” all’offesa subita. Secondo l’ex premier israeliano Naftali Bennett, che nel corso di una sconcertante intervista all’«Economist» ha affermato che Israele dovrebbe evitare qualsiasi remora pur di incutere terrore nei nemici, una riposta “proporzionata” consisterebbe nella distruzione del programma nucleare iraniano, nel rovesciamento della leadership politica del Paese e nel paralizzare i principali interessi economici iraniani, energia in primis. Per il momento, Israele continua a bombardare pesantemente Beirut, e a effettuare raid in Siria in prossimità della base russa di Hmeimim. Sul fronte ucraino, le forze russe proseguono la loro avanzata, mentre la revisione della dottrina nucleare annunciata da Putin e Lavrov sembra aver indotto gli sponsor occidentali di Kiev a più miti consigli in merito alla possibilità di autorizzare l’Ucraina a impiegare armi fornite dai Paesi membri della Nato per sferrare attacchi in profondità in territorio russo. Verso quali scenari ci stiamo orientando? Proviamo a comprenderlo assieme a Francesco Dall’Aglio, medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room».

                                                                         

venerdì 11 ottobre 2024

Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ

Da: Tlon - Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948. - Rachida El Azzouzi è una giornalista del sito d’informazione francese Mediapart.


                       
Ilan Pappé , Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina, Fazi Editore.

                                                                          

martedì 8 ottobre 2024

2024 o 1914? - Incontro con Luciano Canfora, introduce Federico Losurdo

Da: Università degli Studi di Urbino Carlo Bo - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast

Il socialismo e la guerra - Vladimir Lenin (1915)  
Better Fewer, But Better*- Vladimir Lenin (1923)

Spesso si ha l'impressione che le classi dirigenti europee stiano preparando popoli e Stati a un conflitto imminente. Anche la recente e molto celebrata Agenda Draghi sembra avere questo obiettivo. Diventa quindi essenziale, prima che sia troppo tardi, individuare le cause di una situazione sempre più fuori controllo e trovare strumenti, non solo politici, per fermare questa corsa folle verso il disastro. Da qui nasce l'idea di proporre una riflessione ponderata sulla forte somiglianza tra l'attuale situazione politica europea e quella che, nel 1914, portò alla Prima Guerra Mondiale. Alla base di questa riflessione c'è la convinzione che l'apparente unificazione globale in un unico sistema economico e sociale – il capitalismo neoliberale – stia scatenando una feroce competizione tra "spiriti animali", la quale, come allora, potrebbe tentare di risolvere le proprie contraddizioni attraverso la guerra. 




                                 

domenica 6 ottobre 2024

Il prestito e le tasse, anche. Cronache marXZiane n. 15 - Giorgio Gattei

Da: http://www.maggiofilosofico.it - Giorgio Gattei è uno storico del pensiero economico ed economista marxista italiano. Professore di Storia del Pensiero Economico presso la Facoltà di Economia dell'Università di Bologna. 

Leggi anche i precedenti: 

Sulla “follia babilonese” di John Maynard Keynes, ovvero: la verità, vi prego, sulla moneta. Cronache marXZiane n. 14 - Giorgio Gattei (http://www.maggiofilosofico.it/40538-2/



1. Se la moneta è “Dio” (vedi la Cronaca precedente), di quanto “Dio” ci sarà bisogno sul pianeta Marx, quel corpo teorico celeste comparso improvvisamente nel cielo dell’economia e a cui Karl Marx, che più di tutti l’ha investigato, ha dato il suo nome?

Intanto facciamo il punto su quanto abbiamo finora appreso, e cioè che la moneta non deriva affatto dall’iniziativa spontanea degli “scambisti democratici” sul mercato, come l’ha raccontata Aristotele e si continua a ripetere, bensì dalla pratica di “buon vicinato” di prestare qualcosa a qualcuno con l’impegno di farsela restituire in futuro (che poi non sarebbe altro che lo sviluppo di quella originaria “economia del dono”, studiata da Marcel Mauss, che impone comunque l’obbligo di ricambiare il dono ricevuto e addirittura ad abundantiam). Se poi a certificazione del prestito concesso venisse redatta una qualche scrittura con l’indicazione di quanto prestato e del nome del debitore, saremmo davanti ad una promessa di pagamento, a queli “pagherò” che sarebbero stati all’origine della moneta «prima delle sue origini», per dirla con il bel titolo di un libro di O. Bulgarelli (2001). Quella primitiva “scrittura monetaria” (se tale ci azzardassimo di chiamarla) resterebbe però nelle mani del creditore finché il debitore non avesse restituito quanto ricevuto in prestito, dopo di che gli sarebbe riconsegnata liberandolo dalla sua obbligazione. Se così può essere stato, come la documentazione storica sembra provare, allora la moneta avrebbe trovato la sua origine in una relazione di debito/credito piuttosto che in uno scambio tra compratori e venditori, ma questa interpretazione alternativa (“cartalista” come è stata chiamata, ma il termine è equivoco e non ha fatto presa) ha potuto farsi strada soltanto nel corso del Novecento, man mano che venivano alla luce le “pratiche monetarie” di Sumeri e Babilonesi e sulle quali abbiamo adesso almeno i due testi riepilogativi di D. Graeber, Debito. I primi 5000 anni (2012) e La natura della moneta (2016) di G. Ingham. ma qui soprattutto merita citare la succosa sintesi di P. Tcherneva, Il cartalismo e l’approccio alla moneta come entità guidata dalle tasse (2019, in rete) che ha ispirato questa “Cronaca marXZiana”.

Insomma, per comprendere la nascita della moneta non c’è affatto bisogno della Grecia, bensì piuttosto della Mesopotamia, quella “terra fra i due fiumi” in cui fin dai più lontani tempi si era formata una società urbana così complessa da richiedere l’adozione di “strumenti finanziari” come i prestiti (e le tasse di cui poi diremo). La fecondità del luogo favoriva la produzione dell’orzo, che era il cereale tipico per l’alimentazione e dal quale, per qualche accidente fortuito, era derivata quella bevanda alcolica che è la birra, che altro non è se non orzo fermentato. Intendiamoci: se l’orzo serve per produrre sé stesso e la birra, la birra non può servire ad altro che a bersela per guadagnare quel felice stato di ebbrezza di cui già veniva detto nel più antico poema della umanità, quella Epopea di Gilgamesh il cui alter ego terrestre Enkidu (Gilgamesh era invece un semidio) viene introdotto, insieme al sesso, alla degustazione della birra e dopo il settimo boccale «il suo animo si rallegrò, il cuore gioì ed il volto gli si illuminò». Per i Greci, invece, la bevanda alcolica tipica era il vino ricavato dalla spremitura dall’uva (grande innovazione del dio Bacco!), così che nella tragedia di Eschilo, quando le Danaidi egiziane, per sfuggire al “matrimonio combinato” coi cugini, si rifugiano ad Argo («non sposa, non schiava!»), il suo re si opporrà agli egizi venuti a riprendersele al grido: «Maschi sì, vi si faranno incontro, genti di qui che non bevono certo vino di orzo!» (tuttavia, alla fine le Danaidi saranno riconsegnate ai mariti promessi, che esse comunque stermineranno, tranne una, la notte delle nozze).

Se questa è mitologia, economicamente che cosa se ne può dire? Che, se l’orzo è un input necessario per la produzione di entrambe le merci, la birra è invece un output secondario, sebbene assai gustevole, simile a quei “beni di lusso” che sono stati studiati nel passato più dal punto di vista storico, sociologico ed antropologico (vedi ad esempio W. Sombart, Lusso e capitalismo, 1913) che da quello logico-economico. Per provarci in questo senso può servire la distinzione, introdotta da Piero Sraffa nel suo resoconto d’esplorazione del pianeta Marx (Viaggio di merci per merci, 1960), tra i “beni-base” che servono a produre ogni altro bene (nel nostro caso l’orzo = merce 1) e i “beni-non base” che invece non fanno questo e che addirittura, nel caso di un bene-non base “assoluto” come la nostra birra = merce 2, non serve nemmeno alla produzione di sé stessa. Ma se è così, è ovvio che il fabbricante di birra (d’ora in poi il “birraio”) avrà bisogno di ricevere in prestito l’orzo necessario dal suo produttore (d’ora in poi l’“orziere”), impegnandosi a ripagarlo con la birra che avrà prodotto di suo. Ora questo prestito può anche restare un fatto privato fra i due produttori, ma fin dai tempi di Sumeri e Babilonesi vi si era infilata nel mezzo una istituzione speciale, come il Tempio o il Palazzo, allo scopo di prestare ai produttori di birra quell’orzo ricevuto a titolo di offerta da parte dei fedeli (il Tempio) oppure come tassa da parte dei contribuenti (il Palazzo) – e gli storici sono ancora a discutere «se nel passato più arcaico quella economia fosse gestita dall’autorità religiosa (il Tempio) oppure dal sovrano (il Palazzo) e comunque alla lunga sarà il Palazzo ad avere sia il potere politico che quello economico» (O. Bulgarelli, Moneta ed economia nell’antica Mesopotamia  (III-I millennio a.C., 2009), così che per noi solo il Palazzo sarà.

sabato 5 ottobre 2024

The CORPORATION . Le Multinazionali ci hanno reso schiavi.

Da: Donda Marchi - 

                                                                          

venerdì 4 ottobre 2024

Fermare l’ideologia genocida di Bibi & C. - Jeffrey Sachs

Da: https://www.ilfattoquotidiano.it/.../fermare.../7716135 - Originale: https://www.commondreams.org – traduzione di Miriam Mirolla - 

Jeffrey D Sachs, professore universitario presso la Columbia University, è Direttore del Center for Sustainable Development presso la Columbia University e Presidente del Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite. Ha servito come consigliere di tre Segretari generali delle Nazioni Unite e attualmente ricopre il ruolo di avvocato SDG sotto il Segretario generale António Guterres. - Riccardo Antoniucci, Filosofo. Dal 2013 al 2016 è stato responsabile comunicazione e ufficio stampa per la casa editrice DeriveApprodi. Attualmente continua a lavorare nello stesso ambito come freelance, collaborando, tra gli altri, con le case editrici manifestolibri e Stampa Alternativa. Traduce dal francese ed è animatore della rubrica Francesismi per il blog filosofico di Micromega Il rasoio di Occam.


"Gaza is now all over the world.
The area of Gaza is now going to all continents because of the people of the world who support the struggle of the Palestinians.
Even though if they kill, and kill, and kill, there will still be life in Gaza.
You are the eyes of Gaza now, you are the media.
We are not afraid of what Netanyahu is saying, they are afraid because the Palestinians are bound to hope, to implement their dreams by struggling.
We have only one choice: it is to fight, to liberate our land and ourselves from this occupation.
They are doing what the nazis did, but worst, because the weapons are new now.
They are making a Holocaust.
It is a war crime what they are doing."
(Leila Khaled) 

3 Ottobre 2024
L’Onu salvi la Palestina - Gli estremisti violenti che ora controllano il governo d’Israele credono che il Paese abbia la licenza biblica, il mandato religioso, per distruggere il popolo palestinese. Contro ogni diritto internazionale

Quando il premier israeliano Netanyahu è salito sul podio all’Assemblea generale Onu la scorsa settimana, decine di governi hanno abbandonato l’aula.
L’obbrobrio globale di Netanyahu e del suo governo è dovuto alla violenza depravata di Israele contro i suoi vicini arabi. Netanyahu diffonde un’ideologia fondamentalista che ha trasformato Israele nella nazione più violenta del mondo. 

Il credo fondamentalista di Israele sostiene che i palestinesi non abbiano alcun diritto alla propria nazione. La Knesset israeliana ha recentemente approvato una dichiarazione che respinge uno Stato palestinese in quella che la Knesset chiama la Terra di Israele, ovvero la terra a ovest del fiume Giordano. 

La Knesset s’oppone fermamente alla creazione di uno Stato palestinese a ovest della Giordania. La creazione di uno Stato palestinese nel cuore della Terra di Israele rappresenterà un pericolo esistenziale per lo Stato di Israele e i suoi cittadini, perpetuerà il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerà la regione. 

Chiamare la terra a ovest del Giordano il “cuore della Terra di Israele” è sbalorditivo. 

martedì 1 ottobre 2024

Le cose che ho imparato che non si possono chiedere a Israele. - Louise Adler

Da: https://www.invictapalestina.org - English version - Traduzione: Simonetta Lambetini (Invictapalestina.org) - Louise  Adler è un’ex pubblicista australiana ed ex membro del consiglio di amministrazione di numerose organizzazioni artistiche. Fa anche parte del comitato consultivo del Jewish Council of Australia.

Leggi anche: Se questo è uno Stato. Intervista a Primo Levi - Gad Lerner  

"GIORNATA DELL'AMNESIA". Lettera al fantasma di Primo Levi. - Vittorio Arrigoni 

LA GUERRA CHE DURA SEI GIORNI E CINQUANT'ANNI - Joseph Halevi 

Gideon Levy: un ebreo coraggioso https://www.youtube.com/watch?v=_80ho1asfWA 

21 settembre 2024 - Immagine di copertina: Louise Adler

Negli ultimi anni mi è stato chiesto di commentare l’“impasse” del Medio Oriente, anche se non sono un esperta di politica estera. Sono solo una dei tanti umanisti che piangono questa tragica storia e inveiscono contro l’incapacità della comunità internazionale di esercitare la grande influenza che ha per portare pace e giustizia ai civili innocenti in quest’area del mondo.

Molti ebrei sostenitori della pace hanno affermato che è proprio a causa della nostra lunga storia di oppressione e discriminazione che dobbiamo stare dalla parte del popolo palestinese e sostenere il suo diritto all’autodeterminazione. Io sono arrivata al punto di pensarla diversamente. Non è a causa della mia storia che mi sono dichiarata alleata della lotta del popolo palestinese, ma perché, in quanto esseri umani, l’ingiustizia e la disuguaglianza richiedono che tutti noi ce ne preoccupiamo.

Sì, la mia storia familiare ha plasmato le mie idee politiche. Se mia madre e i miei nonni, in fuga da Berlino nel 1938, non fossero stati accolti qui, si sarebbero uniti ai 6 milioni di persone uccise nell’Olocausto. Quindi, sì, mi sta molto a cuore che i richiedenti asilo siano accolti dal nostro abbraccio di benvenuto.

Il padre di mio padre fu meno fortunato. Fu deportato a Beaune-la-Rolande nel primo rastrellamento di ebrei immigrati a Parigi nel 1941 e poi inviato a Birkenau, dove fu assassinato. Mio padre, all’età di 14 anni, si unì alla sezione ebraica della resistenza comunista a Parigi. Questo gruppo di partigiani, giovani uomini e donne comuni provvisti solo di coraggio e impegno, decise che era fondamentale esortare gli ebrei francesi a non presentarsi alla stazione di polizia locale, incoraggiarli a nascondersi e fornire razioni e posti per dormire ai bambini rimasti improvvisamente orfani.

sabato 28 settembre 2024

"La guerra fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti" - Renato Caputo intervista Alessandra Ciattini

Da: la Città Futura -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 


Videointervista alla professoressa dell'Università popolare Antonio Gramsci con cui ricostruiamo come la Cia, in piena caccia alle streghe, portava avanti una guerra sporca psicologica volta a strumentalizzare più intellettuali possibili nella crociata contro l'Unione sovietica, che avrebbe dovuto incarnare il presunto fallimento del comunismo.

                                                                            

lunedì 23 settembre 2024

La schiacciante superiorità militare dell’Occidente è un ricordo - Giacomo Gabellini intervista Francesco Dall’Aglio

Da: Il Contesto - Giacomo Gabellini è un giovane ricercatore indipendente. - Francesco Dall'Aglio, medievista, ricercatore presso l'Istituto di Studi Storici al dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria). Esperto di est Europa e di questioni strategico-militari, è diventato un seguito commentatore sul canale Ottolina.tv e autore di War Room - Russia, Ucraina, NATO un canale telegram molto seguito su questi argomenti. 


                                                                         

sabato 21 settembre 2024

Come e quando ha inizio una guerra - LUCIANO CANFORA

Da: Passepartout Asti -  Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast) -

                                                                           

giovedì 19 settembre 2024

Storia della Filosofia - Lucio Cortella

Da: youcafoscari - Lucio Cortella è attualmente Professore ordinario di Storia della Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia (https://www.unive.it/data/persone/5591041/curriculum) (Lucio CORTELLA). 

La prima lezione introduttiva: