*Da: "Materialismo
Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane” Trad. it. dallo spagnolo di Fabio Frosini.
**(Institut für kritische Theorie)
Cercheremo qui di abbattere i muri che agli occhi di molti
impediscono alla filosofia della prassi di introdursi nel regno del Marx più
maturo. Il primo di questi muri è stato eretto tra le Tesi su Feuerbach e la critica dell’economia politica; un secondo
tra il giovane Marx e il Marx maturo, con la conseguenza della nascita di una
specie di dualismo marxologico; un terzo muro, infine, è stato costruito tra la
società e la natura. Se riusciremo a sospendere la quarantena nella quale gli
strutturalisti hanno rinchiuso le Tesi su
Feuerbach, il sarcasmo di Althusser dovrà cessare e la filosofia della
prassi non sarà più «la bella conversazione notturna dei nostri leoni
intellettuali da salotto»2 . Non si potrà più dire allora, con il filosofo
francese, che «il primato della prassi è la prima parola di ogni idealismo». E
vacillerà anche l’ultima separazione, quella tra la società, o la cultura, e la
natura.
Nella bocca del lupo
economico: l’asse metodologico
Althusser arriva alla conclusione per cui le Tesi non possono essere utilizzate come
punto di partenza della filosofia marxista. Questa, dice, «dovrà cercare il suo
punto di partenza in un altro luogo,
[…] per poter partecipare da lontano alla trasformazione del mondo. Se si
assume ciò, le Tesi su Feuerbach
tornano al loro glorioso passato e finalmente si può parlare di un’altra cosa:
di Per la critica dell’economia politica,
dei Grundrisse, del Capitale».
Ebbene, facciamolo! Parliamo pure del Capitale! E facciamolo a partire dalla seguente domanda: come si
pongono in relazione le Tesi su Feuerbach
con la critica dell’economia politica?