Video del quinto incontro del ciclo "Ripartire da Marx" organizzato da Rete dei Comunisti - Torino e da Noi Restiamo -
Torino.
Lezioni precedenti: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/05/roberto-fineschi-marx-economista.html
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...

Questa folgorante intuizione pascaliana che Alberto Burgio e Marina Lalatta
Costerbosa citano a pagina 199 del libro che qui presentiamo esprime in estrema
sintesi la tesi di fondo dell’interessantissimo saggio recentemente scritto dai
due docenti – di Storia della filosofia il primo, di Filosofia del diritto la
seconda – dell’Università di Bologna: coloro che nella Germania nazista e
nell’Europa da questa occupata perpetrarono il genocidio, o se ne resero
complici collaborando in differenti modi, ovvero lo tollerarono assistendo
indifferenti ad esso – pertanto si inoltrarono «tanto a fondo» nella pratica
del male – lo fecero «in coscienza», cioè sapendo ciò che facevano e scegliendo
consapevolmente di agire in quel modo. Ora, la prassi conseguente ad una scelta
libera e consapevole pertiene all’ambito dell’etica e il caso di una prassi
malvagia e criminale comporta di necessità la questione delle responsabilità
morali (oltre a quelle penali, politiche o storiche) degli attori di tale
crimine.
Ora, possiamo tornare alla questione del ruolo storico della
classe operaia e della contraddizione fondamentale del capitalismo, così come
viene trattata implicitamente da Marx nella sua critica della maturità. Nel
concentrarmi sulle forme strutturanti la mediazione sociale, costitutive del
capitalismo, ho mostrato che la lotta di classe non genera, in sé e per sé, la
dinamica storica del capitalismo; in realtà, essa è un elemento motore di
questo sviluppo solo perché è strutturata da delle forme sociali
intrinsecamente dinamiche. Come si è già detto, l'analisi di Marx respinge
l'idea che la lotta fra la classe capitalista ed il proletariato sia una lotta
fra la classe dominante nella società capitalista e la classe che reca in sé il
socialismo e che, di conseguenza, il socialismo rappresenti
l'auto-realizzazione del proletariato. Quest'ultima idea è strettamente legata
alla comprensione tradizionale della contraddizione fondamentale del
capitalismo in quanto contraddizione fra la produzione industriale ed il
mercato e la proprietà privata. Ciascuna delle due grandi classi del
capitalismo viene identificata come uno dei termini di questa
"contraddizione"; l'antagonismo fra lavoratori e capitalisti viene
perciò visto come l'espressione sociale della contraddizione strutturale fra le
forze produttive ed i rapporti di produzione. Tutta questa concezione si basa
sul concetto di "lavoro" visto come fonte trans-storica della
ricchezza sociale e come elemento costitutivo della vita sociale.
Hegel [1] nota in un passo delle sue opere che tutti
i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano per,
così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere la prima volta come
tragedia, la seconda volta come farsa. Caussidière [2] invece di Danton [3], Louis Blanc [4] invece di Robespierre [5], la Montagna del 1848-1851 invece della Montagna
del 1793-1795, il nipote invece dello zio. È la stessa caricatura nelle
circostanze che accompagnano la seconda edizione del 18 brumaio [6]