*pubblicato sulla rivista"la Contraddizione"n°130, a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli, 2010. http://www.resistenze.org/
Dove eravamo rimasti? Abbiamo perso il filo. Sapevamo qualcosa un tempo, che oggi ci sfugge. Lo sapevamo nel ‘22: quando dietro gli uomini in camicia nera vedevamo gli industriali in camicia bianca, e oltre le violenze squadriste le “buone maniere” di chi voleva fermare con ogni mezzo la lotta operaia e contadina. Lo sapevamo nel Ventennio, quando i governi fascisti abbassarono le tasse ai ricchi, abolirono le imposte di successione, vietarono lo sciopero, e crearono le corporazioni, per opprimere ancora di più i lavoratori, fino a trascinarli, come carne da cannone, alla guerra. Lo sapevamo nel ‘43, “quando non ci furono più ordini, ciascuno dovette scegliere da sé, rischiare l’errore, decidere il dovere” – ed una nuova generazione riprese la lotta non solo contro il nazifascismo, ma contro l’oppressione e lo sfruttamento, contro i padroni dei campi e delle fabbriche, pagando quest’assalto al cielo con settantamila caduti, con centinaia di migliaia di feriti, con anni di carcere...
Provarono a farcelo dimenticare – un’amnistia ch’era un’amnesia: i giudici, i questori, la piccola-borghesia fedele al Duce intoccata negli apparati istituzionali, i gerarchi recuperati nei servizi segreti della nuova Italia repubblicana, con i partigiani in galera e la polizia che spara agli operai, con la mafia che uccide sindacalisti e contadini. Ma non l’avevamo dimenticato: dopo i morti di Reggio Emilia, dopo il governo Tambroni, sapevamo ancora riconoscere i fascisti, anche se non brandivano più il gladio, ma lo scudo crociato. “C’è ancora il fascismo? C’è. – scriveva Fortini – Ha ritrovato il suo viso di 50 anni fa. Prima delle camicie nere, il viso della conservazione che sul mercato politico offre ancora a buon prezzo gruppetti provocatori, perché il poco fascismo visibile mascheri il molto fascismo invisibile. La vostra coscienza cos’ha da dire? Bisogna scegliere, bisogna decidere. Il destino è solo vostro. Rispondete.
Risposero, otto anni dopo, gli studenti e gli operai, che quel destino volevano riprendersi. E rispose la bomba a Piazza Fontana. Tornò visibile il fascismo, ammazzando giovani, militanti, gente comune. Ma anche allora sapevamo chi li pagava e li copriva: gli Usa, i servizi segreti, la Dc, la grande borghesia, per far aumentare la tensione e favorire una stabilizzazione reazionaria... pienamente riuscita. Una guerra a bassa intensità, durata un decennio, finì all’improvviso. Il fascismo visibile tornò marginale, quello invisibile no: trovò altri strumenti. E forse allora smettemmo di sapere, perdemmo il filo del discorso. Le nostre voci si abbassavano, altre voci ci chiamavano, ci lasciammo sorprendere dal “nuovo”, e tutti i nostri ricordi non tornarono a chiedere il conto. Quella che era stata una consapevolezza di massa tornava ad essere il terribile segreto di pochi. Non sapevamo più riconoscere un fascista, nemmeno far riconoscere un fascista. E i nostri vuoti di memoria erano i pieni del potere...