*Da: https://traduzionimarxiste.wordpress.com/ articolo originale in inglese Monthly Review
Introduzione
Con
questo articolo, ci proponiamo di dimostrare che i bassi prezzi dei
beni prodotti nel Sud globale, ed il concomitante modesto contributo
delle sue esportazioni al prodotto interno lordo del Nord, occultano
la reale dipendenza delle economie di quest’ultimo dal lavoro a
basso costo del Sud. Dunque, sosteniamo che la delocalizzazione
dell’industria nel Sud globale, nel corso dei tre decenni passati,
ha condotto ad un massiccio incremento del valore trasferito al Nord.
I principali meccanismi di tale processo consistono nel rimpatrio del
plusvalore tramite investimenti diretti esteri, lo scambio ineguale
di prodotti incorporanti differenti quantità di valore e
l’estorsione per mezzo del servizio del debito.
L’assorbimento
di enormi economie del Sud all’interno del sistema capitalistico
mondiale, dominato da multinazionali e istituzioni finanziarie con
base nel Nord globale, ha posto le prime nella condizione di
dipendenze socialmente disarticolate votate all’esportazione.
I
miseramente bassi livelli dei salari di tali economie trovano
fondamento (1) nella pressione imposta dalle loro
esportazioni al fine di competere per limitate porzioni del mercato,
in larga parte metropolitano, dei consumatori; (2) il drenaggio di
valore e risorse naturali, che altrimenti potrebbero essere
utilizzati per costruire le forze produttive necessarie all’economia
nazionale; (3) l’irrisolta questione agraria sfociante in una sovra
offerta di lavoro; (4) governi compradori repressivi, i quali
accettano, traendone beneficio, l’ordine neoliberista e sono quindi
incapaci e non disposti a concedere aumenti salariali, per timore di
stimolare rivendicazioni di maggior potere politico da parte dei
lavoratori; e infine (5) frontiere militarizzate così da prevenire
la circolazione dei lavoratori verso il Nord globale, e di
conseguenza, un equalizzazione dei rendimenti da lavoro.