AL SUO CARO PATERNO
AMICO
IL CONSIGLIERE SEGRETO DI
GOVERNO SIGNOR LUDWIG VON WESTFALEN DI TREVIRI
QUESTE RIGHE SEGNO DI FILIALE AFFETTO L'AUTORE DEDICA
QUESTE RIGHE SEGNO DI FILIALE AFFETTO L'AUTORE DEDICA
Perdonerà, mio caro paterno Amico, se premetto il Suo nome a me così caro
ad un opuscolo senza importanza. Son troppo impaziente per attendere un'altra
occasione di darLe una piccola prova del mio affetto.
Possano quanti dubitano dell'Idea avere come me la ventura di ammirare un
vecchio giovanilmente vigoroso, che ogni progresso dei tempi saluta con
l'entusiasmo e insieme la saggezza della verità, e che con quell'idealismo
profondamente convinto e solarmente luminoso, che solo conosce la parola vera,
evocatrice degli spiriti tutti del mondo, non mai si ritrasse tremante davanti
alle ombre proiettate dagli spiriti retrogradi, davanti al cielo dei suoi tempi
sovente oscurato da fosche nubi, ma con divina energia e con sguardo virilmente
sicuro sempre, attraverso tutti i mascheramenti, guardò all’empireo, che arde
nel cuore del mondo. Ella, mio paterno Amico, fu sempre per me un vivente argumentum
ad oculos che l’idealismo non è un’immaginazione, ma è una verità. Non ho bisogno di far voti per la Sua salute fisica: lo Spirito è il grande magico
medico, cui Ella si è affidata.
PREFAZIONE
La forma di questo lavoro sarebbe da un lato più rigorosamente
scientifica, dall'altro, in vari punti, meno pedante di quanto non sia se la
sua destinazione originaria non fosse stata quella di una dissertazione di
laurea. A darlo tuttavia alle stampe in questa forma sono indotto da motivi
estrinseci. Inoltre credo di aver risolto in esso un problema della storia della
filosofia greca rimasto finora insoluto.
Gli esperti sanno che per l'argomento di questa trattazione non v'è alcun
lavoro preparatorio in qualche modo utilizzabile. Le chiacchiere che hanno
fatte Cicerone e Plutarco sono state ripetute fino ad oggi. Gassendi, che
liberò Epicuro dall'interdetto col quale lo avevano colpito i Padri della
Chiesa e tutto il Medioevo, l'età dell'irrazionalità in atto, non è che un
momento interessante. Egli si studia di trovare un accomodamento della sua
coscienza cattolica con la sua cultura pagana e di Epicuro con la Chiesa:
fatica, invero, vana. È come se si volesse gettare sul corpo serenamente
florido della greca Laide una cristiana tonaca monacale. Dalla filosofia di
Epicuro Gassendi impara piuttosto che saperci erudire intorno alla medesima.
Si consideri questa trattazione solo come premessa di uno scritto più
ampio, nel quale esporrò specificatamente il ciclo delle filosofie epicurea,
stoica e scettica nei loro nessi con tutta la speculazione greca. I difetti del
presente lavoro in fatto di forma e cose del genere saranno colà eliminati.
Hegel ha certo fissato, nel complesso, con esattezza le linee generali
dei menzionati sistemi; ma da una parte, data la mirabile vastità e arditezza
del piano della sua storia della filosofia, dalla quale soltanto la storia
della filosofia stessa può datarsi, era impossibile entrare nei particolari,
dall’altra al gigantesco pensatore la sua veduta intorno a ciò che egli
chiamava speculativo per eccellenza impediva di riconoscere l'alta importanza
che questi sistemi hanno per la storia della filosofia greca e per lo spirito
greco in generale. Tali sistemi sono la chiave della vera storia della
filosofia greca. Sul loro legame con la vita greca si trova un cenno più
approfondito nello scritto del mio amico Köppen Federico il Grande e i
suoi avversati.