Sono ormai diversi anni che, quando si celebrano le terribili stragi di Hiroshima e Nagasaki, non ne vengono indicati gli autori, quasi che le bombe atomiche fossero state lanciate da un dio maligno ma sconosciuto.
In questi giorni si è ripetuta la solita storia. In occasione del 78 anniversario dell’attacco con una bomba nucleare, denominata Fat Man, su Nagasaki, città portuale e di tradizione socialista, il segretario generale delle NU, Antonio Guterres, si è dimenticato di ricordare chi furono gli autori di tale azione scellerata. Evidentemente non è stato un caso. Egli ha descritto l’attacco nucleare “un momento di orrore ineguagliabile per l’umanità”, che ha determinato una “distruzione terribile” e ha costituito “una lezione giuntaci dal 1945”; ha ricordato anche le strazianti testimonianze degli “hibakusha” (i sopravvissuti ai bombardamenti atomici), tuttavia in nessun momento ha citato gli autori del fatto.
D’altra parte, di che scandalizzarci, se persino il primo ministro del Giappone, paese considerato un protettorato Usa, Fumio Kishida, e il sindaco di Hiroshima, Kazumi Mastui, nei loro discorsi celebrativi del triste anniversario dell’attacco con le bombe nucleari contro le due città giapponesi, che provocò centinaia di migliaia di morti, non hanno fatto riferimento agli Usa quali autori del crimine. Anzi Kishida ha colto l’occasione per accusare la Federazione russa, la quale minaccerebbe i suoi nemici di colpirli con armi nucleari. Qui occorre precisare che i dirigenti russi hanno più volte dichiarato che ricorrerebbero a questo terribile strumento solo nel caso di una minaccia all’esistenza della stessa Russia e che sono gli Usa che, dal 1945 in poi, hanno portato la guerra in varie parti del mondo causando milioni di morti, di mutilati, di rifugiati.