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martedì 4 febbraio 2020

Perchè l'uccisione di Soleimani è un "omicidio di stato"? - Intervista a Alberto Bradanini

Da: PandoraTV - http://www.marx21.it - Alberto Bradanini, ex ambasciatore italiano in Iran.
Ascolta anche: Alberto Negri, 'L’assassinio di Soleimani ha aperto il vaso di Pandora. Sarà difficile rinchiuderlo' (https://www.spreaker.com/user/agenzia_ansa/20200108).

                                                                             

giovedì 2 maggio 2019

- La Nuova Era cinese tra declino Usa e debolezze Ue -


Da: https://jacobinitalia.it -
Vedi anche: - OLTRE LA GRANDE MURAGLIA. LA CINA E' DAVVERO UN PERICOLO? -
Leggi anche: Questioni relative allo sviluppo e alla persistenza nel socialismo con caratteristiche cinesi - Xi Jinping 
                       Come usare il capitalismo nell'ottica del socialismo - Deng Xiaoping

Il modello cinese, il dominio della politica sull’economia e la piena sovranità politica spiegati dall'ex ambasciatore Alberto Bradanini

Abbiamo fatto qualche domanda ad Alberto Bradanini, consigliere commerciale all’ambasciata italiana a Pechino tra il 1991 e il 1996 e poi ambasciatore a Pechino nel periodo 2013-2015. Parla del modello cinese, di come dominio della politica sull’economia e piena sovranità siano le condizioni per aspirare allo sviluppo mantenendo come obiettivo finale l’affermarsi del socialismo, per quanto il termine sia oggi mescolato a una forte apertura al capitalismo. «Un insegnamento utile anche all’Italia e l’Unione europea» dice l’ex ambasciatore. Che invita a cogliere l’opportunità di interloquire con la Cina e a un atteggiamento meno subalterno tanto agli Usa quanto al dominio tedesco.

Quali prospettive si aprono per l’Italia e per l’Europa con l’ascesa della Cina come protagonista della politica (e dell’economia) internazionale?

L’Europa è un continente politicamente ed economicamente frammentato. Nell’Ue, dove prevalgono le priorità stabilite dal direttorio franco-tedesco, vige la legge della giungla, e non certo quello spirito di solidarietà che pervade le pagine dei Trattati. Sul piano strategico, la Cina avrebbe interesse a dialogare con un’Europa come soggetto politico non solo economico, alla luce della concezione multipolare delle relazioni internazionali che reputa di sua convenienza. Un percorso questo oggi assai improbabile per ragioni endogene, e comunque indipendente dalle scelte cinesi. 

sabato 24 giugno 2023

A lezione di Geopolitica con Alberto Bradanini

Da: COMITATOLIBERAZIONENAZIONALE CLN - Alberto Bradanini laureato in Scienze Politiche all'Università La Sapienza di Roma, entra in carriera diplomatica nel 1975. Dopo aver ricoperto diversi incarichi, dal 2008 al gennaio 2013 è Ambasciatore d'Italia in Iran, e da allora al maggio 2015 Ambasciatore d'Italia in Cina. 

                                                                           

lunedì 24 febbraio 2020

IRAN / USA. Un futuro incerto - Orazio Di Mauro

Da: https://www.lacittafutura.it - Orazio Di Mauro insegna Storia e Filosofia.
Vedi anche: Perchè l'uccisione di Soleimani è un "omicidio di stato"? - Intervista a Alberto Bradanini

L’ascesa iraniana da potenza regionale a potenza sovraregionale.

Qualche giorno fa la CNN ha aggiornato il bilancio ufficiale" dei feriti causati dell'attacco missilistico dell'Iran sulla base americana di Ein Al Assad, in Iraq il 9 gennaio 2020 portandolo a 64 [0]. Come tutti ricorderete l’attacco fu effettuato come risposta al proditorio assassinio di Suleiman Qassem
La notizia sarebbe poco significativa se non fosse che dal primo momento si negò che vi fossero stati feriti e poi il comando americano ammise man mano 11, 16,37, 50 ed ora 64 feriti. Se si pensa che gli iraniani al momento degli attacchi dissero di aver causato 80 feriti [1], le due cifre sono significativamente molto vicine e non è escluso che in futuro coincideranno. Si aggiunga che questi attacchi missilistici sono stati preannunciati dagli iraniani tramite i canali ufficiali dell’ambasciata svizzera di Berna che cura gli interessi degli USA in Iran. Non è escluso che si siano seguiti altri canali non ufficiali, ma più rapidi ed efficaci. 

La risposta iraniana ci dice però due cose. La prima che la missilistica iraniana è molto avanzata. La precisione del tiro iraniano non è una vanteria del paese mediorientale, ma un timore, non infondato degli occidentali, in primis gli USA [2]. Specialmente se l’accuratezza deriva da un sistema russo molto temuto in occidente denominato Glonass. [3] Ciò spiega la proposta di Trump di un negoziato con l’Iran che oltre al nucleare iraniano dovrebbe interessare anche la potenza missilistica di Teheran, con l’ovvia risposta negativa iraniana. Nelle università scientifiche di Teheran da sempre si sviluppa una formidabile conoscenza della Fisica applicata. Si ricordi che l’ex presidente Amadinejad era docente di Fisica all’università di Teheran [5]. 

Appare chiaro che il confronto tra la superpotenza, (sia pur declinante, con modi e velocità di difficile comprensione), e il paese governato dagli Ayatollah si sia incanalato, dopo l’uccisione del Generale Suleiman Qassem,[5] verso nuovi rapporti e non tutti chiari. Cercheremo di coglierne almeno le linee essenziali.

mercoledì 30 marzo 2022

Le relazioni Cina-Russia secondo gli Usa - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza. 
Cina: Wang Yi elabora posizione sull'Ucraina Le parole del ministro degli Esteri e consigliere di Stato -

Vedi anche: Il Patto Sino Russo: un nuovo bipolarismo? - Aldo Giannuli

Invitando la Cina a ostacolare la Russia, gli Stati Uniti sperano di incrinare la loro alleanza. 

Rifacendosi alle antiche tradizioni cinesi, Xi Jinping ha risposto agli americani, che lo sollecitavano a far pressioni sulla Russia per sospendere la loro azione in Ucraina, che spetta a chi ha messo un sonaglio al collo di una terribile tigre toglierlo. In altre parole, essendo responsabili gli Stati Uniti di aver provocato la legittima reazione russa, dopo molteplici tentativi di inutili mediazioni, espandendo sempre più a est le loro basi e i loro armamenti, essi stessi debbono farsi carico di risolvere questo grave conflitto nel cuore dell’Europa, che ha già assistito ahimè a quello relativo alla disgregazione della Jugoslavia.

E che sembra sia accompagnato da un altro, non meno pericoloso. Infatti, il presidente del Kosovo Vjosa Osmani e il primo ministro Albin Kurti hanno incontrato il 19 marzo a Pristina una delegazione dell’amministrazione Usa, alla quale è stato manifestato l’interesse del Kosovo a aderire al programma Nato di Partnership per la pace (quale?), primo passo verso la piena incorporazione nell’Alleanza atlantica. I due leader hanno sottolineato che il Kosovo si è associato alle sanzioni di Ue e Usa contro la Russia per l’intervento armato in Ucraina e che è disponibile ad accogliere fino a 5.000 profughi provenienti dal paese in guerra.

Di tutt’altro orientamento è la Republika Srpska (una delle due entità a maggioranza serba che costituiscono la Bosnia-Erzegovina), nella quale si sono svolte manifestazioni a sostegno di Mosca, che richiamavano lo stretto legame di fratellanza tra serbi e russi.

venerdì 8 marzo 2019

- OLTRE LA GRANDE MURAGLIA. LA CINA E' DAVVERO UN PERICOLO? -

Da: Margherita Furlan - https://www.pandoratv.it

Il mondo visto dall'Oriente. Intervista ad Alberto Bradanini, ambasciatore d'Italia dal 2008 al 2012 in Iran e dal 2013 al 2015 in Cina.

                                                                             
Leggi anche: - La Nuova Era cinese tra declino Usa e debolezze Ue -

lunedì 10 gennaio 2022

La nascita dell’Aukus (alleanza Australia-Gran Bretagna-Stati Uniti) e la guerra fredda americana contro la Repubblica Popolare Cinese - Alberto Bradanini

Da: https://www.lafionda.org -  Alberto Bradanini laureato in Scienze Politiche all'Università La Sapienza di Roma, entra in carriera diplomatica nel 1975. Dopo aver ricoperto diversi incarichi, dal 2008 al gennaio 2013 è Ambasciatore d'Italia in Iran, e da allora al maggio 2015 Ambasciatore d'Italia in Cina.

Vedi anche: - OLTRE LA GRANDE MURAGLIA. LA CINA E' DAVVERO UN PERICOLO? -
Leggi anche: - La Nuova Era cinese tra declino Usa e debolezze Ue -


Il tema è complesso, lo spazio limitato per definizione e alcuni passaggi appariranno apodittici. D’altro canto, tale percorso guadagna in limpidezza e posizionamento, specie quando si ha a che fare con temi cruciali come la pace, la guerra e il futuro del mondo.

Già nel V secolo a.C., Confucio aveva rilevata la necessità di procedere a una rettificazione dei nomi. Se questi sono manipolati e non riflettono la realtà – egli rimarcava – il loro uso è fonte di malintesi, un dialogo autentico tra gli uomini diviene impossibile e la vita sociale ne risente in profondità.

Giacomo Leopardi osservava al riguardo: “I buoni e i generosi sogliono essere odiatissimi perché chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. Cosicché, mentre chi fa male ottiene ricchezze e potenza, chi lo nomina è trascinato sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a soffrire qualunque cosa dagli altri o dal cielo, purché a parole ne siano salvi”.

In un suo scritto, Malcom X afferma che “se non si fa attenzione, i media ci fanno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”. E questo vale anche per le nazioni.

Semplificando un po’, ma a vantaggio della chiarezza, gli Stati Uniti, a partire da Reagan essenzialmente – alla luce di un relativo ridimensionamento sulla scena mondiale – hanno gradualmente imposto una militarizzazione delle relazioni internazionali (colpi di stato, invasioni, sanzioni e interferenze di vario genere, in Europa un azzardato avanzamento della Nato verso Est, in violazione degli accordi a suo tempo definiti tra Bush padre e Gorbaciov, e via dicendo). Non che con Reagan, e ancor prima, tale caratteristica fosse assente, ma questa era attenuata da una maggiore attenzione alla dimensione politica, e dunque un minor ricorso all’uso della forza.