Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/04/aristotele-etica-nicomachea-francesco.html
1. Da dove nasce la virtù?
1.1. La virtù morale è il frutto dell’abitudine, non dell’insegnamento
La virtù ha dunque due forme: una intellettuale, l’altra etica.
Se è intellettuale, è in gran parte all’insegnamento che deve la sua nascita e la sua crescita. Proprio per questo ha bisogno di esperienza e di tempo. Se invece è etica, è frutto dell’abitudine. Da qui deriva il suo nome, come piccola modificazione del termine ethos (1).
La virtù ha dunque due forme: una intellettuale, l’altra etica.
Se è intellettuale, è in gran parte all’insegnamento che deve la sua nascita e la sua crescita. Proprio per questo ha bisogno di esperienza e di tempo. Se invece è etica, è frutto dell’abitudine. Da qui deriva il suo nome, come piccola modificazione del termine ethos (1).
2. La virtù morale non è data per natura
È quindi chiaro che nessuna delle virtù morali ci è data per natura.
È quindi chiaro che nessuna delle virtù morali ci è data per natura.
2.1. Primo argomento
Infatti nulla di ciò che è ci è dato per natura si modifica con l’abitudine. Così la pietra che cade per natura verso il basso non può prendere l’abitudine di andare verso l’alto, neppure se la si volesse abituare gettandola diecimila volte per aria. Non più di quanto il fuoco possa abituarsi ad andare verso il basso, perché nessun comportamento naturale può essere modificato con l’abitudine.
Per conseguenza, non è né per natura né contro natura che ci sono date le virtù. Al contrario, la natura ci ha fatti in modo da poterle ricevere, ma è seguendo i nostri fini che le acquisiamo, attraverso l’abitudine.
Infatti nulla di ciò che è ci è dato per natura si modifica con l’abitudine. Così la pietra che cade per natura verso il basso non può prendere l’abitudine di andare verso l’alto, neppure se la si volesse abituare gettandola diecimila volte per aria. Non più di quanto il fuoco possa abituarsi ad andare verso il basso, perché nessun comportamento naturale può essere modificato con l’abitudine.
Per conseguenza, non è né per natura né contro natura che ci sono date le virtù. Al contrario, la natura ci ha fatti in modo da poterle ricevere, ma è seguendo i nostri fini che le acquisiamo, attraverso l’abitudine.
2.2. Secondo argomento
Di più, tutto quanto la natura mette a nostra disposizione, l’acquisiamo all’inizio sotto forma di capacità e solo dopo diventa per noi in atto, come si vede bene osservando i sensi. Infatti non è che le nostre facoltà sensibili nascano dall’atto frequente di vedere o dall’atto frequente di intendere: è l’inverso, perché possiamo usare i sensi perché li abbiamo e non è affatto l’uso che ce ne dà il possesso.
Ora, le virtù nascono da atti precedenti, come avviene per il possesso delle tecniche. Infatti, quando dobbiamo apprendere come fare qualcosa, è attraverso il fare che l’apprendiamo. Così è costruendo che si impara a costruire, e suonando la citara si diviene citaristi. Nello stesso modo, è così che esercitandoci a fare azioni giuste che diventiamo giusti, e agendo con moderazione che diventiamo moderati, o con coraggio coraggiosi.
Di più, tutto quanto la natura mette a nostra disposizione, l’acquisiamo all’inizio sotto forma di capacità e solo dopo diventa per noi in atto, come si vede bene osservando i sensi. Infatti non è che le nostre facoltà sensibili nascano dall’atto frequente di vedere o dall’atto frequente di intendere: è l’inverso, perché possiamo usare i sensi perché li abbiamo e non è affatto l’uso che ce ne dà il possesso.
Ora, le virtù nascono da atti precedenti, come avviene per il possesso delle tecniche. Infatti, quando dobbiamo apprendere come fare qualcosa, è attraverso il fare che l’apprendiamo. Così è costruendo che si impara a costruire, e suonando la citara si diviene citaristi. Nello stesso modo, è così che esercitandoci a fare azioni giuste che diventiamo giusti, e agendo con moderazione che diventiamo moderati, o con coraggio coraggiosi.
2.1. Conferma
Ne è testimonianza quanto accade nelle città. I legislatori infatti cercano di creare nei loro concittadini le abitudini che li rendano buoni cittadini: è proprio questo l’obiettivo di qualsiasi legislatore. Chi non si pone questo obiettivo, va incontro a fallimenti. Ed è proprio questo che differenzia un buon regime politico da uno che non lo è.
Ne è testimonianza quanto accade nelle città. I legislatori infatti cercano di creare nei loro concittadini le abitudini che li rendano buoni cittadini: è proprio questo l’obiettivo di qualsiasi legislatore. Chi non si pone questo obiettivo, va incontro a fallimenti. Ed è proprio questo che differenzia un buon regime politico da uno che non lo è.