giovedì 20 settembre 2018

- Il marxismo spazzolato contropelo - La questione dei tempi multipli - Vittorio Morfino

Da: Scuola di filosofia Roccella Jonica
vittorio-morfino insegna Storia della filosofia presso la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2015/09/ernst-bloch-e-la-stratigrafia-delle.html
                   https://ilcomunista23.blogspot.com/2016/05/marx-e-laccumulazione-originaria.html
  Leggi:      https://ilcomunista23.blogspot.com/2015/06/storiografia-degli-strati-di-tempouna.html   
               
     Un carteggio molto stimolante...

«Caro cittadino, 
Lei non ignora che il Suo Capitale gode di grande popolarità in Russia... Negli ultimi tempi abbiamo sentito  affermare  con  forza  che  la  comune  agricola  sarebbe  una  forma  arcaica  che  la  storia,  il socialismo  scientifico,  in  una  parola, tutto ciò che c’è di indiscutibile, condannano a perire. Le persone che predicano ciò si dicono Suoi discepoli per eccellenza: “marxisti”... Ma come deducono tale idea dal Suo Capitale?...  a noi interessa la Sua opinione al riguardo e il grande servizio che ci farebbe esponendo le Sue idee in merito al possibile destino della nostra comunità rurale e in merito alla  teoria  della  necessità  storica,  per  tutti  i  paesi  del  mondo,  di  passare  per  tutte  le  fasi  della produzione capitalistica» [...] «Delle due l’una: o la comune  rurale,  liberata  dal  peso  delle  smisurate  esigenze  del  fisco,  dei  pagamenti  ai signori e di un governo arbitrario, è in grado di evolvere sulla strada socialista, cioè di organizzare a poco a poco su basi collettivistiche la sua produzione e distribuzione dei prodotti,  e  allora  il  socialista  rivoluzionario  deve  sacrificare  tutte  le  sue  energie all’affrancamento della comune e al suo sviluppo; o invece la comune è destinata  a morire, e allora al socialista, in quanto tale, non resta che abbandonarsi a calcoli più o meno infondati per stabilire in quante decine d’anni la terra del contadino russo finirà nelle mani della borghesia e in quante centinaia d’anni, forse, il capitalismo raggiungerà in Russia un grado di sviluppo simile a quello dell’Europa occidentale, e quindi egli dovrà  svolgere  la  sua  propaganda  unicamente  fra  i  lavoratori  cittadini  che,  nel frattempo, si troveranno immersi in una marca di contadini gettati dalla disgregazione della  comune  rurale  sul  lastrico  delle  grandi  città,  in  cerca  di  salario.» (Vera Zasulič, 16 febbraio 1881)                                                                                       

«Cara cittadina, 
Una  malattia  nervosa  che  da  dieci  anni  periodicamente  mi  colpisce  mi  ha impedito  di  rispondere  prima  alla  vostra  del  18  febbraio.  Mi  spiace di  non potervi dare un esposto succinto, e destinato alla pubblicazione, sul quesito che mi avete fatto l’onore di propormi. Già da mesi ho promesso un lavoro sullo stesso tema al Comitato di Pietroburgo. Spero tuttavia che bastino alcune righe a togliervi ogni dubbio circa il malinteso intorno alla mia sedicente teoria. Analizzando  la  genesi  della  produzione  capitalistica  io  dico:  «Al  fondo  del sistema capitalistico v’è dunque la separazione radicale del produttore dai mezzi di  produzione  ...  La  base  di  tutta  questa  evoluzione  è l’espropriazione  dei coltivatori agricoli, dei contadini. Essa non si è finora compiuta in modo radicale che in Inghilterra ... Ma tutti gli altri paesi dell’Europa occidentale percorrono lo stesso movimento» (Le Capital, ed. franc., p. 315). La «fatalità storica» di questo movimento è dunque espressamente limitata ai paesi dell’Europa occidentale. Il perché di questa limitazione è spiegato nel cap. XXXII : «La proprietà privata fondata sul lavoro personale...sarà sostituita dalla proprietà  privata  capitalistica fondata  sullo  sfruttamento  del  lavoro  altrui,  sul salariato» (op. cit.,p. 340). In  questo  movimento  occidentale,  si  tratta  quindi  della trasformazione  di  una forma di proprietà privata in un’altra forma di proprietà privata. Per i contadini russi,  si  tratterebbe  invece  di trasformare  in  proprietà privata  la  loro  proprietà comune. Perciò,  l’analisi  data  nel Capitale non  fornisce  ragioni  né  pro  né  contro  la vitalità della comune rurale; ma lo studio apposito che ne ho fatto, e di cui ho cercato i materiali nelle fonti originali, mi ha convinto che la comune è il punto di  appoggio  della  rigenerazione  sociale  in  Russia.  Tuttavia,  perché  essa  possa funzionare  come  tale,  occorrerebbe  prima  eliminare  le  influenze  deleterie  che l’assalgono  da  tutte  le  parti,  poi  assicurarle  condizioni  normali  di  sviluppo organico. Ho l’onore, cara cittadina, d’essere il vostro devotissimo KARL MARX» 

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