mercoledì 5 settembre 2018

"News" sulla crisi... - Friedrich Engels


Da: Friedrich Engels, Lettere a Marx, (11.12.1857 – 6.1.1858) -  la Contraddizione (no.89 - 4.2002)
https://www.facebook.com/programmaminimo - https://rivistacontraddizione.wordpress.com  

In questa crisi la sovraproduzione è stata generale come non lo era stata mai prima. Il bello è questo, e avrà delle conseguenze enormi. La forma sotto la quale la sovraproduzione si nasconde è sempre, più o meno l’estensione del credito; ma questa volta, in modo particolare, sono gli imbrogli con i titoli. Il sistema di far denaro mediante titoli “futuri”, attraverso banche o investitori istituzionali che pratichino “affari di cambio”, e di coprirli prima della scadenza, o anche no, secondo come si mettono le cose, è la regola. Tutti gli investitori istituzionali lo praticano. Questo sistema è stato spinto all’estremo; dove imperversano questi imbrogli su titoli, molte agenzie, trattarie in questa linea, sono andate in malora per questo.

Si fa in questo modo: i messeri, invece di pagare cash [in contanti], trattavano titoli futuri [futures] e su di essi pagavano gli interessi: questo sistema si sviluppa nella stessa misura in cui crescono i prezzi. Insomma, ciascuno ha lavorato oltre le proprie forze, ha overtraded  [commerciato al di sopra delle proprie capacità].

Se tuttavia “overtrading” non è proprio sinonimo di sovraproduzione, però è identico nella sostanza.

Un’impresa che possieda un certo capitale, ha in esso la misura della sua capacità di produzione, di commercio e di consumo. Se questo capitale, attraverso gli imbrogli sui titoli fa un affare che presuppone un capitale stimato, a es., in una volta e mezzo, aumenta la produzione del 50%; il consumo sale anche grazie alla prosperità, ma in misura di gran lunga inferiore, diciamo del 25%. Alla fine di un qualsiasi periodo si verifica necessariamente un’accumulazione di merci superiore del 25% al bisogno bona fide, cioè a quello medio anche di un periodo di prosperità. Basterebbe questo a provocare lo scoppio della crisi, anche se il mercato monetario, l’indice del commercio, non la segnalava già in precedenza.

Si lasci dunque che venga il crash e si vedrà che, oltre a questo 25%, un altro 25% almeno dello stock di tutte le merci diventa una droga per il mercato. Questo verificarsi della sovraproduzione in seguito all’esten­sione del credito e all’eccesso di commercio lo si può studiare in tutti i suoi particolari nella crisi attuale. Non c’è nulla di nuovo nella cosa in sé, ma nella chiarezza straordinaria in cui ora essa si sviluppa.

L’enorme massa di capitale eccedente nel mercato è del resto una cosa stranissima ed è una nuova prova di quali enormi dimensioni abbia preso tutto l’insieme. Non mi stupirebbe affatto se questa eccedenza di float­ing capital  [capitale fluttuante], già prima che si siano sviluppate le altre fasi della crisi, provocasse una nuova speculazione sulle azioni. Questa eccedenza di capitale disponibile ha anche certamente contribuito per la sua parte a mantenere in efficienza la speculazione e porta le cose al punto che alcuni investitori istituzionali, superato il panico, possano reclamare un posto tra i più solidi istituti del mondo.

Nessun commento:

Posta un commento