sabato 21 aprile 2018

La filosofia come prassi di nuovo genere - Carlo Sini

Da:  CarloSiniNoema - Carlo_Sini è un filosofo italiano.
Vedi anche: Lezione 1 - Hegel,"Filosofia e Metodo"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/11/hegelfilosofia-e-metodo-carlo-sini.html
                       Lezione 2 - Heidegger,"Il compito del pensiero"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/11/il-compito-del-pensiero-carlo-sini.html 
                          Lezione 3 - Nietzsche,"Il difetto ereditario dei filosofi"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/12/il-difetto-ereditario-dei-filosofi.html 
                             Lezione 4 - Nietzsche,"Il problema psicologico della conoscenza"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/01/il-problema-psicologico-della.html                                                           Lezione 5"Husserl e la Lebenswelt":  https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/01/husserl-e-la-lebenswelt-carlo-sini.html
                                   Lezione 6 - "Il neorealismo di Giulio Preti": https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/02/il-neorealismo-di-giulio-preti-carlo.html                                                                                          Lezione 7 - "Il sapere e l'ignoto": https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/03/il-sapere-e-lignoto-carlo-sini.html 
Lezione 8 - Wittgenstein, "La filosofia come prassi di nuovo genere“:


venerdì 20 aprile 2018

Ideologia ed Opportunismo: due parole usate a sproposito. - Aldo Giannuli

Da: http://www.aldogiannuli.it - Aldo_Giannuli è uno storico e saggista italiano.



Le parole sono spesso tradite dall’uso e, a lungo andare, perdono il loro significato originario per acquisirne uno ambiguo e spesso deteriore. E’ il caso di due termini come “Opportunismo” ed “Ideologia”. Chi consultasse il dizionario Treccani, proverebbe questa definizione per opportunismo:
<<Comportamento per cui, nella vita privata o pubblica, o nell’azione politica, si ritiene conveniente rinunciare a principî o ideali, e si scende spregiudicatamente a compromessi per tornaconto o comunque per trarre il massimo vantaggio dalle condizioni e dalle opportunità del momento… Con sign. meno negativo, la capacità di saper cogliere e sfruttare il momento opportuno, la buona occasione, anche se con danno dell’avversario (per es., in competizioni sportive).>>
In effetti, in politica, il termine ha il significato solo negativo e riconduce sempre ad un comportamento dettato dal vantaggio individuale sostanzialmente amorale, mentre, nel calcio si dice “è un grande opportunista” di un giocatore che, senza particolare schema di gioco sia pronto a cogliere l’occasione per segnare una rete e, quindi, con giudizio positivo.
Più sfumata e polisemica è la definizione del termine ideologia: lo stesso dizionario, dopo aver fornito la sua definizione etimologica ( scienza del pensiero antimetafisica) e quella data dal marxismo o dalle scienze sociali (complesso di credenze filosofiche, religiose, culturali di una classe o di una società particolari) ne aggiunge una in senso spregiativo:
<< complesso di idee astratte, senza riscontro nella realtà, o mistificatorie e propagandistiche, cui viene opposta una visione obiettiva e pragmatica della realtà politica, economica e sociale>>
ma nell’uso corrente ormai il termine ha solo questa valenza negativa ed è una sorta di equivalente di “pregiudizio” e, per alcuni, una sorta di edizione temporale delle credenze religiose. Ma in questo modo di confonde il termine con un suo particolare uso. Entriamo nel merito. 

giovedì 19 aprile 2018

Il concetto di crisi in Marx - Paolo Vinci


Paolo Vinci è docente di Filosofia pratica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.  http://www.iisfscuoladiroma.it 
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/la-logica-di-hegel-una-grottesca.html
                    https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/marx-hegel-ed-il-metodo-note.html 

mercoledì 18 aprile 2018

Esiste davvero il negazionismo economico? - Guglielmo Forges Davanzati

Da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/ - guglielmo.forges davanzati é un economista italiano.


In un recente articolo sul blog lavoce.info, il prof. Guido Tabellini, ex Rettore dell’Università Bocconi, propone un’entusiastica recensione di un libro di due autori francesi – Pierre Cahuc e André Zylbrerger, un vero best seller – sul c.d. “negazionismo economico”. La tesi di fondo è che “la conoscenza economica ha ora solide basi empiriche e le sue prescrizioni sono diventate più affidabili” e ciò nonostante “questi progressi sono spesso ignorati al di fuori della disciplina, con la conseguenza che il dibattito di politica economica è di frequente viziato da pregiudizi ideologici”. 

È evidente il presupposto dal quale Cahuc, Zylberger e e il prof. Tabellini partono: l’Economia è una scienza esatta, esiste un’unica ‘verità in Economia alla quale si arriva mediante un processo di continua e progressiva eliminazione di errori, l’Economia è una scienza sperimentale il cui statuto metodologico è (o deve tendere a) quello delle scienze della natura. 

Non è una tesi nuova e le obiezioni rivolte a questo modo di concepire l’Economia sono state e sono molteplici. Già nel 1900, Maffeo Pantaleoni, economista italiano di orientamento liberista, ebbe a dichiarare “In Economia esistono due scuole di pensiero: chi la conosce e chi non la conosce”. Non è questa la sede per richiamare i tanti argomenti contrari a questa posizione: è sufficiente rilevare che in Economia, a differenza delle scienze della natura, è impossibile replicare un esperimento[1]

Qui è forse più interessante mettere in rilievo alcune conseguenza implicite di questa posizione: conseguenze per certi aspetti paradossali o contradditorie rispetto a ciò che Tabellini scrive. 

lunedì 16 aprile 2018

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - Renato Caputo


Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/12/controstoria-del-secolo-breve-nazismo.html (I Parte)

                                                                                                                                            "Noi conosciamo un’unica scienza, la scienza della storia" (K. Marx e F. Engels)
     Prima lezione


CONTROSTORIA DEL SECOLO BREVE (II PARTE )
DAL SECONDO DOPOGUERRA AI GIORNI NOSTRI


Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #1 Lezione - Prof. Renato Caputo
20/12/2017 (I incontro) IL SECONDO DOPOGUERRA: il nuovo assetto geo-politico mondiale; l'Onu; Il piano Marshall.
https://www.youtube.com/watch?v=xqwmVLypXWo&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #2 Lezione - Prof. Renato Caputo
27/12/2017 (II incontro) LA DIVISIONE DEL MONDO e LA GUERRA FREDDA: l'Italia dal 1945 al 1948; le democrazie popolari; il dopoguerra nell'Europa occidentale
https://www.youtube.com/watch?v=cbU9K8Z1Wo4&feature=em-uploademail 

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #3 Lezione - Prof. Renato Caputo

3 gennaio 2018 (III Incontro) - GLI ANNI CINQUANTA NEL MONDO OCCIDENTALE: il sopravvento del moderatismo; gli Usa di Truman ed Eisenhower; i primi passi dell’integrazione dell’Europa centro-occidentale; le forze conservatrici al potere in Europa e in Giappone; l’Italia negli anni del "centrismo". 
https://www.youtube.com/watch?v=iJXwACBarho&feature=em-uploademail 

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #4 Lezione - Prof. Renato Caputo

(IV incontro) - i paesi in transizione al socialismo negli anni cinquanta, relatore prof. Renato Caputo, per Università popolare Antonio Gramsci, anno accademico 2017-2018
https://www.facebook.com/unigramsci/videos/2093336267571138/ 

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #5 Lezione - Prof. Renato Caputo
COESISTENZA PACIFICA, DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO: Usa e Urss. dalla guerra fredda alla difficile coesistenza; la fine del colonialismo franco-britannico; il conflitto arabo-israeliano; decolonizzazione e Terzo mondo; la politica estera cinese
https://www.youtube.com/watch?v=rxVx4MxnSyo&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #6 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI SESSANTA NEL MONDO OCCIDENTALE: gli Stati Uniti da Kennedy a Nixon; la rivoluzione cubana; l'Europa occidentale negli anni Sessanta; l'Italia dal "centro-sinistra" all'"autunno caldo"
https://www.youtube.com/watch?v=DNPG3VOZIIE&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #7 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI SESSANTA NEL MONDO ORIENTALE: l'Urss da Kruscev a Breznev; la "primavera cecoslovacca" e la repressione sovietica; l’inasprimento del conflitto sino-sovietico; la rivoluzione culturale in Cina.
https://www.youtube.com/watch?v=wCJ_j2HWS5A

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #8 Lezione - Prof. Renato Caputo
L TERZO MONDO: L’India nel dopoguerra; la liberazione dell’Africa dal colonialismo; l’America latina dal populismo alle dittature militari; la guerra del Vietnam.
https://www.youtube.com/watch?v=ORXYb5SpH4c&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #9 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI SETTANTA: gli Usa dall'omicidio dei Kennedy al Sessantotto; la Cina dopo la rivoluzione culturale; la crisi petrolifera del 1973.
https://www.youtube.com/watch?v=qjuydtoPbLg&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #10 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI OTTANTA
https://www.youtube.com/watch?v=7y20dRqW7Dg&feature=em-uploademail 

11. (7 marzo) GLI ANNI NOVANTA: gli Stati Uniti d’America sola grande potenza mondiale; i nuovi termini della questione arabo-israeliana; i nuovi conflitti internazionali dopo la fine della guerra fredda.
https://www.youtube.com/watch?v=i6i0REdMcw4

12. (14 marzo) IL PRIMO DECENNIO DEL XXI SECOLO: i nuovi termini della questione arabo-israeliana; i nuovi conflitti internazionali dopo la fine della guerra fredda; il mondo alle soglie del terzo millennio.
https://www.youtube.com/watch?v=zFwMtsZQ2AM 

13. (21 marzo) I NOSTRI GIORNI: il radicalismo islamico; la casa comune europea.
https://www.youtube.com/watch?v=fKct67p7XGA 

14. (28 marzo) LA STORIA D’ITALIA DAGLI ANNI SETTANTA AGLI OTTANTA: il rinnovamento della società italiana; la strategia della tensione; il terrorismo; la crisi economica.
https://www.youtube.com/watch?v=Rv3P2-bWPX8 

15. (4 aprile) LA STORIA DI ITALIA DAGLI ANNI NOVANTA AI GIORNI NOSTRI: scandali e questione morale; l’Italia negli anni novanta; il primo decennio del ventunesimo secolo. 



domenica 15 aprile 2018

Riflessioni 10... - Stefano Garroni

Da: mirko.bertasi - Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. - Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/04/riflessioni-9-stefano-garroni.html
https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/04/locke-e-dintorni-stefano-garroni.html 


Sul materialismo 
Con l’espressione <materialismo volgare> (particolarmente frequente nella letteratura marxista –basti pensare, per fare un solo esempio, al Materialismo ed empiriocriticismo, scritto da Lenin), si intende una certa immagine del mondo, a cui si lega una determinata maniera di concepire la conoscenza scientifica.
Il <materialismo volgare> ha una lunga storia ed in epoca moderna domina il pensiero scientifico e filosofico: di esso il filosofo inglese secentesco John Locke in particolare offrì, nel suo Saggio sulla conoscenza umana, una rappresentazione perspicua.
Con questo scritto, intendo esporre appunto tale rappresentazione, qual è contenuta nel libro 2° del Saggio citato –ma, in realtà, il mio obiettivo ha una più lunga gittata: mi interessa, infatti, precisare attraverso Locke cosa sia il <materialismo volgare> per iniziare una sorta di cammino di avvicinamento al Materialismo ed empiriocriticismo, che Lenin scrisse e che divenne il testo epistemologico fondamentale del marxismo terzointernazionalista.
Ma torniamo a Locke, precisando che leggo il testo nell’edizione inglese della Everyman Paperback, a cura di J.W.Yolton, pubblicato a Londra nel 1965.
Così si legge nel paragrafo (d’ora in avanti prf) 1 del libro 2° del Saggio lockiano: 1.“…riguardo alle semplici idee di sensazione, tutto ciò che è naturalmente costituito in modo da esser capace di impressionare i nostri sensi, produce nella mente (mind) una percezione ed al tempo stesso determina nell’intelletto (understanding) un’ idea semplice, della quale, indipendentemente dalla sua causa esterna, quando la nostra facoltà di discernimento, ne prende cognizione (notice), viene contemplata (to look on) e considerata come se fosse una positiva idea nell’intelletto, così come qualunque altra, mentre forse la causa di essa non è altro che una privazione del soggetto.”
Schematizziamo: (a) c’è qualcosa che è naturalmente costruito in modo tale, da impressionare i nostri sensi, producendo così una percezione nella mente e una cognizione, per la mediazione del nostro intelletto. (b) esiste, dunque, un mondo esterno ed indipendente dalla nostra volontà e facoltà conoscitiva; (c) quando tale mondo impressiona la nostra mente e, mediatamente, pone in movimento il nostro intelletto, in noi c’è la tendenza a concepire quella impressione come qualcosa di positivo e non come manifestazione di una mancanza della ‘cosa’, che ci impressiona. Per fare un esempio, se siamo impressionati da un che di inerte, tendiamo a concepire quel qualcosa come dotato di una qualità determinata (l’inerzia) e non invece come qualcosa che manca di movimento. In questa maniera, una negatività (l’inerzia) viene scambiata da noi come una proprietà positiva e non come mancanza. Distinguere le proprietà positive da un lato e le mancanze dall’altro, è fondamentale, se vogliamo comprendere che tipo di particelle e quale organizzazione le caratterizza, nel caso di una qualità positiva o, invece, di una privazione.
(a) Come si vede, Locke ribadisce l’esistenza di un mondo esterno all’uomo e l‘origine obiettiva delle percezioni, nel senso che esse dipendono dalla presenza o meno di un tipo di particelle (gli atomi) e della loro organizzazione.
Per chiarire ancora meglio, consideriamo il prf 3, nel qual leggiamo: (b) Un pittore o un tintore, che pure non si interroga mai circa le loro cause, ha l’idea di bianco e di nero e degli altri colori, distintamente, chiaramente, perfettamente nel suo intelletto– e forse più distintamente del filosofo, che si è occupato nel considerar la loro natura e che ritiene di conoscere in che misura ognuna di esse è, nella propria causa, positiva o privativa; nella mente del pittore o tintore l’idea di nero è altrettanto positiva di quella di bianco, per quanto la causa di quel colore possa essere, nel mondo esterno, solo una privazione.
Nel prf successivo Locke chiama in cusa un concetto assai diffuso tra Sei e Settecento: quello di spiriti vitali, che si inscrive, anch’esso, in una prospettiva di matteralismo meccanicistico o corpuscolare, che è quella di cui Locke è grane sostenitore. Così leggiamo nel prf 4: “Se mio scopo fosse, nella presente occasione, di indagare le cause naturali e il modo della percezione, offrirei la spiegazione del perché una causa privativa possa, almeno in alcuni casi, produrre un’idea positiva, ovvero che essendo tutte le percezioni prodotte in noi a differenti livelli e modi di movimento nei nostri spiriti vitali, variamente agitati dagli oggetti esterni, l’abolizione di un precedente movimento deve necessariamente produrre una nuova sensazione come la variazione o l’incremento di essa, così introducendo una nuova idea, che dipende unicamente da un differente movimento degli spiriti animali nell’organo in questione.”
Per concludere, possiamo dire che il materialismo meccanicistico ( o volgare, nella terminologia marxista) non esclude –anzi implica- una specifica attività della mente e dell’intelletto umani, come anche una riduzione della materia in corpuscoli o atomi che, a secondo della loro organizzazione, colpiscono variamente l’apparato psichico o mentale dell’uomo. 

aprile 2012


sabato 14 aprile 2018

"La Tenda di Pitagora" - Carlo Sini


Da: Dante Channel - Carlo_Sini è un filosofo italiano. CarloSiniNoema

Lezione 0 - "La Tenda di Pitagora":


Lezione 1 - Il boccio, il fiore, il frutto”: https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/02/il-boccio-il-fiore-il-frutto-carlo-sini.html 



venerdì 13 aprile 2018

Chi sta preparando la guerra? - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it -  insegna Antropologia culturale alla Sapienza.
Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/04/la-pietra-dinciampo-siriana-orazio-di.html
                      https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/10/le-pipeline-in-siria-e-iraq-il-vero.html


Siamo entrati in una nuova Guerra fredda che potrebbe sfociare in una guerra vera e propria.



Come è noto, Papa Bergoglio ha dichiarato che si sta già combattendo la terza guerra mondiale, ma a pezzi, ossia in diversi luoghi simultaneamente. Però, come tutti i papi, si è dimenticato di indicare chi sono i veri colpevoli di questo immane disastro, al di là della responsabilità generica da attribuire a tutti gli esseri umani.
A differenza del papa, noi invece siamo interessati a scoprire i veri responsabili, analizzando alcuni degli eventi più gravi in questo senso che si stanno verificando sotto i nostri stessi occhi e che però non sono notati dall’uomo comune distratto, né ricomposti in un disegno d’insieme dai mass media egemoni.
In primo luogo, sulla base di quanto scrive Manlio Dinucci, ricorderò che nel Rapporto del Pentagono 2018 si può leggere che la Russia viola i confini delle nazioni limitrofe ed esercita il potere di veto sulle decisioni dei suoi vicini. A ciò il Rapporto aggiunge: “Il modo più sicuro di prevenire la guerra è di essere preparati a vincerne una”. Con queste finalità il Pentagono chiede ai paesi alleati di aumentare le spese militari per rendere la NATO più potente.
Questi temi sono stati tutti ignorati dagli squallidi contendenti della campagna elettorale italiana, che hanno anche evitato di parlare dei contingenti militari italiani stanziati a ridosso della Russia e delle nuove bombe nucleari B61-12. Queste ultime saranno presto posizionate in Italia al posto delle B61 già presenti (circa 70). Come scrive sempre Dinucci: “La B61-12… è una nuova arma: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili a seconda dell’obiettivo da colpire; un sistema di guida che permette di sganciarla non in verticale, ma a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un first strike nucleare”.
Nel luglio del 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha elaborato un trattato con lo scopo di individuare uno strumento legalmente vincolante atto a proibire la fabbricazione e l’impiego delle armi nucleari, a favore del quale hanno votato 122 paesi. Gli Stati dotati di armi nucleari, inclusi i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, non hanno partecipato ai negoziati né alla votazione. Alcuni paesi, come Cuba, Venezuela, Messico, Palestina, Tailandia lo hanno già ratificato, mentre i 29 paesi della Nato hanno dichiarato che il trattato ignora i pericoli che oggi il mondo deve fronteggiare, ossia la Corea del Nord. Esso entrerà in vigore dopo che sarà firmato e ratificato da 50 paesi.

giovedì 12 aprile 2018

"Fenomenologia ed esistenzialismo - Husserl"- Paolo Vinci

Da: AccademiaIISF - Paolo Vinci è docente di Filosofia pratica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.  http://www.iisfscuoladiroma.it
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/la-logica-di-hegel-una-grottesca.html




martedì 10 aprile 2018

1978: “LA SVOLTA DELL’EUR”

Da: http://tempofertile.blogspot.it - http://www.pietroichino.it -  https://www.ilpost.it
Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/04/7-aprile-una-interpretazione-degli-anni.html
                   
IL Contesto: 1977/78 un paio d'anni particolarmente difficili. 

il 15 gennaio 1977, ad un convegno di intellettuali al teatro Eliseo di Roma, Berlinguer lancia la "politica dell'austerià" - [https://www.ilpost.it/2010/08/27/berlinguer-austerita/];

il 26 gennaio 1977, per "frenare l’inflazione e difendere la moneta attraverso il contenimento del costo del lavoro e l’aumento della produttività”, CGIL-CISL-UIL firmano un accordo con la Confindustria che prevedeva l’eliminazione degli scatti futuri di contingenza dal conteggio del TFR e l’abolizione di sette festività, inoltre aumenta l'orario di lavoro;  

il 17 febbraio 1977 Lama parla all’università La Sapienza di Roma, ma è violentemente contestato da studenti dell’Autonomia in lotta contro la riforma Malfatti. Seguono scontri fra servizio d’ordine del PCI e studenti, e Lama è costretto a fuggire. 

Disordini alla Sapienza nel giugno 1977 per "favorire l’occupazione” viene varato il “contratto di formazione lavoro” che avvia in Italia il processo di precarizzazione e frantumazione del rapporto di lavoro che farà molta strada da allora; 

la nuova linea proposta da Lama nell'intervista è ratificata, dopo un'ampia discussione nelle diverse federazioni, dall'Assemblea della CGIL-CISL-UIL che si svolge nel quartiere romano dell’EUR; 

il 28 febbraio 1978, Aldo Moro avanza finalmente all'assemblea delle DC l'ipotesi di un futuro governo con il PCI; 

il 16 marzo 1978, Aldo Moro è rapito dalle Brigate Rosse mentre si reca al giuramento del governo Andreotti (monocolore DC) che vede il decisivo appoggio esterno del PCI; 

il 9 maggio Aldo Moro è ritrovato ucciso; 

il 13 dicembre 1978 l'Italia ratifica, con il voto contrario del PCI annunciato da un vigoroso discorso [http://tempofertile.blogspot.com/2014/03/giorgio-napolitano-il-rilevante.html] di Giorgio Napolitano l'adesione allo SME. 


L'intervista a Luciano Lama, a cura di Eugenio Scalfari - la Repubblica il 24 gennaio 1978

1978: In un momento di crisi economica nazionale grave il Segretario Generale della CGIL illustra le basi teoriche e i contenuti pratici della "SVOLTA DELL'EUR" che vede in quel periodo impegnate unitariamente CGIL, CISL, UIL.

lunedì 9 aprile 2018

INTRODUZIONE a “Scritti filosofici” di Mao - Stefano Garroni


Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. 


Il lettore non si lasci ingannare: il titolo del libro è Scritti filosofici, ma con le pagine qui raccolte la filosofia in realtà ha ben poco a che fare e, quando invece è evidentemente presente, lo è ad un livello assai modesto, che non esclude addirittura errori.

La realtà è che il marxismo deve la sua complessità anche al fatto di essere varie cose, per quanto collegate l’una all’altra.

Il marxismo, ad esempio, è un certo modo di disporsi di fronte al mondo, riconoscendosi il soggetto umano parte attiva di esso, principalmente perché orientato – il soggetto – all’umanizzazione del mondo (e qui si vede la grande influenza, in particolare, della Fenomenologia hegeliana su Marx); impegnato a fare del mondo qualcosa, che concreta, potenzia ed arricchisce la libertà umana e non l’avvilisce, invece, alla condizione della mèra dipendenza dalla “leggi del mondo” (o di dio: è la stessa cosa).

In altre parole il marxismo è una visione del mondo (Weltanschauung), il che significa non solo un modo di giudicar le cose (ad esempio, l’affermazione del loro esser conoscibili e non rappresentare, invece, quella sostanza vera, che travalicando le apparenze, si colloca oltre le possibilità conoscitive umane).

Ma proprio perché visione del mondo, il marxismo è, anche, assunzione di un atteggiamento morale (per fare gli esempi più ovvi, si pensi all’anti-talmudismo di cui diceva Togliatti o alla serrata critica della tradizione giudaico-cristiana – e di ogni religione –, che si trova                                                                          esplicitamente in Marx, non a caso allievo di Hegel e di una lunga tradizione classica).

È utile qui ricordare Lenin, quando afferma della religione che essa è << … una delle cose più ignobili, che possano esistere al mondo …>>. 

Si potrebbe dire che è, quindi, quasi ovvio il fatto che l’interesse del marxismo sia focalizzato essenzialmente sulla storia e sull’economia, dunque, sulle complessità della concreta vita sociale umana.

E proprio qui il marxismo raggiunge quelli, che forse sono i suoi più rilevanti risultati: riuscire a fornire la scienza sociale degli strumenti per cogliere le connessioni (anche variamente contraddittorie) tra i diversi livelli della realtà sociale; ed ancora una riorganizzazione della tradizionale disciplina economica, che così diventa effettivamente parte fondamentale della vicenda storica complessiva.

Dunque, il marxismo come visione del mondo, come modo di concepire la storia dell’uomo ed, ancora, il marxismo come critica dell’economia politica, in nome di una radicale riorganizzazione dell’economico.

Ma non basta.

domenica 8 aprile 2018

La pietra d’inciampo siriana - Orazio Di Mauro

Da: https://www.lacittafutura.it

Perché la Siria si è dotata delle armi chimiche. 


Dal 2013 nella guerra di Siria si ripete un tema che allarma le cancellerie occidentali e rimbalza nel mainstream dell’informazione occidentale in modo ossessivo. Il tema è quello dell’uso da parte delle forze siriane governative di gas nervini contro i civili. La prima volta questo sarebbe accaduto è il 21 agosto 2013 in alcune aree del Goutha orientale in mano ai ribelli jihadisti; evento smentito due anni dopo dall’ONU.
La storia è nota: gli Stati Uniti di Obama volevano punire il governo siriano, ma poi non attuarono la loro decisione per l’opposizione della Russia che si fece garante del disarmo chimico della Siria avvenuto successivamente sotto il controllo americano. Altre volte l’accusa di impiegare le armi chimiche contro i civili ha aleggiato sul governo siriano.
La dotazione delle armi chimiche
Ma perché la Siria si era dotata di armi chimiche e da quando lo ha fatto? Per rispondere a questa domanda bisogna risalire agli anni ’70 del XX secolo, in un tempo nel quale i paesi arabi limitrofi di Israele combattevano con esso guerre guerreggiate con incerta fortuna. 

sabato 7 aprile 2018

7 aprile. Una interpretazione degli anni Settanta e dell’autonomia operaia proposta da undici imputati detenuti a Rebibbia

Di: Lucio Castellano, Arrigo Cavallina, Giustino Cortiana, Mario Dalmaviva, Luciano Ferrari Bravo. Chicco Funaro, Antonio Negri, Paolo Pozzi, Franco Tommei. Emilio Vesce, Paolo Virno. 
Da: https://www.autistici.org/operaismo/Autonomi3/index.html  - Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/11/storia-del-sessantotto-michele-brambilla.html 




Il manifesto 20-02-83/22-02-83
Queste pagine, scritte da undici detenuti del 7 aprile a Rebibbia, non sono un documento per la difesa. Sono un tracciato di identità e una proposta di interpretazione di quel che è stata l’Autonomia nella realtà sociale e politica dell’Italia degli anni ’70. Da sottoporre una discussione, che già noi cominceremo.
Fin d’ora vorremmo dire due cose. La prima è che questo scritto è un atto di lealtà; gli imputati del 7 aprile non si presentano come vittime e tanto meno come pentiti, anche se si interrogano su una sconfitta; pur sapendo che questo non accattiverà loro la benevolenza di una opinione che oggi rigetta lontano da sé ogni memoria (e di qui il titolo ironico e autoironico da loro scelto). La seconda è che di questo loro documento tutto, ci sembra, può essere discusso, e anche radicalmente ma dovrebbe esserlo con onestà, ricollocando le parole e il loro senso nel contesto degli anni cui si riferiscono («violenza» sarà il test del buon teorico). Dopo di che, si può anche dissentire da tutto. Il manifesto è aperto a ogni contributo che abbia questo spirito. (r. r.)


Do you remember revolution? Proposta di lettura storico-politica per il movimento degli anni Settanta
Guardando indietro, riesaminando ancora una volta con la memoria e la ragione gli anni ’70, di una cosa almeno siamo certi: che la storia del movimento rivoluzionario, dell’opposizione extraparlamentare prima e dell’autonomia poi, non è stata storta di emarginati o di eccentrici, cronaca di allucinazioni settarie, vicenda catacombale o furore di ghetto. Crediamo realistico affermare, viceversa, che questa storia – una cui parte è divenuta materia processuale – sia intrecciata inestricabilmente alla storia complessiva del paese, ai passaggi cruciali e alle cesure che l’hanno scandita.
Tenendo fermo questo punto di vista (In sé banale, eppure, di questi tempi, temerario e persino provocatorio), avanziamo un blocco d’ipotesi storico-politiche sul passato decennio, che esulano da preoccupazioni d’immediata difesa giudiziaria. Le considerazioni che seguono sovente in forma di semplice posizione di problemi, non sono rivolte ai giudici, finora interessati solo alla mercanzia dei «pentiti», ma a tutti coloro che negli anni trascorsi hanno lottato: ai compagni del ’68, a quelli del ’77, agli intellettuali che hanno «dissentito» (è così che s’usa dire, ora?) giudicando razionale la rivolta. Perché intervengano a loro volta, rompendo il circolo vizioso della rimozione e del nuovo conformismo.
Riteniamo sia venuto il momento di riaffrontare la verità storica degli anni ’70. Contro i pentiti, la verità. Dopo e contro i pentiti, un giudizio politico. Una complessiva assunzione di responsabilità è oggi possibile e necessaria: e uno dei passi funzionali all’affermazione piena del «post-terrorismo» come dimensione propria del confronto fra nuovi movimenti e istituzioni.
Che non abbiamo nulla da spartire col terrorismo è ovvio; che siamo stati «sovversivi» lo è altrettanto. Fra queste due «ovvietà» si gioca il nostro processo. Nulla è scontato, la volontà dei giudici di omologare sovversione e terrorismo è nota, è intensa: condurremo con i mezzi idonei, tecnico-politici, la battaglia difensiva. Ma la ricostruzione storica degli anni ’70 non può svilupparsi convenientemente solo nell’aula del Foro Italico: occorre che si apra un dibattito franco e di ampio respiro, in parallelo al processo, fra i soggetti reali che sono stati protagonisti della «grande trasformazione». È, questo, fra l’altro o soprattutto, un requisito irrinunciabile per parlare in termini adeguati delle tensioni che pervadono i nostri anni ’80.

venerdì 6 aprile 2018

Per la rivoluzione e per la controrivoluzione: Gramsci e Gentile - Emiliano Alessandroni

Da: http://www.marxismo-oggi.it  - emiliano-alessandroni* è ‎Dottore di ricerca - ‎Università degli Studi di Urbino 'Carlo Bo'. 
Nei Quaderni del carcere, allorché si trova a illustrare il concetto di unità tra teoria e pratica, e tra storia e filosofia, Antonio Gramsci insisterà più volte sull'affermazione di Engels secondo cui, non già una corrente culturale, ma il proletariato tedesco in carne e ossa sarebbe l'autentico «erede della filosofia classica tedesca»1. Quelle spinte universalistiche che lo sviluppo, ancorché critico, dell'Aufklärung avevano sprigionato, sotto l'influsso di un evento di portata mondiale come quello della Rivoluzione Francese, trovavano ora una nuova incarnazione nelle lotte di classe ai tempi di Engels e in un'altra Rivoluzione dagli effetti planetari, come presto fu quella dell'Ottobre, ai tempi di Gramsci.
Diametralmente opposto, a tal proposito, risulta il giudizio di Giovanni Gentile. Per questi, tutte le lotte ingaggiate dai ceti subalterni per acquisire diritti sociali e i tentativi di sollevazione da parte delle masse popolari, costituiscono una forza anetica e materialistica suscettibile di disgregare lo spirito statale. Egli condanna quest'ascesa a partire dal superamento delle restrizioni censitarie nel suffragio, affermando che con l'estensione del diritto di voto «il potere centrale dello Stato» si è visto «indebolito, piegato al vario atteggiarsi della volontà popolare attraverso il suffragio popolare»2.
Il primo responsabile di questa degenerazione viene individuato nella «propaganda socialista, di marca marxista» colpevole di aver lavorato per una «educazione morale delle classi lavoratrici» e per la formazione «in esse, di una coscienza politica» ovvero di una «coscienza rivoluzionaria...congiunta a un sentimento di umana solidarietà» da suscitare nell'«incolta e primitiva psicologia del basso popolo italiano». Una coscienza di classe che non promuoveva, ma distruggeva la coscienza dello Stato, «che restringeva l'orizzonte morale e...non lasciava più scorgere quello che stringe insieme in unità d'interessi, di sentire e di pensare tutti i cittadini di una stessa patria». Una coscienza che mortificava lo spirito, giacché esaltava dei tipi di «legami...tutti fondati nel sentimento che ognuno ha del proprio benessere da conquistare o difendere»: si trattava, per Gentile, di una vera e propria sciagura, il risorgere di quella tipica «concezione materialistica della vita, che il Mazzini aveva combattuto»3

giovedì 5 aprile 2018

Hegel velato dall'occhio di Marx - Luigi Cavallaro

Da: https://marxdialecticalstudies.blogspot.it


Roberto Fineschi affronta il rapporto Marx-Hegel alla luce di un'analisi filologica dei testi e di larga parte del dibattito italiano e internazionale svoltosi intorno alla questione. Cerca di ricostruire lo sviluppo della comprensione marxiana di Hegel, per definire rigorosamente che cosa egli intenda quando dice "Hegel" e "dialettica", che mette poi a confronto con gli scritti di Hegel. In tale confronto individua da una parte limiti significativi e dall'altra mostra che l'origine di essi deriva dalla ricezione del maestro nella sinistra hegeliana. 

su il manifesto del 07/01/2007

Nel suo ultimo saggio, edito da Carocci, Roberto Fineschi dimostra attraverso un'analisi rigorosa dei testi come il limite del dibattito sui rapporti fra metodo marxiano e dialettica hegeliana consista nel non essere mai usciti dall'ottica interpretativa dell'autore del «Capitale»
Il rapporto Marx-Hegel è uno dei luoghi classici del marxismo. Da Althusser a Colletti, da Croce (e Gentile) a della Volpe, da Lukács a Popper, la bibliografia sul tema è sterminata e ha dato luogo a interpretazioni antitetiche, in cui il metodo marxiano è stato di volta in volta definito «dialettico-hegeliano», «dialettico-antihegeliano», «antidialettico-antihegeliano-empirista», e così via. Ed è proprio nell'approccio a un tema così complesso che possiamo nuovamente apprezzare la competenza con cui nel suo importante volume Marx e Hegel. Contributi a una rilettura (Carocci, pp. 206, euro 18), Roberto Fineschi sta procedendo nel suo scavo di lungo periodo all'interno della problematica marxiana.

Fineschi è un maratoneta della filologia. La sua esposizione (sempre chiara nonostante l'obiettiva complessità dei temi affrontati) rifugge da ogni sensazionalismo: niente frasi a effetto, niente slogan, solo una paziente e rigorosa analisi dei testi condotta sulle versioni originali, dei cui termini-chiave non di rado egli offre nuove traduzioni, in modo da svelarne l'essenza categoriale. Non che trascuri la letteratura secondaria, beninteso: lo confermano diciassette pagine fitte di bibliografia in coda al volume. Solo che ogni affermazione, interpretazione o traduzione proveniente da quanti hanno scritto su Marx e Hegel è da lui sottoposta a una rigorosa verifica diretta sui testi di Marx e Hegel, in modo da evitare quanto più possibile quel ricorrente equivoco che si genera quandi l'intentio lectoris (specie se lettore «autorevole») si sovrappone, soffocandola, all'intentio operis.

mercoledì 4 aprile 2018

Ingerenze elettorali e svolta a destra in America Latina - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it -  Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza.



L’ingerenza elettorale statunitense sta producendo una svolta a destra in America Latina.



È veramente paradossale che negli Stati Uniti si continui ad agitare il tema dell’ingerenza russa nelle elezioni presidenziali che, anche per la particolarità del loro sistema elettorale, hanno portato al potere quel grottesco personaggio che è Donald Trump. Come d’altronde la recente scoperta dell’uso di dati di circa 50 milioni di utenti di Facebook da parte della società Cambridge Analytica, per favorire il trionfo di Trump rende, se è possibile, la situazione ancora più sconcertante.
Lo stesso tipo di comportamento si può riscontrare nell’ostilità verso la Corea del Nord per essersi dotata della bomba nucleare, o in quella verso la Siria e ultimamente verso la Russia per il possesso e l’uso delle armi chimiche, dal momento che tale accusa proviene da un paese che possiede l’armamento più sofisticato al mondo ovviamente comprensivo di bombe atomiche [1], sottoposte ora ad un processo                                                                                                  di aggiornamento, e di armi chimiche.
Per bollare tale comportamento si potrebbe ricordare il celebre passo del Vangelo di Luca: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. Purtroppo questa considerazione non basta a comprendere l’atteggiamento arrogante e prepotente degli Stati Uniti, che negli ultimi anni con vari espedienti, tra cui il tanto esecrato attentato alle Torri gemelle del World Trade Center di New York [2], hanno fatto a pezzi il diritto internazionale, imponendo la legge del più forte.
Tornando al tema dell’ingerenza elettorale, è noto e documentato che gli Stati Uniti hanno sempre pilotato le elezioni in varie regioni del mondo, giungendo a sollecitare e appoggiare colpi di stato, quando gli eletti alle cariche più importanti non erano di loro gradimento.