il comunista
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
martedì 28 ottobre 2025
USA, Israele e i paesi arabi rafforzano la collaborazione militare - Marco Santopadre
lunedì 27 ottobre 2025
L’UE VUOLE LA TREGUA MA NON LA PACE - Barbara Spinelli
Nonostante l’ennesimo avvertimento di Trump a Zelensky e le parole della Merkel sulla poca volontà europea di cercare la pace, Macron&C. s’intestardiscono nella postura antirussa.
domenica 26 ottobre 2025
«CI ASPETTAVAMO DI MORIRE». STORIE DI OSTAGGI PALESTINESI RILASCIATI IL 13 OTTOBRE 2025 - Laviinia Marchetti
Da: Lavinia Marchetti - https://www.academia.edu/144589843/CI_ASPETTAVAMO_DI_MORIRE_STORIE_DI_OSTAGGI_PALESTINESI_RILASCIATI_IL_13_OTTOBRE_2025
Leggi anche: IL VELO E LA BOMBA - Lavinia Marchetti
Dei quasi 2.000 detenuti palestinesi liberati nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, oltre 1.700 provengono dalla Striscia di Gaza. Il 13 ottobre 2025. Dopo essere stati visitati, i detenuti/ostaggi hanno lasciato l’ospedale e hanno percorso le strade in rovina della città, tutti ancora vestiti con le uniformi grigie del carcere che coprivano i loro corpi emaciati. Avevano la testa rasata, la barba lunga, il volto solcato dai segni di settimane, mesi e talvolta anni di sofferenza. - «Dio ci ha riportati dagli abissi della tomba», è stata la frase più ripetuta.
Vediamo alcune testimonianze tratte da +972 e altre testate.
HAITHAM MOEIN SALEM, 43 anni, residente a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Era stato arrestato dall’esercito israeliano poco più di un anno prima, durante un’incursione a Gaza City. Il 10 settembre, un mese prima della sua liberazione, un attacco aereo israeliano ha colpito la tenda della sua famiglia nella cosiddetta “zona sicura” di Al-Mawasi, vicino a Khan Younis, uccidendo sua moglie e i tre figli: Iman, Layan e Baraa. Lui credeva che lo stessero aspettando per il ritorno a casa. «Nessuno mi ha informato che la mia famiglia era stata colpita». «L’esercito israeliano era solito recapitare brutte notizie da Gaza, soprattutto quando le nostre famiglie venivano attaccate o uccise». Quando ha sentito la notizia, è crollato ed i paramedici hanno dovuto trasportarlo in sedia a rotelle. Per oltre un mese aveva preparato un piccolo dono per la figlia Layan, intagliandolo con noccioli d’oliva raccolti da terra. Lo ha tenuto in tasca per tutto il tempo, conservandolo per quello che sarebbe stato il suo nono compleanno, il 18 ottobre. «Ho iniziato a contare i giorni [in prigione], sperando di uscire in tempo per festeggiare il suo compleanno», ha ricordato. «Ma oggi, a soli cinque giorni da quella data, ho saputo che era stata martirizzata». [...]
sabato 25 ottobre 2025
La BOLLA sta per esplodere. Meloni impone agli italiani di metterci tutti i loro risparmi - Alessandro Volpi
venerdì 24 ottobre 2025
Il fascismo e gli italiani - Ennio Flaiano
Da: ENNIO FLAIANO, Don't Forget, 1976 (Scritti postumi, Milano, Bompiani 1998). - Ennio Flaiano è stato uno sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano. Specializzato in elzeviri, Flaiano scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate.
Leggi anche: Fascismo. Misurare la parola. - Palmiro Togliatti
Ur-Fascismo, il fascismo perenne* - Umberto Eco
Fascismo o neofascismo - Alessandra Ciattini
Il revisionismo storico*- Luciano Canfora
Vedi anche: Chi ha riabilitato il fascismo? - LUCIANO CANFORA
Luciano Canfora presenta "Il fascismo non è mai morto"
giovedì 23 ottobre 2025
L’Europa che vuole la guerra - Antonio Minaldi
Da: https://www.pressenza.com - Antonio Minaldi, militante nei movimenti fin dal 68. Esponente del movimento studentesco del 77 e fra i fondatori dei COBAS SCUOLA nell'87. Si occupa di attualità politica e di studi di filosofia collaborando con varie riviste.
Leggi anche: Bolletta energetica alle stelle… e se la guerra non c’entrasse (quasi) niente? - Antonio Minaldi
PER UNA SPERANZA DI FUTURO - Antonio Minaldi
Un fantasma si aggira per l’Europa, ma non ha nulla a che fare con un possibile “mondo nuovo” quanto piuttosto con una pratica vecchia, anzi vecchissima come il mondo. È il fantasma della GUERRA (a lettere cubitali per sottolinearne l’orrore) che tutte le classi dirigenti europee agitano come l’inevitabile quotidianità che ci aspetta.
Per capire cosa sta avvenendo nel vecchio continente l’Italia non è un buon punto di osservazione. Certo il nostro sciagurato governo non si tira indietro: aumento delle spese militari, rafforzamento dei legami (di subordinazione) con la NATO, continua propaganda militarista con allerta sui pericoli di guerra. Ma più di tanto non si può, visto che la gente comune appare restia a farsi coinvolgere, come avviene d’altra parte nell’intera area mediterranea. Altrove le cose stanno diversamente.
Alcuni esempi per capirci. I paesi baltici (a parte il vertiginoso aumento delle spese militari che coinvolge tutto il continente) hanno avviato la Baltic Defence Line che prevede una linea difensiva comune lungo il confine con la Russia, con centinaia di bunker. La Lettonia ha reintrodotto il servizio militare obbligatorio. Tutti i paesi stanno potenziando l’organizzazione dei riservisti. Programmi di educazione di massa sono stati avviati per organizzare la resistenza civile in caso di guerra.
mercoledì 22 ottobre 2025
Viaggiare è capire, anche nel Socialismo - Nicolò Monti
Leggi anche: “C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”, un libro per capire la Russia di ieri e di oggi - Nicola Pozzati intervista Laura Salmon
martedì 21 ottobre 2025
“Non è la nostra guerra”. John Reed, reporter della rivoluzione contro la guerra - Maurizio Acerbo
Da: https://www.kulturjam.it - Maurizio Acerbo Segretario nazionale di Rifondazione Comunista- Sinistra Europea. Attivista, agitatore culturale. Comunista democratico, libertario e ambientalista. Marxista psichedelico. Maurizio Acerbo
Leggi anche: I dieci giorni che sconvolsero il mondo. - John Reed (1919)
Come funziona il Soviet*- John Reed
lunedì 20 ottobre 2025
La vera linea rossa di Mosca - Jacques Baud
domenica 19 ottobre 2025
IL FONDAMENTALISMO EVANGELICO AMERICANO: DALLE ORIGINI AL SECONDO DOPOGUERRA - Edmondo Lupieri (Primo incontro)
Programma
Martedì 30 settembre 2025 alle ore 18
Edmondo Lupieri:
IL FONDAMENTALISMO CRISTIANO DALLE ORIGINI EVANGELICO-STATUNITENSI FINO AL SECONDO DOPOGUERRA
Martedì 14 ottobre 2025 alle ore 18
Paolo Naso:
IL FONDAMENTALISMO PROTESTANTE AMERICANO: DAI TELEPREDICATORI A DONALD TRUMP
Martedì 28 ottobre 2025 alle ore 18
Massimo Fagioli e Daniela Saresella:
IL FONDAMENTALISMO CATTOLICO
Martedì 18 novembre 2025 alle ore 18
Adriano Roccucci:
IL FONDAMENTALISMO ORTODOSSO RUSSO
Martedì 25 novembre 2025 alle ore 18
Daniele Menozzi:
IL TRADIZIONALISMO CATTOLICO ITALIANO
sabato 18 ottobre 2025
Il teatro, la cultura ebraica e i crimini di israele - Moni Ovadia
venerdì 17 ottobre 2025
IL RIARMO ITALIANO IMPATTERÀ SULLA SPESA SOCIALE E SANITARIA E SUI SALARI PUBBLICI - Domenico Moro
Da: http://www.laboratorio-21.it - Domenico Moro è ricercatore presso l’Istat, dove si occupa di indagini economiche strutturali sulle imprese. Ha lavorato nel settore commerciale di uno dei maggiori gruppi multinazionali mondiali ed è stato consulente della Commissione Difesa della Camera dei deputati.
Leggi anche. La categoria di imperialismo è ancora attuale e quali sono i paesi imperialisti? - Domenico Moro
KEYNESISMO E MARXISMO A CONFRONTO SU DISOCCUPAZIONE E CRISI - Domenico Moro
Quando i paesi della Nato accettarono il diktat trumpiano di aumento della spesa militare dal 2% al 5% sul Pil e la Ue di conseguenza varò il piano Rearm Europe – Readiness 2030, Giorgia Meloni promise che gli aumenti della spesa militare non sarebbero stati compensati con la diminuzione di altre voci di spesa. La verità, però, è che la determinazione del governo italiano a perseguire gli obiettivi di riduzione del deficit e del debito pubblico, previsti dai trattati europei, non consente di mantenere quella promessa.
La conferma di questa situazione viene dalla recente audizione sul Documento programmatico di finanza pubblica 2025, davanti alla Commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato, di Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), e di Andrea Brandolini, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia.
giovedì 16 ottobre 2025
Trump e l’idea della guerra come valore - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.org - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Le inquietanti dichiarazioni fatte dal presidente Usa e dal segretario Pete Hegseth a Quantico ripropongono una pericolosissima concezione della guerra, che nel corso di secoli il diritto internazionale aveva tentato di superare. Inoltre, ancora una volta presentano come invincibili le forze militari Usa, quasi assimilate ai protagonisti delle pellicole commerciali hollywoodiane, nonostante la stessa intelligence riconosca la loro inferiorità in vari campi.
È oggi assai difficile comprendere se tutta l’aggressività presente nei discorsi di Trump, definito da qualcuno “il buffone apocalittico”, o di Pete Hegseth, ora segretario del meno ipocrita Dipartimento della guerra, sia solo frutto di un bluff o se riveli una qualche folle concretezza o consistenza. Certamente si vuole impressionare e terrorizzare con metodi diversi da quelli dei cerimoniali nazisti costellati da lugubri svastiche su fondo rosso, con le coreografie elaborate dall’architetto Albert Speer; metodi che sono la volgare secrezione della rozza cultura di massa televisiva e cinematografica di matrice statunitense. Certamente si vuole convincere il pubblico con un pugno allo stomaco che gli Usa sono sempre forti, battendo i piedi e strepitando, come fanno i bambini quando non vengono presi in considerazione. Probabilmente uno psicoanalista direbbe che tutta la retorica bellicista, strombazzata nella mega riunione di generali e ammiragli a Quantico (Virginia), serve anche a persuadere gli stessi parlanti che sono invincibili, pur essi costatando contraddittoriamente nello stesso tempo che il loro esercito è in decadenza, che bisogna far rinascere lo spirito guerriero, che evidentemente è scemato, anche se non per colpa loro.
mercoledì 15 ottobre 2025
Lotta di classe identitaria e non identitaria - John Holloway
Da: https://comune-info.net - Pubblicato sul numero 4/2025 della Revista Critica anticapitalista di Comunizar, sorella di Comune. - John Holloway è un sociologo, filosofo, giurista, saggista ed accademico irlandese, di orientamento marxista operaista, i cui lavori sono strettamente associati al movimento neo-zapatista in Messico, dove risiede stabilmente dal 1991 (john holloway).
martedì 14 ottobre 2025
Cuba e Harlem - Nicolò Monti
Da: Nicolò Monti (Post del 3/10/2024) - Nicolò Monti - Nicolo-Monti già segretario nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI).
Leggi anche: https://giuliochinappi.com/2020/09/26/fidel-castro-il-discorso-piu-lungo-nella-storia-dellonu-26-settembre-1960/
Era il Settembre del 1960, 9 mesi prima Fidel Castro entrava a L’Avana e portava la Rivoluzione a Cuba. Gli Stati Uniti fin da subito con Eisenhower si posero in netto contrasto, d’altronde Cuba per gli statunitensi era un’isola casinò, dove potevano fare ciò che volevano. Una vera e propria colonia. Non c’era ancora il Bloqueo, che sarebbe arrivato con Kennedy, ma il clima era di piena ostilità. Quando Fidel Castro con la sua delegazione raggiunse New York per partecipare all’assemblea ONU, che quell’anno verteva proprio sulla decolonizzazione, l’ostilità divenne realtà.
lunedì 13 ottobre 2025
Ripartire dalla Flotilla per costruire un’Europa di pace e un’alternativa politica - Marcello Mustè
Da: https://www.strisciarossa.it - Marcello Mustè, Università di Roma Sapienza (Filosofia teoretica), è uno storico della filosofia e filosofo italiano. Marcello Mustè
Leggi anche: Da Labriola a Gramsci, quel marxismo che ha saputo essere originale. - Marcello Mustè
domenica 12 ottobre 2025
Il testo integrale dell’accordo firmato da Israele e Hamas per “porre fine alla guerra” a Gaza - Middle East Eye
Da: https://contropiano.org - Middle East Eye -
Middle East Eye ha ottenuto una copia dell’accordo firmato da Israele, Hamas e dai mediatori in Egitto per porre fine al genocidio di Gaza.
Il documento, che include le firme di diversi mediatori, tra cui l’inviato degli Stati Uniti Steve Witkoff, è intitolato “Passi di attuazione per la proposta del presidente Trump per una ‘fine completa della guerra di Gaza’”.
Descrive in dettaglio sei fasi dell’accordo, a partire dall’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che la guerra a Gaza è finita e che “le parti hanno concordato di attuare i passi necessari a tal fine”.
Il secondo passo afferma che “la guerra finirà immediatamente con l’approvazione del governo israeliano”. Il governo israeliano ha approvato giovedì la prima fase dell’accordo.
Il terzo passo richiede “l’inizio immediato del pieno ingresso di aiuti umanitari e soccorsi” nella Striscia di Gaza, mentre il quarto passo dice che l’esercito israeliano [IDF] “si ritirerà secondo le linee concordate secondo la mappa X allegata al presente documento, e questo sarà completato dopo l’annuncio del presidente Trump ed entro 24 ore dall’approvazione del governo israeliano.
“L’IDF non tornerà nelle aree da cui si è ritirato, fino a quando Hamas attuerà pienamente l’accordo”.
Nella quinta fase, che avrà luogo “entro 72 ore dal ritiro delle forze israeliane, tutti gli ostaggi israeliani, vivi e deceduti, detenuti a Gaza saranno rilasciati”.
Mentre la dichiarazione che tutti i prigionieri vivi e morti saranno rilasciati durante questo arco di 72 ore, una delle sottoclausole del quinto passo richiede “l’istituzione di un meccanismo di condivisione delle informazioni… su eventuali ostaggi deceduti che non sono stati recuperati entro le 72 ore o sui resti degli abitanti di Gaza detenuti da Israele.
“Il meccanismo deve garantire che i resti di tutti gli ostaggi siano riesumati e rilasciati in modo completo e sicuro. Hamas eserciterà il massimo sforzo per garantire l’adempimento di questi impegni il prima possibile”, aggiunge.
La sottoclausola successiva afferma che “man mano che Hamas rilascia tutti gli ostaggi, Israele rilascerà in parallelo il numero corrispondente di prigionieri palestinesi secondo le liste allegate”, seguita da un’altra sottoclausola che dichiara che “lo scambio di ostaggi e prigionieri avverrà secondo il meccanismo concordato attraverso i mediatori e attraverso il CICR senza alcuna cerimonia pubblica o copertura mediatica”.
L’ultimo passo elencato dice che “sarà formata una task force di rappresentanti di Stati Uniti, Qatar, Egitto, Turchia e altri paesi che sarà concordata dalle parti, per seguire l’attuazione con le due parti e coordinarsi con loro”.
Ecco il documento integrale:
sabato 11 ottobre 2025
La nuova governance mondiale parte dalla Cina - Michela Arricale
venerdì 10 ottobre 2025
Il Genocidio è fallito e Netanyahu ha perso - Raniero La Valle
Da: https://www.ilfattoquotidiano.it/.../il.../8154129 - Raniero La Valle - Raniero La Valle è un giornalista, politico e intellettuale italiano.
Leggi anche: CONSIDERAZIONI SULL’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO - Alfredo Facchini - https://www.facebook.com/alfredo.facchini/posts
ERA PREBELLICA? ALL'ARMI SIAM POLACCHI - Raniero La Valle
giovedì 9 ottobre 2025
Trump e Netanyahu: Inganno e Follia Nucleare - Scott Ritter
mercoledì 8 ottobre 2025
Il sionismo è arrivato al capolinea - Ilan Pappé
Da: https://lespresso.it - Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948.
Leggi anche: Il sionismo ideologia razzista di un movimento coloniale - Ilan Pappé
Vedi anche: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
“La brutalità di Israele è il segno della sua fine” - Ilan Pappé
Lo storico israeliano parla di regime agli sgoccioli. E nel suo ultimo libro confuta l’idea di “due popoli, due Stati”. Allo stato attuale solo “una diversa forma di occupazione”
È un’occasione davvero rara incontrare Ilan Pappé (Haifa, 1954), docente di Storia del Medio Oriente all’università di Exeter, Gran Bretagna, condirettore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina, apprezzato scrittore israeliano, autore di una dozzina di libri tradotti in tutto il mondo. Fa parte della Nuova storiografia israeliana: un filone di studi che punta a ricostruire, sulla base di documenti ufficiali e ufficiosi, tutti gli eventi che hanno portato dall’inizio del secolo scorso all’attuale tragedia di Gaza. Non è amato nel suo Paese. Si è fatto molti nemici tra le autorità ufficiali. È una voce dissonante. In questo momento di forti divisioni, di crimini di guerra gravissimi compiuti da Israele con l’accusa di genocidio, è l’unico in grado di raccontare una verità diversa dalla narrazione ufficiale. Si potrà dissentire o condividere quanto sostiene. Resta un prezioso testimone di quanto accade nel suo Paese da dove è appena rientrato. Lo incontriamo di passaggio a Mantova in occasione del Festival della Letteratura dove ci anticipa il suo nuovo libro “La fine di Israele” in uscita per Fazi il prossimo 7 ottobre, il giorno in cui ricorre il pogrom di Hamas nel 2023.
Lei racconta della presenza in Israele di uno scontro tra l’anima laica e quella religiosa. Tra quelli che chiama lo Stato di Giudea e lo Stato di Israele.
«Negli ultimi 20 anni si è imposta in Israele una visione molto marcata tra due anime ebraiche che hanno poco in comune. L’unica cosa che le unisce è un nemico: i palestinesi. Ma al di là di questo aspetto hanno una visione diversa, direi opposta, della società. La parte che per anni ha dominato è quella che possiamo chiamare la sinistra, i sionisti liberali. I quali restano comunque razzisti nei confronti dei palestinesi ma puntano a un Paese moderno che si ispiri all’Occidente. C’è poi un’altra ideologia che pensa che ci sia spazio in quella terra solo per gli ebrei».
Oggi prevale quest’ultima?
