Da: https://forzalavoro.work - Vadim Bottoni, economista, funzionario amministrativo presso la direzione centrale studi e ricerche dell'Inps e saggista. - Joseph Schumpeter (Třešť, 8 febbraio 1883 – Taconic, 8 gennaio 1950) è stato un economista austriaco, tra i maggiori del XX secolo.

In una fase di cambiamenti strutturali come quella odierna riteniamo importante proporre degli spunti teorici relativi al pensiero economico che si è concentrato su questo tema. Iniziamo in questo numero con l’idea di “distruzione creatrice” che è una delle nozioni più celebri e controverse sviluppate da Joseph Schumpeter, economista austriaco del XX secolo. Con essa, Schumpeter descrive la dinamica profonda dello sviluppo capitalistico, concependo l’innovazione non come un’evoluzione graduale e pacifica, bensì come un processo per sua natura dirompente, in cui la creazione del nuovo implica la scomparsa del vecchio. Si tratta, in altri termini, di un meccanismo di rottura, in cui ogni innovazione distrugge assetti consolidati, modelli produttivi precedenti, strutture organizzative ormai obsolete. La forza propulsiva di tale trasformazione è l’imprenditore innovatore, figura centrale nel pensiero schumpeteriano, capace di immaginare e realizzare combinazioni economiche inedite.
L’economia, secondo Schumpeter, non cresce per accumulo lineare o per semplice espansione delle attività esistenti. Al contrario, lo sviluppo autentico nasce da discontinuità radicali. Questo tipo di sviluppo, distinto dalla crescita quantitativa, si manifesta attraverso l’introduzione di novità tecnologiche, organizzative o di mercato che alterano profondamente il funzionamento dell’intero sistema economico. L’intuizione fondamentale è che ogni nuova configurazione economica comporta inevitabilmente la soppressione di quella precedente: ciò che emerge prende il posto di ciò che viene superato. È questo il senso profondo della “distruzione creatrice”.
L’impresa dell’innovatore: una figura attiva del cambiamento
Per Schumpeter alla base di questo processo sta la figura dell’imprenditore. Egli non è un semplice gestore di risorse esistenti, ma un agente dotato di capacità visionaria, in grado di rompere la routine e di introdurre elementi di novità. Una certa mitologia dei visionari condottieri delle big tech dovrebbe suonarci come famigliare colonna sonora delle mirabolanti conquiste sfornate nella Silicon Valley in questi ultimi decenni. Per Schumpeter la sua azione è rischiosa, incerta, ma essenziale. L’innovatore infatti agisce spinto non solo dal calcolo del profitto, ma anche da un impulso creativo, dal desiderio di costruire, di emergere, di plasmare la realtà secondo la propria intuizione. In questo senso, la funzione dell’imprenditore è eminentemente trasformativa: egli è il motore del cambiamento, il catalizzatore dell’evoluzione economica.