Da: www.ilmanifesto.it - https://www.facebook.com/aldo.garzia. - Aldo Garzia, giornalista, ha lavorato tra l’altro nelle redazioni di "Pace e guerra" e "il manifesto". Ha diretto le riviste "Aprile" e "Palomar". Ha fatto parte dell'Associazione stampa parlamentare e ha collaborato con l'agenzia Askanews. Ha pubblicato numerosi volumi su Cuba, dove è stato corrispondente per alcune agenzie alla fine degli anni 80. I suoi ultimi libri sono: "Zapatero. Il socialismo dei cittadini" (Feltrinelli, 2006), "Olof Palme. Vita e assassinio di un socialista europeo" (Editori Riuniti, 2007); "Ingmar Bergman, The Genius" (Editori Riuniti, 2011)
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Delle idee e degli scritti di Antonio Labriola (1843-1903) si discute attualmente poco. Non è stato sempre così. Basti citare saggi e libri di Eugenio Garin, Nicola Badaloni e Cesare Luporini, tre studiosi storici della sinistra italiana del dopoguerra (fanno scuola l’introduzione del primo all’edizione di La concezione materialistica della storia e il volume di Badaloni Antonio Labriola nella cultura europea dell’ottocento, editi entrambi da Laterza). Nel 2018, la ricerca l’ha riproposta Marcello Musté in Marxismo e filosofia della prassi: da Labriola a Gramsci (Viella).
Del resto non poteva che essere così in quanto Labriola rappresenta il primo strappo in direzione marxista nella cultura italiana. A lui si deve infatti l’introduzione in Italia non dell’ispirazione politica socialista (il Partito socialista era stato fondato nel 1892), bensì del marxismo come metodo e riferimento teorici. È lui che opera la prima rottura nella tradizione idealista e storicista italiana. È sempre a lui si deve la prima traduzione in italiano de Il Manifesto dei comunisti di Marx ed Engels. Il ruolo di capostipite del marxismo italiano glielo riconoscono anche Croce, che fu allievo di Labriola frequentando i suoi corsi di Filosofia morale all’università di Roma, e Antonio Gramsci.