**(San
Pietroburgo, 31 marzo 1872 – Mosca, 9 marzo 1952), è stata una
rivoluzionaria russa, la prima donna nella storia che abbia avuto
l'incarico di ministro e di ambasciatrice.
Una celebrazione militante
La
Giornata delle Donne (o Giornata delle donne lavoratrici) é una
giornata di solidarietà internazionale e un giorno per ricordare la
resistenza e l’organizzazione delle donne proletarie.
Ma questa non è una giornata speciale solo per le donne. L’8 marzo è una data storica e memorabile per gli operai e i contadini, russi e di tutto il mondo. Nel 1917, in questo giorno prese avvio la grande Rivoluzione di Febbraio [1]. Furono le operaie di Pietrogrado ad iniziare questa Rivoluzione; furono esse che decisero di innalzare la bandiera dell’opposizione allo zar e ai suoi sostenitori. E così questo giorno, per noi, è una doppia celebrazione.
Ma se questa è una festa per tutto il proletariato perché la chiamano Giornata della donna? Perché teniamo incontri e celebrazioni dedicate in modo particolare alle operaie e alle contadine? Non può questo, forse, offuscare l’unità e la solidarietà della classe lavoratrice?
Ma questa non è una giornata speciale solo per le donne. L’8 marzo è una data storica e memorabile per gli operai e i contadini, russi e di tutto il mondo. Nel 1917, in questo giorno prese avvio la grande Rivoluzione di Febbraio [1]. Furono le operaie di Pietrogrado ad iniziare questa Rivoluzione; furono esse che decisero di innalzare la bandiera dell’opposizione allo zar e ai suoi sostenitori. E così questo giorno, per noi, è una doppia celebrazione.
Ma se questa è una festa per tutto il proletariato perché la chiamano Giornata della donna? Perché teniamo incontri e celebrazioni dedicate in modo particolare alle operaie e alle contadine? Non può questo, forse, offuscare l’unità e la solidarietà della classe lavoratrice?
Per
rispondere a queste domande dobbiamo fare un passo indietro. A come e
perché fu organizzata la Giornata della donna.
Come e perché è stata organizzata la giornata della donna?
Non molto tempo fa, in effetti circa dieci anni fa, la questione dell’uguaglianza della donna e la questione della sua partecipazione al governo accanto agli uomini erano fortemente dibattute. La classe operaia in tutte le nazioni capitalistiche lottava per i diritti delle lavoratrici: la borghesia non voleva accettare queste rivendicazioni. Non era nel suo interesse rafforzare il voto della classe operaia nel parlamento; e in tutti i paesi i borghesi ostacolarono il passaggio di leggi che davano più diritti alle lavoratrici.
I socialisti del Nord America premevano sulla propria rivendicazione del voto con particolare insistenza.
Il 28 febbraio 1909 le donne socialiste degli Stati Uniti organizzarono grandi manifestazioni e incontri in tutto il paese, rivendicando i diritti politici per le donne lavoratrici. Questa fu la prima “Giornata della donna”. L’iniziativa per l’organizzazione di questa giornata spetta quindi alle operaie d’America.
Nel 1910 alla Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Operaie, Clara Zetkin portò avanti la proposta di organizzare una Giornata internazionale delle donne lavoratrici. La conferenza decise che ogni anno, in ogni paese, si sarebbe celebrata nello stesso giorno, una “Giornata della Donna” sotto lo slogan “Il voto alle donne unirà la nostra forza nella lotta per il socialismo”.
In quegli anni la richiesta di rendere il parlamento più democratico allargando appunto il suffragio ed estendendolo alle donne era una questione vitale. Precedentemente alla prima guerra mondiale gli operai avevano il diritto di voto in tutte le nazioni borghesi ad eccezione della Russia. Solo le donne, come i malati di mente, rimanevano senza questo diritto. Allo stesso tempo però, la dura realtà del capitalismo esigeva che la donna partecipasse all’economia della nazione. Ogni anno c’era un incremento nel numero di donne che lavoravano nelle fabbriche e nei negozi, o come domestiche o donne a ore. Queste donne lavoravano accanto agli uomini e producevano con le loro mani la ricchezza del paese. Ma restavano senza diritto di voto.
Ma negli ultimi anni prima della guerra l’aumento dei prezzi spinse anche le casalinghe più pacifiche ad interessarsi delle questioni politiche ed a protestare ad voce alta contro la politica di saccheggio della borghesia. Le “rivolte delle casalinghe” divennero sempre più frequenti, infiammandosi in momenti diversi in Austria, Inghilterra, Francia e Germania.
Le lavoratrici compresero che non era sufficiente fracassare i banchetti al mercato o minacciare qualche commerciante: capirono che queste azioni non abbassavano il costo della vita. Bisognava cambiare la politica del governo. E per realizzare questo, la classe lavoratrice doveva ottenere che fosse esteso il diritto di voto.
Fu deciso di istituire una Giornata delle donne in ogni nazione come forma di lotta per il diritto di voto. Questa giornata doveva essere una giornata di solidarietà internazionale nella lotta per obiettivi comuni e per misurare la forza delle donne lavoratrici organizzate sotto la bandiera del socialismo.
Come e perché è stata organizzata la giornata della donna?
Non molto tempo fa, in effetti circa dieci anni fa, la questione dell’uguaglianza della donna e la questione della sua partecipazione al governo accanto agli uomini erano fortemente dibattute. La classe operaia in tutte le nazioni capitalistiche lottava per i diritti delle lavoratrici: la borghesia non voleva accettare queste rivendicazioni. Non era nel suo interesse rafforzare il voto della classe operaia nel parlamento; e in tutti i paesi i borghesi ostacolarono il passaggio di leggi che davano più diritti alle lavoratrici.
I socialisti del Nord America premevano sulla propria rivendicazione del voto con particolare insistenza.
Il 28 febbraio 1909 le donne socialiste degli Stati Uniti organizzarono grandi manifestazioni e incontri in tutto il paese, rivendicando i diritti politici per le donne lavoratrici. Questa fu la prima “Giornata della donna”. L’iniziativa per l’organizzazione di questa giornata spetta quindi alle operaie d’America.
Nel 1910 alla Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Operaie, Clara Zetkin portò avanti la proposta di organizzare una Giornata internazionale delle donne lavoratrici. La conferenza decise che ogni anno, in ogni paese, si sarebbe celebrata nello stesso giorno, una “Giornata della Donna” sotto lo slogan “Il voto alle donne unirà la nostra forza nella lotta per il socialismo”.
In quegli anni la richiesta di rendere il parlamento più democratico allargando appunto il suffragio ed estendendolo alle donne era una questione vitale. Precedentemente alla prima guerra mondiale gli operai avevano il diritto di voto in tutte le nazioni borghesi ad eccezione della Russia. Solo le donne, come i malati di mente, rimanevano senza questo diritto. Allo stesso tempo però, la dura realtà del capitalismo esigeva che la donna partecipasse all’economia della nazione. Ogni anno c’era un incremento nel numero di donne che lavoravano nelle fabbriche e nei negozi, o come domestiche o donne a ore. Queste donne lavoravano accanto agli uomini e producevano con le loro mani la ricchezza del paese. Ma restavano senza diritto di voto.
Ma negli ultimi anni prima della guerra l’aumento dei prezzi spinse anche le casalinghe più pacifiche ad interessarsi delle questioni politiche ed a protestare ad voce alta contro la politica di saccheggio della borghesia. Le “rivolte delle casalinghe” divennero sempre più frequenti, infiammandosi in momenti diversi in Austria, Inghilterra, Francia e Germania.
Le lavoratrici compresero che non era sufficiente fracassare i banchetti al mercato o minacciare qualche commerciante: capirono che queste azioni non abbassavano il costo della vita. Bisognava cambiare la politica del governo. E per realizzare questo, la classe lavoratrice doveva ottenere che fosse esteso il diritto di voto.
Fu deciso di istituire una Giornata delle donne in ogni nazione come forma di lotta per il diritto di voto. Questa giornata doveva essere una giornata di solidarietà internazionale nella lotta per obiettivi comuni e per misurare la forza delle donne lavoratrici organizzate sotto la bandiera del socialismo.