Il capitale non ha una patria e si dirige dove trova il massimo rendimento. Gli Stati Uniti confermano questa tesi con la loro svolta protezionistica: quando non si riesce più a dominare i mercati mondiali con il "libero scambio", si adotta il nazionalismo economico come ultima risorsa.
In questo video, spiego perché il protezionismo americano è la pubblica confessione del suo declino imperiale, come Wall Street abbia distrutto la propria industria con quattro decenni di finanziarizzazione e perché le promesse di "reindustrializzazione" siano materialmente impossibili da realizzare.
Perché l'Inghilterra predicava il libero scambio nel XIX secolo, ma adottava preferenze imperialistiche di fronte alla concorrenza? Come sono passati gli Stati Uniti dall'inondare il mondo con i loro prodotti alla chiusura delle frontiere, quando la Cina li ha superati settore per settore? Perché i lavoratori che hanno votato Trump, credendo di poter recuperare posti di lavoro ben pagati nell'industria, dovrebbero solo assumere atteggiamenti patriottici, mentre il capitale continua a fluire dove produce i maggiori profitti?
Ve lo spiegherò attraverso la mia analisi storica, mostrando come il fascismo svolga la sua funzione classica: incanalare la legittima rabbia degli sfruttati verso capri espiatori accuratamente selezionati (es. i migranti), lasciando completamente intatto il sistema che in realtà causa la loro miseria.
Il nazionalismo borghese è la forma che assume il dominio capitalistico quando la democrazia formale non riesce più a contenere le sue contraddizioni esplosive, dimenticando che l’estensione planetaria del capitalismo nella fase attuale non può riprodursi se gli vengono imposti dei limiti. In questo contesto è anche inimmaginabile l’ipotesi di una svolta autarchica in paesi che non hanno le risorse necessarie alla riproduzione dei loro sistemi economici (Europa), o non hanno materie prime indispensabili come il petrolio pesante del Venezuela o della Russia (Usa). L’illusione è che con atti di forza, del tutto illegittimi, si possano raggiungere i propri obiettivi in un mondo in cui il predominio euroatlantico si trova in una grandissima crisi.
Ma il capitalismo non può abbandonare la sua legge morale (“produrre il massimo possibile di plusvalore”, Marx, Capitolo IV inedito) basata sulla più spietata concorrenza, quando solo la cooperazione potrebbe farci superare l’attuale crisi sistemica.
Alessandra Ciattini
Bibliografia
Marx K., Il Capitale, Libro I, capitolo VI inedito, Firenze 1969.
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