lunedì 26 agosto 2024

"Omicron" - Ugo Gregoretti

Da: Cinema78Documental - Ugo Gregoretti (Roma, 28 settembre 1930 – Roma, 5 luglio 2019) è stato un regista, attore, sceneggiatore, giornalista e drammaturgo italiano. 

Omicron è un film italiano del 1964 diretto da Ugo Gregoretti, Commedia/Fantascienza, parodia della società capitalista.

                                                                         

OMICRON di  UGO GREGORETTI (1963) con Renato Salvatori e Rosemarie Dexter.
La fantascienza sociale italiana: Sulla riva del Po viene trovato morto un operaio, Trabucco, ma del cadavere prende possesso un alieno, Omicron, proveniente dal pianeta Ultra, i cui abitanti progettano di invadere la terra. Gradatamente Omicron riesce a muovere il corpo e a parlare, imitando coloro che gli sono accanto. In fabbrica prende il posto di Trabucco dando prova di grande capacità fisica e nessuna solidarietà con i suoi compagni di lavoro. L’amore per una ragazza, Lucia, suscita in lui coscienza di classe; le numerose letture gli chiariscono i meccanismi con i quali si svolge la vita tra gli uomini. Influenzato culturalmente dal giornalismo radicale e sulla scia delle inchieste di costume televisive che in quel periodo avevano sottolineato, nel mondo dell’informazione, l’apertura al sociale della nuova fase politica, Ugo Gregoretti osserva in “I nuovi angeli”, lavoro del 1961, coloro che abbandonano le campagne e che lavorano alle catene di montaggio in grandi complessi metallurgici, proponendone un approfondimento con Omicron, “un film sulla fabbrica o meglio sulla Fiat”.
«Credo si possa dire che gli unici film a soggetto che rappresentano la realtà operaia torinese in modo non banale né moralistico sono due commedie: in quanto tali, esse ribaltano il sentimentalismo in beffa, il patetismo in ironia. Mi riferisco a […] Omicron di Ugo Gregoretti ed a “I compagni” di Mario Monicelli, entrambi del 1963, ambientati a Torino, ma girati qui solo in minima parte […] Omicron era un film sulla Fiat, sullo sfruttamento classista del proletariato, e per questo fu a lungo boicottato a livello di distribuzione. L'idea del film ebbe origine dalla lettura da un'inchiesta sulla Fiat fatta da Giovanni Carocci. […] Il film è piacevole e divertente ancora oggi, nonostante siano cambiate per tanti versi le condizioni politiche, sociali ed esistenziali della classe operaia: grazie alla sottile ironia che il regista riesce a calibrare con sapienza, la satira assume insieme vigore polemico e leggerezza scanzonata, offrendo così un esempio quasi unico, nel cinema italiano, di “commedia operaia”»
 (F. Prono, in G. Alonge, F. Mazzocchi, a cura, Ombre metropolitane, DAMS Università di Torino, 2002 - https://drammaturgia.fupress.net

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