martedì 26 maggio 2015

Marx: Glosse marginali al Manuale di economia politica di Adolph Wagner - Enrico Galavotti

 ...nello sfruttamento il valore di una merce non può mai essere un equivalente del lavoro impiegato per produrla. La merce contiene un plusvalore, cioè un valore supplementare che non viene pagato, proprio perché il salario è stabilito prima della produzione, sulla base di un certo tempo del lavoro. Finché c'è salario c'è sfruttamento del lavoro. E' vero che il salario si può contrattare, ma fino a un certo punto, poiché l'eccedenza di forza-lavoro (dovuta alla mancanza di proprietà privata), gioca a favore del capitalista, che può imporre un salario minimo di sopravvivenza (quel salario - si può aggiungere - che andrà oltre la soglia della sopravvivenza in seguito allo sfruttamento imperialistico della periferia coloniale dei paesi occidentali).

 "Il capitalista - scrive Marx - appena ha pagato all'operaio l'effettivo valore della sua forza-lavoro [qui Marx vuol dire "quello stabilito per contratto"], si appropria del plusvalore con pieno diritto... Nel valore, non 'costituito' dal lavoro del capitalista, c'è una parte di cui egli può appropriarsi 'legalmente', cioè senza violare il diritto corrispondente allo scambio delle merci".

 Questo significa che il capitalismo è basato sullo sdoppiamento tra realtà di fatto (la non proprietà dei mezzi produttivi da parte del lavoratore) e un'astrazione formale (la libertà giuridica universalmente riconosciuta, indipendentemente dalla propria origine sociale). 

http://www.homolaicus.com/teorici/marx/wagner.htm

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