domenica 31 maggio 2015

Come ripensare oggi crisi e patologie sociali? - Rachel Jaeggi

 Decisiva per questa comprensione dell’appropriazione e dell’alienazione [estraniazione] è la loro fondazione in un concetto filosofico di lavoro, che per Marx rappresenta la vera e propria relazione paradigmatica dell’uomo con il mondo. Il lavoro è qui concepito come un’esteriorizzazione e un’oggettivazione delle forze essenziali dell’uomo. Detto molto schematicamente: le «forze essenziali umane» – la volontà, gli scopi, le capacità dell’uomo – diventano oggettive, si materializzano, solo in quanto sono «esteriorizzate» nel mondo attraverso il lavoro. La capacità di lavoro, concepita come un processo materiale di scambio con la natura, trasforma simultaneamente il mondo e l’essere umano. L’essere umano produce se stesso e il suo mondo in uno stesso atto. Nel produrre il suo mondo, egli produce se stesso, e viceversa. E nella misura in cui questo processo riesce, si appropria allo stesso tempo del mondo oggettivo e di se stesso. Egli si «riconosce» (si potrebbe tradurre: riconosce la sua volontà e la sua capacità) nelle sue attività e nei suoi prodotti e trova se stesso attraverso il rapporto con questi ultimi; egli si «realizza», quindi, in una relazione di appropriazione con il mondo come prodotto delle sue attività. In questo senso il lavoro – quello non alienato [non estraniato] – è per Marx una determinazione essenziale dell’uomo. Ciò che costituisce l’essere umano come tale è il fatto che, a differenza dell’animale, è capace di dare forma a se stesso e al suo mondo in modo consapevole e attraverso la cooperazione sociale e che non solo egli «realizza» se stesso in questo processo ma anche «produce se stesso», nel senso molto concreto che le sue capacità, i suoi sensi e i suoi bisogni si sviluppano nella misura in cui egli si rapporta al mondo, lavorando e dandogli forma.

Una vita non alienata, allora, non sarebbe una vita riconciliata, né felice, forse neanche la buona vita. Non essere alienato significherebbe, invece, un certo modo di condurre la propria vita e un certo modo di mettersi in rapporto con se stessi e con le condizioni in cui si vive e da cui si è determinati: significherebbe potersene appropriare. 

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