giovedì 22 maggio 2014

Lenin e la Rivoluzione

"La storia [...] ha seguito una via tanto particolare che ha generato nel 1918 due metà di socialismo, separate e vicine come due pulcini sotto la chioccia comune dell'imperialismo internazionale. La Germania e la Russia incarnano con una evidenza particolare la realizzazione materiale delle condizioni del socialismo, delle condizioni economiche, produttive e sociali da una parte, e delle condizioni politiche dall'altra.                                                                             [...] Una rivoluzione proletaria vittoriosa in Germania romperà di colpo, con la più grande facilità, tutti gli involucri dell'imperialismo e assicurerà a colpo sicuro la vittoria del socialismo mondiale senza difficoltà o con difficoltà insignificanti, a condizione di considerare le difficoltà sulla scala della storia mondiale, e non a quella di qualche gruppo di filistei.                                                                                                                                      [...]    Commetteremmo un errore irreparabile dichiarando che, essendo scontata la sproporzione fra le nostre "forze" economiche e la nostra forza politica, se ne "deduce" che non bisognava prendere il potere. È questo un ragionamento da "maniaci viventi nella bambagia", che dimenticano che non ci sarà mai "proporzione", che non è data averla né nello sviluppo della natura, nè in quello della società, che il socialismo compiuto non sarà risultato che dalla collaborazione rivoluzionaria del proletariato di tutti i paesi e in seguito a molti tentativi dei quali ciascuno, considerato isolatamente, sarà unilaterale e soffrirà di una certa sproporzione" [Lenin]                                           http://www.leftcom.org/it/articles/1970-06-01/lenin-e-il-capitalismo-di-stato                         

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