Da: https://www.lacittafutura.it - alessandraciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.
Tornando sull’importanza delle parole e sul come il loro impiego spieghi la concezione del mondo soggiacente e talvolta volutamente nascosta, avrete probabilmente osservato che il linguaggio semi-colto, quello dei mass media, quello degli uomini di cultura, professori universitari, “esperti” che vengono intervistati per gettarci le perle del loro sapere è costantemente infarcito, in maniera a mio dire fastidiosa, dall’avverbio modale “in qualche modo”. Ci si potrebbe chiedere se non si tratti di una sciocchezza, di una minuzia, su cui non vale la pena riflettere. Eppure a me non sembra tale, perché getta luce su alcuni aspetti di quella che può essere definita “ideologia quotidiana” o anche “senso comune” [1], nell’accezione gramsciana, a sua volta definito dallo studioso marxista “il folclore della filosofia”, prodotto dalla sedimentazione dei contenuti delle correnti culturali e filosofiche precedenti.
Aggiungo che questo mio fastidio per “in qualche modo” è stato preceduto nel 2008 da un articolo di Adriano Sofri su Panorama, nel quale scrive che tale avverbio: “sembra riportare una vaghezza, un’attenuazione, in qualche modo (anche lui non ne fa a meno) un’attenuante generica alla sciocchezza che si sta dicendo…”. Tuttavia, Sofri ne fa una sorta di vezzo e non ne approfondisce le radici sociali.
Tale insistenza sull’uso di “in qualche modo” mostra che si prova una grande paura nei confronti della parola dichiarativa, categorica, e che non si intende assumere pienamente la responsabilità del significato di una parola pronunciata nell’interazione sociale. L’uso dichiarativo e categorico sembra essere limitato agli scritti scientifici, negli altri ambiti ci si contenta di esprimere opinioni opinabili che è sempre possibile rimangiare o rielaborare a seconda della reazione degli ipotetici interlocutori (basti pensare allo squallido dibattito politico, cui partecipano sempre i soliti protagonisti).
Naturalmente non voglio sostenere che in alcuni casi “in qualche modo” sia del tutto inutile, ma affermazioni del tipo: “I problemi ambientali ci mettono tutti in qualche modo nelle stesse condizioni” oppure “Dobbiamo in qualche modocapire noi stessi per migliorarci” non richiedono nessuna specificazione e nessuna ulteriore sfumatura, la frase aggiunge solo un senso di confusione e di oscurità e quindi avvolge di incertezza l’affermazione fatta. E sollecita altre domande: cosa significa capire noi stessi e in che misura dovremo modificarci?