lunedì 28 marzo 2022

Quanti anni di vita abbiamo perso nel 2020 per il Covid?

 Da: https://www.unive.it - QUI il link all’articolo completo 


Come mostrato in uno studio dell'università di Padova e Ca' Foscari di Venezia e pubblicato sulla rivista internazionale Plos-one, - study by Stefano Mazzucco (University of Padova) and Stefano Campostrini (Ca’ Foscari) and published in the international journal PLOS-ONE (*) -, abbiamo perso in Italia 1,34 anni di aspettativa di vita: un risparmio di miliardi per L'INPS e un affare di miliardi per le Compagnie Assicurative. Ciononostante il governo ha eliminato quota 100 (portandola a 102, per poi toglierla del tutto dal 2023).

Pochi sanno tuttavia che la legge Fornero, che già ha elevato l'età di pensionamento a un livello intollerabilmente alto (ancor più per le donne lavoratrici, le quali prima godevano di un giusto ricoscimento), nasconde una truffa. Esso presenta infatti un meccanismo, del quale, slealmente, si son ben guardati dal divulgarlo (giornali e sindacati, evidentemente, sempre al servizio del potere), che prevede l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita soltanto quando quest'ultima aumenta, ma non l'inverso,  allorché l'aspettativa di vita diminuisce. In quest'ultimo caso infatti l'età pensionabile non vi si adegua, non decresce a sua volta, bensì rimane ferma.

Poco si è parlato di questo raggiro, anche perché i governi, in malafede, hanno sempre dato per ovvia solo la crescita dell'aspettativa di vita, nascondendo l'idea di qualsiasi ipotetica riduzione della stessa, come se questa, peraltro, potesse accrescersi indefinitamente.

Certamente la pandemia di covid-19 ha causato tanti decessi e portato al collasso un sistema ospedaliero già deficitario, a seguito dei tagli richiesti dalle politiche economiche neoliberiste. Certo è che l'esperienza della pandemia, per nulla terminata, sebbene la fase più drammatica oggi sembrerebbe essere alle spalle, non è servita a far convergere maggiori risorse pubbliche al Sistema Sanitario Nazionale e in particolare agli ospedali.

La realtà è che i governi, e i poteri economici che li orientano e vi prendono parte, non hanno a cuore il sistema sanitario pubblico, vuoi perché costoso, vuoi perché un suo malfunzionamento sistematico indirettamente giova alla spesa pubblica, conseguendo da questo una prevedibile riduzione della vita media. Viene da pensare che, nella legge Fornero, la suddetta truffa della non simmetria sull'età pensionabile tra aumento e regresso dell'aspettativa di vita sia stata escogitata non casualmente insieme alla riduzione delle spese sanitarie, al fine di ottenere un vantaggio per profitti e rendite del capitale a danno della durata della vita dei lavoratori. D'altra parte è all'ordine del giorno un salto in avanti nella spesa militare che verrà sottratto a pensioni, Sistema Sanitario Nazionale, istruzione pubblica, spese sociali, investimenti in infrastrutture e incrementara' i prelievi fiscali.

Fa riflettere che i fautori del capitalismo sostengono che questo modello, in ultima istanza, tenda "naturalmente" ad allocare le risorse e produrre beni e servizi ove ve ne sia reale richiesta ed effettivo bisogno. Tuttavia, tanti sono i segnali e i casi evidenti che mostrano come invece l'economia capitalistica, nel gioco competitivo delle parti, possa trarre beneficio dagli squilibri, dalla crisi, dalla distruzione, dai bisogni, anche vitali, non soddisfatti e che pertanto il suo cammino storico non viaggi affatto a fianco al bene dell'umanità. (il collettivo)

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Quanti anni di vita abbiamo perso nel 2020 per il Covid?

È stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale «PLOS-ONE» uno studio di due docenti delle Università di Padova e di Ca’ Foscari Venezia, Stefano Mazzucco e Stefano Campostrini che mostra come in molti paesi del mondo, la pandemia di COVID-19 abbia portato a cambiamenti eccezionali nella mortalità. 

DATI SULL’ASPETTATIVA DI VITA IN ITALIA

Utilizzando i dati sulla mortalità contenuti nel database sulla mortalità umana (Human Mortality Database), si sono ottenute delle stime su come è cambiata la “speranza di vita alla nascita”, ovvero il numero di anni che, con la mortalità osservata in quell’anno, un individuo mediamente vivrebbe. In Italia, uno dei paesi più longevi del mondo, avevamo un’aspettativa di vita di oltre 83 anni nel 2019. Nel 2020 questa è scesa a 82, perdendo, per la precisione, 1,34 anni.

DATI NEGLI ALTRI PAESI

L'aspettativa di vita in Russia è scesa di più ben 2,16 anni, 1,85 in USA e 1,27 in Inghilterra e Galles. Le differenze tra i paesi sono sostanziali: molti paesi (ad es. Danimarca, Norvegia, Nuova Zelanda, Corea del Sud) hanno visto un calo piuttosto limitato dell'aspettativa di vita o addirittura un aumento dell'aspettativa di vita. 


Oltre alla triste conta dei morti, lo studio mostra come l’impatto sulla struttura demografica sia dipeso molto, non solo da quante persone si sono ammalate e poi morte a seguito del Covid-19, ma anche all’età di questi soggetti e, più in generale, alla struttura per età delle diverse popolazioni. Pertanto, l’Italia, ad esempio, pur presentando un numero di morti più elevato di tanti paesi, ha avuto un impatto sulla struttura demografica seppure significativo ma minore. 

I ricercatori stanno ora analizzando i dati del 2021 che presto saranno pubblicati in un successivo lavoro. Dalle prime analisi sembra che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, abbiano recuperato in parte quanto perso nel 2020, altri paesi invece sembrano aver marcatamente peggiorato la situazione (tra questi i paesi dell’est Europa), altri confermano invece di non aver subito cambiamenti significativi (tra questi diversi paesi del Nord Europa, asiatici e dell’Oceania).

«Lo studio della mortalità ci aiuta a capire il reale impatto della pandemia sulla struttura demografica della popolazione; i confronti internazionali poi aiutano a leggere le storie, anche molto diverse, del vissuto nei paesi.» dice Stefano Campostrini.

«Se nel 2020 abbiamo visto situazioni molto diverse da paese a paese, nel 2021, pur nelle diversità, emerge con chiara evidenza un elemento comune: dove la copertura vaccinale aumenta e raggiunge determinati livelli, l'effetto della pandemia sulla mortalità è minimo» conclude il prof Stefano Mazzucco.

Emerge inoltre che i paesi che più tempestivamente hanno raggiunto un’elevata copertura vaccinale sono anche quelli che hanno avuto il livello di mortalità (per tutte le cause, non solo per Covid) più basso.

(*) QUI il link all’articolo completo

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