Se
la produzione avviene in condizioni storico-sociali determinate,
allora sembra vero che, se di produzione si vuol parlare, di fronte a
noi si aprano solo due possibili strade: o quella della descrizione
dei modi di produzione nelle differenti epoche storiche; o quella
che, subito, limita il discorso ad un’epoca determinata, ad es., la
presente (ed appunto questo secondo, Marx dichiara essere il suo
scopo).
Qui
bisogna fare attenzione. Quando si affrontano problemi (teorici o no,
che siano) riguardanti un certo ambito del sapere -e lo si vuol fare
seriamente-, allora l’attenzione deve esser rivolta
all’effettiva realtà -storica o attuale- di
quell’ambito determinato. Se il problema è precisare il “punto
di partenza dell’economia politica”, la questione va posta,
tenendo presente che cosa effettivamente fanno coloro
i quali si occupano di economia politica. In altri termini,
non si possono affrontare problemi scientifici (ma d’altronde
neanche quelli politici o morali, ecc.), se non ricostruendo il modo
in cui, di fatto, quei problemi si pongono nell’attuale o si son
posti nella storia. Perché in realtà un problema scientifico
-teorico o no, che sia- è tutt’altra cosa da un’arbitraria
speculazione, una soggettiva elucubrazione: infatti,
esso non nasce casualmente, ma sì
da reali difficoltà, che si incontrano
nel praticare quel determinato ambito del sapere.
Non meraviglia, dunque, se Marx, ponendosi il problema
dell’Ausgangspunkt dell’economia politica, faccia
bene attenzione a come gli economisti hanno ritenuto di risolverlo e
perché non vi siano riusciti.
E’
in questa prospettiva che Marx chiama in causa una procedura diffusa
tra gli economisti: quella di far precedere un trattato di economia
da una parte introduttiva, in cui si chiarisca cosa
significhi produzione in generale -l’evidente
sottinteso di tale procedura è che, in primo luogo, bisogna definire
l’oggetto di studio, e che ciò può farsi descrivendone le
caratteristiche costanti.
In
realtà, revocare in dubbio l’opportunità di tale procedura (come
Marx fa) significa porre una questione, logica ed epistemologica, di
grande rilievo. La nozione di produzione in generale è,
infatti, solo un esempio di ciò che intende per «concetto» una
lunga tradizione scientifica e filosofica, ma anche il
pensiero comune.
Entro
quest’ottica, posti gli individui a, b, c, ..., n, elaborarne il
concetto significa raccogliere tutte -e solo- le
caratteristiche comuni agli individui in questione,
scartandone, invece, le altre, quelle che differenziano un individuo
dall’altro. Le origini empiristiche di tale procedura sono del
tutto ovvie, ma è anche opportuno sottolineare che così
procede il pensiero comune.
La
critica di Marx a questo modo di concepire il «concetto» (nel
nostro caso, la produzione in generale) presenta, ancora
un volta, nettissime affinità con tesi già espresse da Hegel.
Prima
di tutto, va notato che Marx non rifiuta in blocco questa
forma di astrazione; al contrario, riprendendo Hegel, la definisce
una verständliche Abstraktion, ricorrendo ad
un’espressione (tedesca, ovviamente) su cui vale la pena
soffermarsi un pochino.
L’aggettivo verständliche -va
da sé- richiama un termine, che abbiamo già incontrato: Verstand
o intelletto;
dal che ricaviamo che questa forma di astrazione si colloca
all’interno di quello scindere l’immediata
totalità dell’esperienza,
che -lo abbiamo visto prima- è, a dir così, il compito o risultato
della critica intellettuale (quella, ad es., che produce
le robinsonate,
di contro al naturale punto
di partenza dell’economia politica). Tutti ricordiamo che
nel Manifesto Marx
aveva celebrato la funzione storica della borghesia e del
capitalismo, capaci con il loro dinamismo, irriguardoso di ogni
confine, di distruggere l’idiotismo delle chiuse ("naturali")
comunità feudali o, comunque, precapitalistiche. Qui,
nell’Introduzione,
Marx ripropone questo discorso, sia pure non nella prospettiva
generalmente storica e sociale, ma sì in quella teorica ed
epistemologica.
Il
termine verständliche, però, corrisponde, anche,
all’italiano «sensato» (come quando si dice, ad es., «far così
e così è cosa sensata»); questo secondo significato è
strettamente legato al primo -non solo nell’uso della lingua
tedesca, ma anche nella riflessione di Hegel.
Infatti,
il mondo del Verstand è, anche, il mondo
dell’agire, dell’utile, dell’ «economico» nel significato di
efficace, pragmaticamente positivo, di ‘razionale’ -nel senso in
cui l’economia, anche oggi, si pone il problema dei
mezzi razionali per conseguire scopi, in una
condizione di penuria.
Se,
dunque, la produzione in generale è un esempio
di verständliche Abstraktion, possiamo dire, in
italiano, che si tratta di una astrazione sensata. e ciò
perché, come Marx chiarisce, raccogliendo i caratteri comuni alla
varie forme di produzione succedutesi nella storia, ci consente di
risparmiare ripetizioni e lungaggini (nella tradizione empiristica,
questa è la giustificazione fondamentale delle astrazioni). Si
tratta, dunque, di uno strumento utile all’impresa scientifica,
esattamente nel senso in cui lo stesso Hegel lo riconosceva tale. Ma
la questione non finisce qua; al contrario, è a questo punto che
inizia il contributo importante, che Marx dà alla caratterizzazione
-e, quindi, alle possibilità d’uso- di questo strumento
scientifico.
Poniamo
che siano dati gli individui a, b, c, ..., n (ad es., i vari modi di
produzione succedutisi nella storia) e che p, q, r siano loro
caratteristiche costanti; il concetto di produzione in generale
risulterà, dunque, P = p, q, r.
Va
considerato, però, osserva Marx che, ad. es., «p», si svolga in
p’, p" e che queste nuove
caratteristiche, immediatamente ricavabili da
«p», non si trovino in tutti gli esempi storici di
modi di produzione, sebbene in uno e non nell’altro, nel più
antico come pure nel più moderno ma non in quelli intermedi, ecc.
(E’ le cose stanno proprio così, come mostra la storia dei diversi
modi di produzione). E’ chiaro che, a questo punto, la formula
della produzione in generale (P = p, q, r) rivela
forti limiti, se il problema è quello di capire cosa sia produzione.
In
altre parole, ci rendiamo conto a questo punto che comprendere cosa
sia produzione non è mai possibile, se non
combinando -e volta a volta, in modo diverso-
caratteristiche comuni a tutti i modi di produzione
e caratteristiche che, invece, differenziano questo
da quello.
In
conclusione, mediante l’analisi critica della verständliche
Abstraktion, Marx propone, in realtà, una concezione del
conoscere scientifico che, articolando comune e differente,
giunge a cogliere la particolarità dell’oggetto
suo. Che tutto ciò sia appieno hegeliano è difficilmente
smentibile.