Paul Tillich ha espresso questa visione della filosofia, come la
scienza che si distingue da ogni scienza particolare: “L’inizio
della filosofia è il non tener conto di qualunque altra istanza
oltre se stessa … La filosofia non consente che nulla, oltre a se
stessa, avanzi pretese; essa non ha alcun inizio, se non l’iniziare
stesso.” Ma poiché tuttavia egli fonda solo antropologicamente
questa corretta concezione, particolarmente nel modo di essere
dell’uomo, che “in ogni movimento può essere nello stesso tempo
al di là di esso (e dunque) può interrogarsi sulla totalità di ciò
che gli si contrappone, sul mondo; egli non riconosce la razionalità
della posizione filosofica e, poiché l’inizio della filosofia non
è fondato su asserti fattuali delle singole scienze, lo abbandona
all’arbitrio. La fenomenologia dei gradi dell’organico, che con
le leggi dell’immediatezza mediante e dell’utopica posizione
(Plessner) appunto dà le condizioni naturali della nascita della
prospettiva filosofica nel processo dell’evoluzione giusta la sua
regola essenziale, non raggiunge il terreno dell’autofondazione
della dialettica-trascendentale, che il rapporto del pensiero con
l’essere deve potersi determinare solo dal pensare del pensare e
dunque dal pensare stesso, che ha da liberarsi dai reali presupposti,
che in esso son racchiusi. La struttura circolare della fondazione
della filosofia significa che questa rivolge a se stessa la sua
propria forma della riflessione a partire dagli oggetti del
pensiero/conoscere. Le forme di pensiero, che come principi apriorici
della ragione e come criteri della razionalità, entrano nella
determinazione del rapporto dell’essere e del pensiero ed il cui
carattere assiomatico, che rafforza in un primo momento l’autonomia
(apparente) della filosofia, sono forme della riflessione-in-sé,
nelle quali il pensiero esiste effettivamente come pensare
determinato, cioè come pensare di un determinato, dunque di un
contenuto distinguibile. La pura intelligibilità è sempre già
riempita di contenuto e solo in quanto tale di essa si può fare
esperienza e la si può pensare. Le forme categoriali del pensiero
sono riflessione della sua determinatezza contenutistica (e non forme
vuote staccabili dal contenuto). Solo in questo modo il problema del
rapporto dell’essere e del pensiero può chiarirsi. Ma ciò
significa anche che le forme della riflessione come ‘rispecchiamento’
(Widerspiegelungen) dei contenuti di pensiero sono in una
dipendenza funzionale rispetto a questi contenuti, e parimenti
rispetto all’aspetto, sotto il quale il contenuto si rappresenta
(ad es. un organismo vivente come identico sostrato o come processo
non identico), come pure riguardo alla sua forma storica di esistenza
… La filosofia come riflessione presuppone sempre il terreno della
positività (Faktizität) e la sua rappresentazione pensata, sia che
si tratti di natura di società, che di scienza e della generale
visione del mondo. Ma essa presuppone, anche, il modello filosofico
di pensiero, che gli è stato dato di fatto, dunque, presuppone la
sua stessa storia; quest’ultima in un modo particolare, poiché la
filosofia sviluppa il suo lavoro con i metodi e la razionalità
(Begrifflichkeit), che si sviluppano nella storia dell’uomo.
A ragione, dunque, Tillich afferma che l’essenza della filosofia è
essa stessa storica, non solo il sapere filosofico (Tillich). La
storicità della filosofia si manifesta sbucando dal presente, che si
vuol perenne, e trasformandola nella storicità delle sue
realizzazioni.(673)
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
martedì 27 marzo 2018
Philosophie - Hans Heinz Holz.
Da: AAVV, H.H.Holz, Philosophie,
Hamburg 1990:672ss. Hans_Heinz_Holz was a German Marxist philosopher.
La filosofia è quel modo di conoscenza,che non tanto si orienta
mediante gli oggetti indagati dalle scienze particolari, quanto
piuttosto sulle condizioni e la struttura dei loro insiemi ordinati,
sul modo del loro esser dati nella conoscenza, sul loro significato
per l‘uomo e, dunque, in fine, sull’orientamento teorico e
pratico dell’uomo nel mondo.” (672). La filosofia si interroga
anche sull’essenza del singolo essere e del mondo come tutto, sulla
verità e le forme del pensiero, nonché circa il senso della vita e
lo scopo dell’agire. A differenza di altre forme di visione del
mondo, la filosofia sottopone la propria teoria ed argomenti e
criteri razionali, per opera dei quali essa generalmente risulta
comprensibile e nei migliori dei casi si può dimostrare che essa
dovrebbe esser vincolante. Poiché il movimento di pensiero della
filosofia non si pone al livello dell’oggetto, ma a ciò giunge
partendo dai rapporti tra gli oggetti, ovvero dal rapporto tra essere
e pensiero, inizialmente la filosofia si pone in contraddizione
rispetto ad altre forme di visione del mondo, quali ad es. il mito,
la religione, la concezione naturalistica, che procedono da qualcosa
di presupposto. La filosofia,invece, non procede da altro se non da
se stessa: la filosofia deve –e in ciò consiste la sua difficoltà-
intraprendere il tentativo di iniziare senza presupposti, in modo da
potere, nel corso del suo sviluppo, esplicitare i presupposti
nascosti in un inizio che apparentemente ne è privo. Ciò significa
che il suo movimento, che la fonda, è circolare e si verifica nella
costruzione non viziosa di questo circolo (673)1.
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