"l’incertezza e
il movimento eterni contraddistinguono l’epoca dei borghesi fra tutte le epoche
precedenti. Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, con il loro
seguito di idee e di concetti antichi e venerandi, e tutte le idee e i concetti
nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era
di corporativo e di stabile, è profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono
finalmente costretti a guardare con occhio disincantato la propria posizione e
i propri reciproci rapporti " [Marx, Engels, Manifesto del Partito
Comunista, 1848].
"Consideriamo
l’aggressività come variabile di stato di un cane; essa cresce in funzione
diretta della sua rabbia, variabile di controllo. Supponendo che quest’ultima
sia misurabile, arrivata a una soglia essa si traduce in attacco. La paura,
seconda variabile di controllo, avrà l’effetto inverso: arrivata a una soglia,
si tradurrà in fuga. In assenza di rabbia e paura, la condotta del cane è
neutra (picco della curva di Gauss). Ma se le due variabili crescono assieme,
le due soglie saranno avvicinate contemporaneamente: la condotta del cane
diviene imprevedibile, può passare bruscamente dall’attacco alla fuga e
viceversa. In questo caso il sistema è definito instabile: le variabili di
controllo mutano secondo valori continui, quelle di stato secondo valori
discontinui " [Lyotard, La condizione postmoderna, 1979].
Il sovvertimento del rapporto tra politica ed economia, nel
quale non si realizza più il governo politico dell’economia, ma quello privato
ed economico della politica; dove cioè i mercati - poche decine di migliaia di
operatori finanziari e alcune agenzie di rating - controllano gli stati
condizionandone le scelte, attraverso prassi sempre meno segrete e più
esplicite. Per portare un esempio italiano di questa evoluzione, si consideri
il passaggio dalla riunione informale sul panfilo della Regina Elisabetta del 2
giugno 1992, nella quale vennero decise con i banchieri anglo-americani le
privatizzazioni di SIP (telefoni di stato), autostrade, ENI, Ferrovie dello
Stato, Poste, (e perfino della) Banca d’Italia, al memorandum di JP Morgan del
2013, un documento ufficiale con cui una banca straniera ha chiesto riforme
costituzionali ad uno stato sovrano (l’Italia)
Una ragione di questo rovesciamento risiede nell’asimmetria
tra il carattere locale dei poteri statali e quello globale dei poteri
economici e finanziari. La politica, soprattutto dei paesi più deboli, è
infatti ancorata ai confini degli stati nazionali, entro i quali esercita il
potere politico. Al contrario, i poteri economici e finanziari sono ormai
poteri globali che si esercitano al di fuori dei controlli politici, e senza i
limiti posti dal diritto (dalle legislazioni e dalle costituzioni) che è ancora
prevalentemente statale. Ciò che è entrato in crisi è dunque il legame tra
democrazia e popolo, nonché quello tra poteri decisionali e regolazione
giuridica (Crouch, 2000). In assenza di una sfera pubblica alla loro altezza, i
poteri economici e finanziari si sono sviluppati senza limiti né regole,
imponendo sempre più apertamente alla politica le loro regole e i loro
interessi.
Un luogo di crisi straordinaria della tradizione è
rappresentato dalla trasformazione della famiglia e dal nuovo rapporto degli
individui con la sessualità e la procreazione. Aumentano le famiglie informali,
i divorzi, le famiglie monoparentali e ricostituite, la filiazione fuori dalla
famiglia, eterologa, omosessuale, di single, mentre la famiglia nucleare,
lasciata sola ad affrontare le trasformazioni e i drammi del vivere quotidiano
esplode in mille contraddizioni, diventando luogo di conflitti e di pericolo
per i suoi componenti più deboli: le donne, i bambini, i vecchi.
A questo massiccio fenomeno di disgregazione della
tradizione e di laicizzazione dei costumi rispondono i fondamentalismi
religiosi - cristiano e islamico, ma anche indù e buddista -, espressione di
porzioni di società che rifiutano il declino secolare del rispettivo credo e
reagiscono riaffermando i valori comunitari della religione tradizionale. http://gabriellagiudici.it/la-globalizzazione-2/
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