In Occidente si parla sempre meno di politica e sempre più di tecnica. Perché?
«Perché la sinistra non ha più niente da dire, non ha un programma da proporre. Quel che ne rimane rappresenta gli interessi della classe media istruita, e non sono certo centrali nella società»... L’opera che lo ha reso noto al grande pubblico è certamente il Secolo breve, del 1994, il cui titolo originale è significativamente The Age of Extremes. Qui Hobsbawm distingue tre grandi fasi nella storia del Novecento: l’Età della catastrofe, che con la Prima guerra mondiale segna la fine del mondo borghese tradizionale e dei grandi imperi e vede poi esplodere il capitalismo industriale e la società di massa ma anche la vittoria imprevedibile della Rivoluzione d’Ottobre, sino allo scontro finale con il nazifascismo; l’Età dell’oro, e cioè quella del compromesso fordista-keynesiano, che ha segnato la crescita esponenziale delle società occidentali ma che ha anche visto il completamento del processo di decolonizzazione; infine l’età della Frana, quando assieme all’Urss crolla il nuovo Jus publicum europaeum fondato nel 1945 ma cominciano a cadere anche gli assetti sociali e politici che avevano assicurato il benessere occidentale, mentre la globalizzazione dà vita a nuovi imprevedibili scenari. http://www.contropiano.org/it/cultura/item/11535-e-morto-eric-hobsbawn http://www.marx21.it/storia-teoria-e-scienza/marxismo/1133-eric-hobsbawm-ricorda-antonio-gramsci.html http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-secolo-di-eric-hobsbawm/
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