Anche
Trockij si cimentò nella stesura di una Introduzione a Marx ed,
esattamene, al Capitale. In questa sede non tanto ci
intessa
l’esposizione riassuntiva e semplificata del contenuto
dell’opera
marxiana, che Trockij tratteggia ; quanto piuttosto il metodo
.-ed in
questo senso la teoria, che Trockij segue nel suo lavoro.
Leggiamo ad es. alle pp.7s che in genere non ci si dà pena
di
considerare perchè gli uomini si disfanno di oggetti di valore
in
cambio di qualche pezzo di certi metalli.
Questa mancanza di curiosità dipende dal fatto che, in generale,
le
categorie economiche capitalistiche vengono considerate come
ovvie,
come cose che vanno da sé. Ed effettivamente questo è il caso,
ma a
patto che si diano per scontati i rapporti capitalistici di
produzione, ovvero si consideri quale ultima istanza del
conoscere l’immediata esperienza di chi vive in un certo tipo di
società.
Arriviamo così ad un tema fondamentale: l’analisi scientifica
–questo
Trockij- afferma- ha un nemico dal quale deve ben
guardarsi: il
senso comune, con la sua immediata evidenza.
Si tratta di una tesi ben nota –sia nell’’epoca di Hegel e pure
in
quella di Trotkij; tuttavia è vero anche che a metà del
Novecento
questa tesi fu messa in discussione e si sviluppò tutto un
movimento
(detto post-moderno, ma in realtà pre-moderno), il quale,
appunto
‘scoprendo’ che l’evidenza scientifica ha carattere mediato
(dalla
ragione) e non l’immediatezza del puramente percepito, dichiara
non
attendibile la pretesa della scienza di produrre sapere
oggettivo.
Per Trockij, dunque, al contrario da ogni teoria fondata
sull’immediatezza del percepito, il conoscere acquista l’aspetto
d un
autentico lavoro, di un’Arbitsmuehe ( di una specifica fatica,
come si
esprimevano Hegel e Marx). Nel senso che la scienza produce
conoscenza
in quanto, con i suoi strumenti logici e teorici,
definisce
l’oggetto, in modo stoicamente determinato, gli dà certe
caratteristiche e una determinata collocazione.
Inoltre, definita la scienza come la conoscenza delle leggi
obiettive
della natura, l’uomo –continua Trockij-- ha voluto assegnarsi un
posto
privilegiato nell’universo, dando a se stesso il ruolo
eccezionale di
chi ha relazioni con la divinità e, con questo, la
conoscenza degli
oggettivi principi morali - di base. Questo è il senso, afferma
Trockij
dell’orientamento idealistico. S.G. (Collettivo di formazione marxista "Maurizio Franceschini")
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