Da: La Cina Rossa -
Discutendo verbalmente con il compagno Francesco riguardo all'Introduzione a Marx e il materialismo dialettico, scritta assieme a Giulio Chinappi, Alberto Lombardo, Martino Marconi e Pietro Terzan, il nostro contradditore ci faceva notare con forza la – reale e indiscutibile – grandiosità del contributo fornito da Albert Einstein in decisivi settori delle scienze naturali, a differenza di Marx.
L'errore di Francesco consiste nel non considerare che nell'Introduzione in oggetto mettevamo in risalto la supremazia di Marx rispetto ad Einstein nel campo strategico dell'
ontologia e della
concezione del mondo, ontologia e concezione del mondo collegate strettamente, ma allo stesso tempo distinte e separate, dalle singole scienze naturali, facendo un paragone tra i risultati prodotti rispettivamente da Marx e Einstein in tale importante segmento del processo generale di analisi umana.
Nell'Introduzione a Marx e il materialismo dialettico abbiamo infatti rilevato a pagina 15 che "ma il materialismo dialettico davvero effettua previsioni realmente verificabili dalla pratica?"
Certo.
A tale scopo mettiamo subito a confronto Marx ed Einstein, riguardo alle loro rispettive analisi e predizioni sulla natura e sul futuro dell’universo.
Si è già notato che Marx, nel gennaio del 1873, scrisse che la sua dialettica materialistica concepiva «ogni forma divenuta», quindi anche tutto il cosmo e l’intero universo, «nel fluire del movimento, quindi anche nel suo lato transeunte»: quindi in via di trasformazione, quindi un cosmo in continuo movimento e cambiamento.
Einstein invece, dal 1916 e per lunghi anni, sostenne la visione di un universo statico, non in espansione. Al fine di dimostrare questa visione, Einstein introdusse, nel febbraio del 1917, la “
costante cosmologica” all’interno della sua “
equazione di campo”; tale costante era intesa rappresentare una forza contraria alla gravità, che spiegasse quindi come mai la materia non tendesse a ricompattarsi in un tutt’uno in base alle leggi di
Newton.