lunedì 15 dicembre 2025

Il più grande inganno di Israele: nascondere il vero numero delle vittime a Gaza - Jonathan Cook

Da: La Zona Grigia - Fonte: https://www.jonathan-cook.net - Jonathan Cook è uno scrittore britannico e giornalista freelance precedentemente residente a Nazareth, in Israele, che scrive sul conflitto israelo-palestinese. Scrive una rubrica fissa per The National of Abu Dhabi e Middle East Eye


Israele ci ha rinchiusi tutti in un "dibattito", completamente slegato dalla realtà, che riguarda solo coloro che sono stati uccisi direttamente dalle sue bombe e dai suoi colpi d'arma da fuoco, non il genocidio che sta conducendo con altri mezzi.

Il più grande imbroglio messo in atto da Israele negli ultimi due anni è stato quello di imporre parametri del tutto fasulli al “dibattito” in Occidente sulla credibilità del bilancio delle vittime a Gaza, che ora ufficialmente ammonta a poco più di 70.000.

Non è solo che siamo rimasti impantanati in infinite discussioni sull'affidabilità delle autorità sanitarie di Gaza o su quanti dei morti siano combattenti di Hamas. (Nonostante le campagne di disinformazione israeliane, l'esercito israeliano stesso ritiene che oltre l'80% dei morti siano civili.)

O addirittura che questi "dibattiti" ignorino sempre il fatto che, fin dall'inizio, Israele ha distrutto la capacità di Gaza di contare i propri morti, distruggendo gli uffici governativi e gli ospedali dell'enclave. La cifra di 70.000 morti è probabilmente una drastica sottostima.

domenica 14 dicembre 2025

La responsabilità globale della Cina del XV Piano Quinquennale in un mondo in subbuglio - Zhou Shucheng

Da: https://contropiano.org - Zhou Shucheng è membro del XIII Comitato Nazionale della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese (CPPCC) e ricercatore senior presso l’Istituto di Studi sull’Attualità della Cina e del Mondo. Questo articolo è stato pubblicato sul n. 16 (2025) della rivista “China Economic Report” (Zhongguo Jingji Baogao).
Leggi anche; ARLACCHI SPIEGA LA CINA ALL'OCCIDENTE MA L'OCCIDENTE E' DISPOSTO AD ASCOLTARE? - Carlo Formenti 

Ascolta anche: La Cina e il XV Piano Quinquennale - https://grad-news.blogspot.com/2025/12/yesterdays-papers-la-cina-e-il-xv-piano.html?m=1


l testo, traduzione rimaneggiata di un articolo della rivista Zhongguo Jingji Baogao ‘Rapporto sull’economia cinese’ (2025 n. 16), è significativo tanto per quello che dice quanto per quello che tace.

A essere sottaciuta (sotto la dizione anodina: ‘ostacoli lungo il percorso’) è evidentemente tutta l’esperienza maoista, gli strappi e le accelerazioni del Grande Balzo in Avanti e della Rivoluzione Culturale (scatenati dal sospetto che in uno sviluppo pianificato dalle alte sfere della tecnocrazia alle masse popolari non rimanesse che un ruolo da formiche operaie), ad essere esaltata è un’economia mista pubblica e privata ma interamente sottoposta alla direzione centralizzata statale e con un accesso al benessere ‘graduato’, prima i ceti urbani poi quelli contadini, in un rovesciamento del primo decennio delle riforme; il modello è quello dell’imborghesimento graduato di tutto il popolo anziché la sua proletarizzazione in senso maoista, il mito è quello del consumismo, a fondamento dello sconfinato mercato interno, confortato da redditi sufficienti a sorreggerlo.

Ad essere esaltata è insomma la concezione olistica della società ben diretta dall’alto, preoccupata di assicurare in parallelo con lo sviluppo economico una crescita sociale che lo sostenga e se ne compiaccia. Difficile non sentire riecheggiare in sottofondo l’antica formula di Giovenale: ‘panem et circensens’.

Impressionante l’ammissione di essere un ‘paese ritardatario’, qualifica data dal grande capitalismo internazionale, solo per la certezza di potersene liberare presto, quando la Cina si sentiva all’avanguardia proprio perché non faceva parte né si commisurava ai due blocchi del capitalismo statunitense e europeo e del revisionismo sovietico. Ora si ambisce a sconfiggere il nemico sul suo stesso terreno invece che a imporre un terreno diverso.

Ciò detto, è pur sempre confortante assistere alla crescita di un paese che concede alla propria popolazione un ruolo essenziale in piani sostenibili per pura razionalità, piuttosto che con gli sconci richiami suprematisti, razzisti ed eccezionalisti di troppa parte del resto del mondo, e che ripudia (finora) la guerra (per citare l’art. 11 della Costituzione italiana) e l’espansionismo militare.

In sostanza, la chiave del ‘miracolo cinese’ è un capitalismo imbrigliato dai piani quinquennali e un’autorità politica sufficientemente forte da farli rispettare. Il successo del capitale pubblico nella concorrenza con quello privato, pur assai forte, è dato dal geloso monopolio del potere di pianificare, dal comando della forza pubblica, dal primato giudiziario e legislativo. Nella concorrenza intercapitalistica, la componente statale prevale su quella privata anche per questo monopolio: Xi Jinping può far finire in galera Jackie Ma quando alza troppo la testa, il contrario non può avvenire.  (G.C.)

sabato 13 dicembre 2025

“L’Europa è in marcia verso la morte” - Michael Hudson

Da: frontezero - Video originale: Richard D. Wolff & Michael Hudson: EU–US S... Michael Hudson è Professore emerito di Economia presso l'Università del Missouri-Kansas City. È stato analista finanziario e consulente finanziario a Wall Street, ed è presidente dell'Istituto per lo Studio delle Tendenze Economiche di Lungo Termine (Institute for the Study of Long-term Economic Trends - ISLET)

Michael Hudson ricostruisce passo dopo passo le ragioni per cui, secondo lui, l’Unione Europea sta entrando in una fase di declino strutturale. Analizza le decisioni che hanno portato alla perdita di competitività industriale, alla crisi energetica e alla crescente dipendenza dalle scelte di politica estera degli Stati Uniti.

                                                                              

venerdì 12 dicembre 2025

Caccia alle streghe: l'eretico e l'Inquisizione: perché l'Occidente teme Francesca Albanese - Michele Leonardi

Da: https://www.counterpunch.org - Michele Leonardi - Francesca Albanese è una giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.- Francesca Albanese -


Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967 , rappresenta una minaccia sistemica ed esistenziale alla narrazione della "civiltà occidentale" e al mito della supremazia propagandato quotidianamente dall'establishment. 

Nel panorama mediatico italiano, Maurizio Molinari (ex direttore de La Repubblica e La Stampa ) e l'opinionista televisivo Davide Parenzo sono i principali esempi di questo marciume sistemico, rappresentando due dei peggiori esempi di media dominati dal sionismo in Italia. Come ha sottolineato Chris Hedges lo scorso fine settimana in un forum a Roma, queste persone – come i loro omologhi americani del New York Times o del Washington Post – non possono essere considerate giornalisti, ma servitori del potere e, in questo caso, dell'hasbara israeliana (il sistema di propaganda sionista).

La ferocia della caccia alle streghe contro Albanese non è casuale; è una risposta al panico. È pericolosa per l'establishment non perché sia ​​una politica che usa slogan, ma perché brandisce l'arma tecnica e inattaccabile del diritto internazionale contro una macchina propagandistica costruita sulla menzogna. Questa paura si è manifestata in attacchi che sono degenerati in isteria medievale, perpetrati non solo da Israele, ma da un'alleanza occidentale – che include gli Stati Uniti e la maggior parte degli Stati membri dell'UE – profondamente complice del genocidio in corso. 

giovedì 11 dicembre 2025

Michel Clouscard. Un marxismo inesplorato - Alessandra Ciattini

Da: https://www.marxismo-oggi.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Leggi anche: Un’introduzione alla lettura di Michel Clouscard: «Neofascismo e ideologia del desiderio» - Aymeric Monville 

https://frontepopolare.net/2013/05/19/michel-clouscard-neofascismo-e-ideologia-del-desiderio 

La filosofia francese contemporanea - Francesco Valentini 


Non so se il marxismo occidentale sia morto, non so neppure se esso sia riassumibile in una formula, date le mai sopite discussioni sui temi centrali impostati e trattati da Marx, ma posso dire che mi capita spesso di incontrare nuovi studiosi marxisti (almeno che si dichiarano tali) a me sconosciuti, ma non ad altri, operanti sia nell’ambito delle scienze sociali sia in quello delle scienze dure.

In particolare, in questo campo, anche a causa dell’attualità dei temi ecologisti, molti autori, come Georges Gastaud, hanno ripreso a lavorare sulla Dialettica della natura [1]. A mio parere essi (o meglio alcuni di essi) meritano tutto il nostro interesse soprattutto oggi nell’attuale scenario internazionale lacerato da scontri e da conflitti, il cui esito potrebbe essere la sconfitta di tutte le classi in lotta, come prevedevano nel 1848 Marx ed Engels.

Naturalmente occorre in primis valutare il loro contributo e la loro coerenza con la definizione di socialismo, che mi pare appropriata, ma non schematica, proposta da Guglielmo Carchedi e Michael Roberts, per i quali quest’ultimo deve essere identificato con “una società in cui i mezzi di produzione sono di proprietà comune e i produttori lavorano in associazione per soddisfare i bisogni della società definiti dai produttori stessi… Ci saranno solo strutture controllate democraticamente per amministrare la produzione di cose e servizi al fine di soddisfare i bisogni della società umana” [2]. A loro parere (ed io concordo), una tale forma di società per ora non è mai esistita, anche se si sono tentati esperimenti interessanti che hanno dato vita a società complesse, ibride, non più capitaliste ma in trasformazione, tenendo sempre presente che la transizione può avere esiti diversi e inaspettati (https://sinistrainrete.info/marxismo/26741-guglielmo-carchedi-e-michael-roberts-la-teoria-del-valore-di-karl-marx-per-comprendere-il-funzionamento-del-capitalismo-oggi), non sempre umanamente controllabili secondo quella che Adam Ferguson nel Settecento definì la legge delle conseguenze involontarie. Gli stessi politici cinesi collocano la loro società solo nella fase primaria del socialismo, da cui non si potrà rapidamente uscire.

mercoledì 10 dicembre 2025

La Nato attaccherà la Russia? - Alessandro Orsini

Da: Il Fatto Quotidiano - Alessandro Orsini è direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma Tor Vergata, Research Affiliate al MIT di Boston e docente di Sociologia del terrorismo alla LUISS. (Alessandro Orsini - https://www.facebook.com/orsiniufficiale/?locale=it_IT

                                                                           

martedì 9 dicembre 2025

1° dicembre: Giornata mondiale dell’Aids - Paolo Crocchiolo

Da: https://futurasocieta.com -  Paolo Crocchiolo, professore dell'Università popolare Antonio Gramsci, già docente di evoluzionismo e filosofia all'Università americana e funzionario dell'Onu. Primario di malattie infettive e tropicali, già responsabile della ricerca clinica sull’AIDS dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1988-1993) e già presidente del Comitato Scientifico Nazionale del Forum Droghe (2001-2008). Paolo Crocchiolo - 


A 44 anni di distanza dall’inizio della pandemia è possibile tracciare un bilancio che mette in luce come il neoliberismo nei suoi vari aspetti abbia pesantemente influito sulla diffusione e sul tasso di letalità di un’infezione che, sino a oggi, ha provocato 38 milioni di morti. Una frase per social: in tutte le malattie infettive, ma soprattutto in quelle a trasmissione sessuale, ogni forma di discriminazione si ritorce inevitabilmente contro i discriminatori.


Un esempio paradigmatico di come i microrganismi infieriscano laddove incontrano le condizioni favorevoli alla loro penetrazione e al loro sviluppo nelle società umane, è quello dell’Aids: mai come in questo caso il discorso economico-politico s’intreccia con quello medico-biologico. Per il virus dell’Aids, che fa parte del gruppo degli agenti infettivi a trasmissione sessuale, le cellule e i tessuti di qualunque organismo umano rappresenterebbero potenzialmente un terreno di coltura ottimale. Si notò, invece, sin dall’inizio della pandemia che il virus si avvantaggiava per la sua propagazione delle varie forme di discriminazione e di negazione dei diritti umani e civili, colpendone preferenzialmente le vittime, tra cui gli strati sociali più poveri dei Paesi del Sud globale, gli omosessuali, i tossicodipendenti, le persone che si prostituiscono, i carcerati e i migranti.

In particolare, le masse dei Paesi del Sud globale – cui il sistema neocoloniale e imperialista, per minimizzare i costi della forza lavoro, provocava miseria e malnutrizione negando al contempo l’accesso ad assistenza medica e, dal 1996, a farmaci salvavita, da allora e per vari anni disponibili per via dei brevetti solo nei Paesi industrializzati – hanno subìto le conseguenze più pesanti della pandemia.

lunedì 8 dicembre 2025

Com'era vivere nella Germania dell'Est? - Francesco dall'Aglio

Da: Gazzetta filosofica - Francesco Dall'Aglio, Medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di Storia Medievale dell’Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room».

I cittadini della Repubblica Democratica Tedesca, conosciuta anche come Germania dell'Est, come hanno vissuto la rottura col mondo occidentale? C'è stata una partecipazione attiva al modello socialista o è stato un progetto oppressivo imposto dal regime comunista sovietico? Come sono stati fatti i conti col passato nazista? Ma soprattutto, che significava vivere in concreto in quel mondo? Ne parliamo con lo storico Francesco dall'Aglio!

                                                                             

domenica 7 dicembre 2025

ARLACCHI SPIEGA LA CINA ALL'OCCIDENTE MA L'OCCIDENTE E' DISPOSTO AD ASCOLTARE? - Carlo Formenti

Da: https://socialismodelsecoloxxi.blogspot.com - https://www.marx21.it - Carlo Formenti è un giornalista e scrittore italiano. - Pino Arlacchi è un sociologo, politico e Ex vice-segretario dell'Onu. (https://www.facebook.com/PinoArlacchi - Pino Arlacchi).

Vedi anche: “I tre segreti della civiltà cinese: meritocrazia, pace e socialismo” - Pino Arlacchi - 

Leggi anche: Cina, Brics e Occidente: come sta cambiando il mondo - Pino Arlacchi  

Il falso mito della Cina capitalista e gli occhi strabici dell’Occidente - Pino Arlacchi  

IA: le differenze tra la Cina socialista e l'occidente - Pino Arlacchi  

L’economia reale è sulla Via della seta - Pino Arlacchi  

"Cina 2013" - Samir Amin


Deputato, senatore e parlamentare europeo, il sociologo Pino Arlacchi è noto, oltre che per i suoi libri, per la lunga attività pubblica e istituzionale contro la criminalità organizzata (è stato vicesegretario generale del programma antidroga e anticrimine dell’ONU). Meno conosciuti sono i suoi rapporti con il mondo politico e accademico cinese. Arlacchi presiede, fra le altre cose, il Forum internazionale di criminologia e diritto penale che ha sede a Pechino, il che gli ha consentito, da un lato, di incontrare e discutere, oltre che con i colleghi cinesi, con esponenti dei vertici del Partito Comunista e dello Stato, dall’altro lato di acquisire un ampio repertorio di conoscenze sulla storia antica e recente del grande Paese asiatico, nonché sul suo sistema politico e istituzionale e sulla società cinese contemporanea. Questo vasto materiale è la fonte da cui scaturisce “La Cina spiegata all’Occidente”, cinquecento pagine fitte di analisi e informazioni appena uscite per i tipi di Fazi.

Prima di riassumere quelli che considero i contributi più interessanti di quest’opera alla conoscenza della realtà cinese, premetto i miei dubbi in merito al fatto che essa possa scalfire il muro di pregiudizi, malafede e arroganza eurocentrica dietro il quale si trincera la larga maggioranza dei membri di un mondo politico, accademico e mediatico occidentale sempre più ripiegato su sé stesso. Spero almeno che riesca a suscitare la curiosità e i dubbi del lettore comune, ma soprattutto a far riflettere quegli ambienti di sinistra in cui circolano idiozie sulla Cina come Paese capitalista, imperialista, totalitario e aggressivo (paradossalmente, le destre neoliberali, mentre condividono con le sinistre gli ultimi tre stereotipi, confessano di temere la Cina in quanto esempio della superiorità del suo sistema socialista rispetto all’economia tardo capitalista, timore evidenziato dalle accuse di statalismo, concorrenza sleale, furto di know how, ecc. rivolte alle imprese cinesi).

Nella Introduzione, Arlacchi spiega che le tre parti in cui si articola il libro trattano dei tre “segreti” del miracolo cinese – vale a dire delle ragioni che hanno reso possibile l’ascesa della Cina, in una manciata di decenni, da uno stato di arretratezza paragonabile a quello dell’Africa Subsahariana di allora (1949) a quello di prima potenza economica mondiale. I segreti in questione sono, nell'ordine: il non espansionismo di una civiltà sinocentrica ma al tempo stesso universalista e pacifica; un peculiare sistema politico fondato sulla meritocrazia; un sistema economico non capitalista ma con caratteri socialisti inediti (il cosiddetto socialismo di mercato o socialismo con caratteri cinesi). Nelle pagine seguenti mi atterrò a mia volta a questa tripartizione. In un post scriptum che pubblicherò fra qualche giorno, commenterò invece un esempio della incomprensione della sinistra occidentale nei confronti del fenomeno Cina. (C.F.)

sabato 6 dicembre 2025

"Russofobia, russofilia e verità" - conferenza con Angelo D'Orsi, Vincenzo Lorusso e Alessandro Di Battista

Da: Tag24 - Angelo d'Orsi, Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino (Angelo d'Orsi). - Vincenzo Lorusso  è nato a Roma nel 1971. Laureato in Lettere Filosofia all'Università di Ferrara, è un giornalista dell'agenzia di stampa russa international Reporters. (https://t.me/donbassitalia) - Alessandro Di Battista è un opinionista e scrittore italiano. Deputato M5S alla Camera (2013–2018) (Alessandro Di Battista). - 

                                                                             

venerdì 5 dicembre 2025

Le vere origini della russofobia - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.org - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Vedi anche: Russofobia: origini, miti e propaganda – Alessandra Ciattini 

Leggi anche: La fabbrica della “russofobia” in Occidente - Sergio Cararo

Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo" 


La russofobia, che i penosi leader europei cercano di alimentare tutti i giorni, prefigurando misteriose minacce di invasioni e conquiste da parte del nostro vicino euroasiatico, costituisce un sentimento, a prima vista, irrazionale e quindi razionalmente incomprensibile. Eppure la conoscenza storica ci consente di individuarne le origini nelle ambizioni politiche dell’imperialismo statunitense, cui si sono inchinati i suddetti leader che, incapaci ed imbelli, anche dopo la pubblicazione del cosiddetto piano di Trump, reclamano una schiacciante sconfitta della Russia.

Nei giorni passati è stato impedito al Prof. Angelo D’Orsi, eminente studioso di A. Gramsci, di tenere una conferenza sulla russofobia nelle sale del Polo del Novecento a Torino con l’accusa del tutto ingiustificata che l’evento sarebbe stato incentrato sulla propaganda putiniana, tema centrale della attuale demagogia politica, ma che non sembra essere condiviso dalla maggior parte della popolazione italiana. Per note vicende storiche e politiche, quest’ultima è legata alla Russia, ex Unione sovietica, di cui ha apprezzato la straordinaria cultura musicale, letteraria, artistica e politica e, in gran parte, il tentativo di costruire il socialismo in un paese arretrato. D’Orsi ha successivamente tenuto la sua conferenza, riuscendo a richiamare un pubblico assai più vasto di quello che sarebbe intervenuto se non fosse stato censurato. Solo questo fatto mette in luce la cretineria politica dei suoi censuratori.

giovedì 4 dicembre 2025

PERCHÉ TANTO ODIO NEI CONFRONTI DI FRANCESCA ALBANESE? - Lavinia Marchetti

Da: https://laviniamarchetti.altervista.org - Lavinia Marchetti - Lavinia Marchetti -

Leggi anche: https://contropiano.org/interventi/2025/12/10/lincredibile-macchina-del-fango-contro-una-sola-persona-francesca-albanese-0189715 

https://laviniamarchetti.altervista.org/la-macchina-della-propaganda-digitale-contro-francesca-albanese 

Ci sono figure che entrano nel dibattito pubblico e diventano un bersaglio immediato, come se concentrassero su di sé tensioni rimaste a lungo senza nome. Francesca Albanese, relatrice speciale ONU sui territori palestinesi occupati, rientra in questa categoria. Prima donna in quel mandato, confermata per un secondo periodo dopo il 2025, si muove in uno spazio già infiammato e infettato. Svolge un ruolo in cui si parla di colonialismo, di genocidio e di diritto internazionale. Cosa significa? Significa mettere il becco nelle colpe dell’Europa. Nel suo caso, però, la quantità di odio, dileggio, aggressione simbolica supera di molto il conflitto politico usuale. Viene sanzionata dagli Stati Uniti per i suoi rapporti sul ruolo delle imprese nell’economia dell’occupazione; viene dichiarata indesiderata in Israele; riceve attacchi continui da governi, partiti, gruppi di pressione filoisraeliani, mentre una parte consistente della società “civile” globale firma appelli a sua difesa. Analizziamo un po’ più in dettaglio i meccanismi dell’odio. 


– UNA DONNA CHE PARLA CON AUTORITÀ IN UN CAMPO MASCHILE 

mercoledì 3 dicembre 2025

Marxismo ed evoluzionismo - Paolo Crocchiolo

 Da: https://futurasocieta.com - Paolo Crocchiolo, professore dell'Università popolare Antonio Gramsci, già docente di evoluzionismo e filosofia all'Università americana e funzionario dell'Onu. 

Leggi anche. Occidente? No, grazie - Paolo Crocchiolo 


A fronte di letture distorte e fuorvianti del darwinismo, quale quella dei darwinisti sociali che giustificano in senso classista e razzista la “prevalenza del più forte”, una lettura marxista valorizza la parità biologica di tutti i membri della specie umana e vede i tratti comuni dell’evoluzione naturale e di quella sociale. L’esacerbarsi delle diseguaglianze, dovuto al sistema di sfruttamento capitalistico, rende sempre più urgente, anche per salvarci dal rischio dell’estinzione, un ristabilimento della parità di diritti e di opportunità economiche. 

Introduzione

Molto a lungo e ancor oggi, almeno in parte, il pensiero di Darwin non ha goduto e non gode di buona fama tra i marxisti e gli intellettuali di sinistra in generale. Questo perché, contrariamente alle intenzioni dello stesso Darwin, la sua teoria, principalmente a opera di Herbert Spencer, è stata rappresentata in forma semplicistica, anzi del tutto travisata mediante espressioni decontestualizzate quali “la sopravvivenza del più adatto” che si prestava alla facile, benché del tutto impropria traduzione di “sopravvivenza del più forte”; il che nel secolo scorso ha contribuito ad aprire la strada a posizioni eticamente inaccettabili quali l’eugenetica e, ancor prima, la “missione civilizzatrice” dell’Occidente.

Le più recenti acquisizioni nel campo dell’evoluzionismo hanno, invece, smantellato la falsa rappresentazione del darwinismo e i pregiudizi che ancora persistono sulla sua presunta incompatibilità con la Weltanschauung marxista. Anzi, il marxismo per molti aspetti si colloca in perfetta continuità con il pensiero di Darwin. Infatti, l’evoluzionismo modernamente inteso, dimostrando la parità biologica di tutti gli esseri umani, può rappresentare una valida piattaforma scientifica per sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione economica e sociale dei più vulnerabili, fondata sul presupposto di una loro presunta inferiorità e quindi addotta a giustificazione del loro sfruttamento. 

martedì 2 dicembre 2025

Al bivio tra violenza e nonviolenza - Alessandra Ciattini

Da: https://www.pressenza.com - https://giuliochinappi.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - Antonio Minaldi, militante nei movimenti fin dal 68. Esponente del movimento studentesco del 77 e fra i fondatori dei COBAS SCUOLA nell'87. Si occupa di attualità politica e di studi di filosofia collaborando con varie riviste. 


Antonio Minaldi, Gandhi ad Aushwitz, elogio della Nonviolenza (e sue problematiche), Multimage 2025

Antonio Minaldi è un autore assai prolifico, scrive con fluidità e riesce a catturare i suoi lettori. Inoltre, nei suoi scritti troviamo una grande passione etica e politica sicuramente da apprezzare. Nel caso di questo libro “Gandhi ad Auschwitz. Elogio della nonviolenza e le sue problematiche”, Antonio ripercorre la sua vicenda umana e in particolare la sua partecipazione agli eventi politici a partire da 1968 fino ai ai nostri giorni. È abbastanza normale che qualcuno, protagonista di importanti vicende storiche, senta la voglia di raccontarle e di trasmettere la sua esperienza in modo che gli altri, soprattutto i giovani, ne possano ricavare qualcosa di buono. Dicevo il libro costituisce un elogio del pacifismo ed ovviamente non sarò certo io a non condividere tale atteggiamento, però nello stesso tempo Antonio riconosce che ci sono una serie di problematiche inerenti ad esso. Illustrerò prima brevemente il contenuto del libro e poi farò una serie di considerazioni, che si fondano su quanto è anche  stato scritto da Antonio e che riguarda la relazione tra pacifismo e contesto storico.

Il pacifismo di Antonio è il frutto di una sorta di ripensamento. Racconta che quando ha cominciato a fare politica era convinto che, per cambiare il sistema sociale nel quale viviamo, fosse opportuno un atto rivoluzionario, il quale in un modo o in un altro inevitabilmente implicasse una qualche forma di violenza. Oggi dichiara di aver abbandonato questo presupposto condiviso da molti, ma bisogna dire non da tutti coloro che si collocano nei cosiddetti movimenti di sinistra. Si potrebbe affermare che il mondo di sinistra è estremamente sfumato e presenta tendenze contraddittorie. Per esempio, soddisfatto dalla forza raggiunta dal Partito Socialdemocratico tedesco, Engels giunse ad ipotizzare che sarebbe stato anche possibile arrivare ad un ribaltamento sociale attraverso una vittoria elettorale, proponendo quindi una prospettiva riformista. Inoltre, inizialmente, i socialdemocratici tedeschi si opposero alla Prima guerra mondiale per poi capitolare tristemente, mentre Karl Liebnecht e Rosa Luxembourg pagarono con la vita il loro antimilitarismo. 

lunedì 1 dicembre 2025

Ucraina verso l’accordo con Trump e Putin: il pensiero magico Ue non protegge Kiev - Barbara Spinelli

Da: il fatto quotidiano (26.11.25) - Barbara Spinelli è una giornalista, saggista e politica italiana. Europarlamentare (2014–2019). (Barbara Spinelli

Leggi anche: L’UE VUOLE LA TREGUA MA NON LA PACE - Barbara Spinelli

(Nel quinto giorno di conflitto si riuniscono per la prima volta a Gomel, Bielorussia, le delegazioni dei due Paesi in guerra per il primo round dei negoziati di pace.)

Nelle dispute internazionali la razionalità dovrebbe essere affidata alla diplomazia, arte inventata in Europa prima che negli Usa. Ma la guerra è diventata la ragion d’essere per gran parte dei governi europei

Ancora non è dato sapere se gli Stati europei che minacciano di svuotare l’accordo di pace con la Russia riusciranno nel loro intento: bloccare il piano che Trump discute con Mosca perché le radici del conflitto siano infine sanate, spingere Kiev a ignorare quel che accade sul fronte, restare appesi al pensiero magico di una guerra giusta (quando si dice pace giusta s’intende guerra giusta). 

Fin d’ora tuttavia è abbastanza chiaro che gli Stati in questione non riconosceranno facilmente di essersi sbagliati su quasi tutto, di non essere comunque affidabili militarmente, e di aver distrutto quel pochissimo che esisteva delle tradizioni diplomatiche europee, ben più antiche di quelle statunitensi e qualificabili come occidentali e atlantiste solo nello spazio temporale della Guerra Fredda.