venerdì 17 maggio 2024

Scomode Verità - Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza - Alessandro Di Battista dialoga con il Prof. Barbero

Da: Alessandro Di Battista - Alessandro Barbero è uno storico, scrittore e accademico italiano, specializzato in storia del Medioevo e in storia militare. - 
Alessandro Di Battista è un opinionista e scrittore italiano. Deputato M5S alla Camera (2013–2018).

                                                                        

martedì 14 maggio 2024

Il modello liberale ha un cuore fascista - Sergio Cararo

Da: https://contropiano.org - Sergio Cararo, Rete dei Comunisti, Direttore di CONTROPIANO. - Giorgio Cremaschi È stato presidente del Comitato Centrale della FIOM, l'organizzazione dei metalmeccanici della CGIL, dal 2010 al 2012. Dal 12 gennaio 2019 al 12 maggio 2021 è stato Portavoce nazionale di Potere al Popolo!.

Vedi anche: USB Convegno "il salario che non c'è" - GIORGIO CREMASCHI 


L’ultimo libro di Giorgio Cremaschi – “Liberal Fascismo. Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra” nelle librerie dal prossimo 24 maggio – farà sicuramente irritare e inorridire i liberal italiani, siano essi di destra o di “sinistra” (sic!). Eppure afferma una tesi – quella secondo cui il modello liberale ha un cuore nero e fascista – che trova ampie conferme nella storia e in quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.

E’ sufficiente guardare al segno e alle conseguenze dell’offensiva liberista della Thatcher e di Reagan negli anni Ottanta ma anche agli enormi danni sociali, economici, politici, culturali dell’impronta liberista impressa all’Unione Europea sin dal suo trattato costitutivo – Maastricht – entrato in vigore nel 1992.

L’egemonia liberale ha prima coltivato e poi sdoganato i fascisti in Europa fino a renderli nuovamente forza agente nell’agenda politica e di governo. In Italia ma non solo in Italia. Ma non è una deviazione dell’oggi. Lo hanno già fatto, apertamente, con il nazismo in Germania e il fascismo in Italia.

Tornano profetiche e di estrema attualità le tesi di Pietro Gobetti, anche lui liberale ma con una impronta progressista profonda, sul “fascismo come rivelazione di quello che c’era dentro il paese”, definendolo come l’autobiografia della nazione.

I livori della pancia profonda di un paese, le sue voglie di ritorsione e di vendetta sociale, le frustrazioni che non riescono a diventare coscienza di classe, vengono sistematicamente incentivate e approfondite dalle misure economiche liberiste e dalla supponenza morale ed ideologica del liberalismo contro “la plebe”.

I fascisti devono poi passare solo a raccogliere e rappresentare questo cumulo di doglianze e aspettative sociali disattese per rovesciarle contro lavoratori o studenti in cerca di riscatto o ambiti culturali (vedi la scuola) via via ritenuti parassitari rispetto alla materialità della società dei consumi. 

sabato 11 maggio 2024

Israele è una società distrutta. E la colpa non è solo di Bibi - Emad Moussa

Da: https://www.invictapalestina.org - Fonte: English version - Traduzione: Simonetta Lambertini. 

Emad Moussa è un ricercatore e scrittore palestinese-britannico specializzato nella psicologia politica delle dinamiche intergruppi e dei conflitti, con un interesse particolare per Israele/Palestina. Ha una formazione in diritti umani e giornalismo e attualmente collabora spesso con diversi organi accademici e mediatici, oltre a essere consulente di un think tank con sede negli Stati Uniti.



Gli alleati di Israele snobbano Netanyahu per nascondere la loro complicità nel genocidio, scrive Emad Moussa. E se Bibi fosse il sintomo di una malattia sociale più ampia?

La maggior parte degli israeliani non è in grado di vedere le cose dal punto di vista dell’altro o di accettare la responsabilità per i danni che ha inflitto, scrive Emad Moussa.


A Washington, i mormorii di malcontento per la gestione di Bibi della guerra di Israele contro Gaza si sono trasformati in vero e proprio disprezzo.
La decisione del leader della maggioranza del Senato Chuck Schumer, uno dei più strenui alleati di Israele, di chiedere la destituzione di Benjamin Netanyahu ha provocato scosse in tutto il Campidoglio.
Il Presidente Biden ha poi superato Schumer rimproverando Netanyahu, definendo il suo approccio a Gaza un “errore” e rompendo decenni di convenzioni bilaterali.
Entrambi i casi suggeriscono che il problema è Bibi, e i suoi fiancheggiatori di destra, e non Israele stesso. Rimuovete Netanyahu e tutto andrà bene.
Ma quanto è corretto tutto ciò? Piuttosto, cosa spinge Netanyahu ed è l’unico responsabile dell’intento genocida di Israele?

Cosa spinge Benjamin Netanyahu?

I teorici minimalisti puntano sul background di Benjamin Netanyahu per spiegare il suo comportamento, considerando l’attuale “situazione israeliana” come un riflesso della psiche di Netanyahu.
Per spiegare il suo sciovinismo, essi indicano l’ammirazione di Bibi per il sionismo revisionista di Vladimir Jabotinsky – un approccio militarista per controllare tutta la Palestina storica.
Potrebbero anche far riferimento al padre di Netanyahu, Ben-Zion, e alla convinzione di quest’ultimo – e di Jabotinsky – che la storia sia una serie di tentativi falliti di distruggere il popolo ebraico, per comprendere la sua ossessione per la sicurezza nazionale israeliana.
Infine, possono indicare la morte del fratello Yoni nel raid di Entebbe del 1976 per spiegare la visione del mondo di Netanyahu che divide tutti in due campi: quello “indiscutibilmente pro-Israele” e quello “assolutamente anti-ebraico”.
È questo, sostengono, che spiega la decontestualizzazione della storia da parte di Netanyahu. Gli attivisti anti-israeliani sono una “esplosione del passato” della ”lacrimosa storia ebraica”, per usare un termine dello storico ebreo Salo Cohen.

martedì 7 maggio 2024

"Miti d'oggi" con Alessandra CIATTINI

Da: OttolinaTV - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' Docente della Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).


Come i miti condizionano la nostra percezione della realtà? In che modo la propaganda condiziona questi elementi? 
Verità sociali che consideriamo "naturali" fanno parte della costruzione del discorso pubblico, edificando un senso di continuità e certezza condiviso. 
                                                                                                           

domenica 5 maggio 2024

La filosofia hegeliana del diritto è ancora attuale? - Roberto Fineschi ne discute con Giorgio Cesarale

Da: Laboratorio Critico - Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. - 
Giorgio Cesarale è Professore Ordinario di Filosofia Politica presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali di Ca’ Foscari - Università di Venezia.


Alcuni dei temi: 
1) Hegel e la sua Filosofia del diritto in particolare vengono ancora in certa manualistica associati al romanticismo, al pensiero conservatore, ecc. Che cosa pensi di questo accostamento alla luce degli studi oramai decennali che hanno messo in luce i suoi legami con la Rivoluzione francese, o addirittura possibili posizioni più radicali fino a ipotizzare una carica diciamo "eversiva" rispetto allo stesso concetto borghese di "proprietà"? 
2) In particolare nella sua teoria della società civile, sulla scia di autori classici dell'economia politica come Steuart, Smith, Ricardo, Hegel discute filosoficamente alcune delle questioni tuttora centrali della vita economica e sociale, come il concetto di proprietà, di denaro, divisione del lavoro, macchinismo, o questioni sociali come la pauperizzazione, la crisi, ecc. Che cosa è vivo di questa analisi? Ha dei limiti? Che vie di uscita prospetta? 
3) Sembra a me che un aspetto moderno, progressivo e critico della modernità e post-modernità borghese sia il rifiuto dell'individualismo metodologico, l'approccio correntemente dominante in tutti gli ambiti del sapere sociale e umanistico. Che cosa pensi delle contro-accuse di organicismo totalitaristico che vengono in genere mosse in questo contesto? Non è quello di Hegel piuttosto un tentativo complesso di articolare sia sincronicamente che diacronicamente la dinamica uno-molti fuori da un asettico vuoto senza storia, caricandola invece di storicità determinata?  
                                                               

sabato 4 maggio 2024

La storia è conflitto e il “politicamente corretto” è da fessi - LUCIANO CANFORA

 Da: https://www.ilfattoquotidiano.it - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast

Vedi anche: Luciano Canfora presenta "Il fascismo non è mai morto"

CANFORA, UN MANUALE POLITICO - L’illusione ottica. L’Occidente si è convinto di essere il mondo intero, ma non è così. L’Islam, la cultura cinese e africana producono tante altre sensibilità e modi di pensare.

 1 MAGGIO 2024 

Riportiamo una anticipazione del libro “Dizionario politico minimo”, di Luciano Canfora (Autore), Antonio Di Siena (Curatore), edito da Fazi. 

Qualche tempo fa, una scuola superiore di Edimburgo ha deciso di non proporre più come lettura agli studenti Il buio oltre la siepe perché, secondo gli insegnanti, il romanzo promuove una narrazione in cui i neri sono salvati da un bianco. 

L’editore inglese di Roald Dahl ha modificato i testi dei suoi libri eliminando le parti in cui lo scrittore, con il suo stile irriverente, connotava i personaggi negativi con caratteristiche fisiche di bruttezza e di grassezza. 

Il dipartimento di Studi classici dell’Università di Princeton ha deciso di eliminare l’obbligo di studio del greco e del latino, nonché la sua conoscenza intermedia, e sostituirlo con lo studio della razza e dell’identità degli Usa. 

Tutto ciò per migliorare l’inclusività e l’equità dei curricula e combattere il razzismo sistemico perché, come ha scritto più di qualcuno, i classici sarebbero complici di varie forme di esclusione, schiavitù, segregazione, supremazia bianca, destino manifesto, genocidio culturale ecc. Una furia iconoclasta che bandisce libri e abbatte monumenti dedicati a personaggi accusati di razzismo. Finirà che ci diranno di abbattere il Colosseo perché simbolo di schiavitù e l’arco di Tito perché antisemita? 

Ci si affretti a convocare subito delle ditte specializzate. Aggiungendo all’elenco tutte le statue di Giulio Cesare, colpevole del genocidio gallico (almeno 800.000 morti), e poi quelle dedicate a Gengis Khan, Ivan il Terribile e papa Borgia, per altre ragioni. Radiamo al suolo tutto, così non resta nessuno e abbiamo risolto il problema. 

Senza ovviamente dimenticare tutta la storia degli Usa, ma non fino alla guerra di secessione, fino a ieri. Perché se il principio è questo allora tutti i manuali di storia americana vanno abrogati e non se ne deve parlare proprio. Finirà che l’unico argomento di storia sarà la biografia di Joe Biden, quindi sarebbe un corso di studi piuttosto facile. 

Battute a parte, la verità è che stiamo parlando della stupidità universale, non di altro. Dopodiché tutte queste affermazioni sono anche false. Tutte le fasi della storia, remota e recente, sono conflittuali, non sono a senso unico. 

mercoledì 1 maggio 2024