martedì 18 ottobre 2011

La Grande Recessione e la Terza Crisi della Teoria Economica - Riccardo Bellofiore e Joseph Halevi -

"Il capitalismo si modifica continuamente; non è mai uguale a se stesso. Questa integrazione globale di produzione e finanza in una teoria generale del processo capitalista sta ancora muovendo i primissimi passi; non viene mai trattata in modo esauriente. In Keynes vi sono alcuni accenni e anche Marx suggerisce qualcosa al riguardo, ma una vera e propria elaborazione teorica sarebbe avvenuta solo in una concreta fase storica che avrebbe reso necessaria la nuova teoria. E questo sta avvenendo oggi."
Paul M. Sweezy, "rivista del manifesto", aprile 2000



Il capitalismo è in una crisi ‘sistemica’. Iniziata nell’estate del 2007, a partire dalle difficoltà di un
segmento particolare del mercato finanziario statunitense, l’instabilità finanziaria ha finito col contagiare
l’intero pianeta. La crisi finanziaria si è tramutata in crisi bancaria, poi, nel giro di un anno, in crisi reale.
La recessione sarà lunga. Ammesso e non concesso che la flebile ripresa si confermi, e che non si abbia
un doppio salto nella depressione, il capitalismo potrebbe avere davanti a sé una prolungata
stagnazione. Torna all’orizzonte la disoccupazione di massa.

domenica 16 ottobre 2011

A proposito di attualità... qualche idea ancora "giovane" su un programma di transizione...


 “La situazione politica del mondo e’, nel suo insieme, caratterizzata da una storica crisi della direzione del proletariato. Da lungo tempo, i presupposti economici per la rivoluzione proletaria hanno raggiunto il punto della massima maturità possibile all’interno del capitalismo, Le forze produttive dell’umanità sono in fase di ristagno. Nuove scoperte e perfezionamenti non hanno riguardato il tenore di vita materiale (delle stesse masse). Alla crisi sociale dell’intero sistema capitalistico si accompagna, contemporaneamente, la comparsa di crisi congiunturali delle masse, sottoposte a sempre maggiori rinunce e sofferenze. Da parte sua, la crescente disoccupazione inasprisce la crisi finanziaria dello Stato e scuote lo stesso labile sistema finanziario. Regimi democratici, come anche regimi fascisti, passano da una bancarotta all’altra. Alla stessa borghesia non si presenta una via d’uscita. Nei paesi dove fu costretta a scegliere alla fine la carta del fascismo, essa precipita ad occhi chiusi in una catastrofe economica e militare”.


Così Trockij, all’alba della ormai prossima II guerra mondiale, tratteggiava con estrema lucidità la situazione politica mondiale: 
“le contraddizioni imperialistiche conducono a un vicolo cieco, in cui inevitabilmente si devono estendere in un rogo mondiale i singoli scontri e i torbidi sanguinosi limitati localmente (Etiopia, Spagna, Lontano Oriente, Centro-Europa). La borghesia naturalmente è consapevole del pericolo mortale, che minaccia con una nuova guerra il suo potere. Ma questa classe oggi è infinitamente più lontana dalla possibilità di impedire una guerra, di quanto non lo fosse all’ inizio del 1914.”…” Il momento è ora quello del proletariato, cioè della sua avanguardia rivoluzionaria. La crisi storica dell’ umanità ritorna ad essere quella della direzione rivoluzionaria.”…” L’impedimento maggiore sulla strada di un cambiamento della situazione pre-rivoluzionaria in rivoluzionaria è il carattere opportunistico della direzione proletaria: la viltà della piccola borghesia nei confronti della grande borghesia e il suo legame surrettizio con essa, anche quando è già in agonia….” 

martedì 11 ottobre 2011

L'UNITA DELLA SCIENZA COME PROBLEMA SOCIALE - John Dewey

            Introduzione

           I due saggi di John Dewey Unity of Scienze as a social problem e Theory of Valuation sono stati pubblicati tra il 1938 e il 1939 nella raccolta di scritti curata da Otto Neurath dal titolo International Encyclopedia of Unified Science dall’University of Chicago Press.
                                  
           I due scritti sono da leggere all’interno del contesto dell’opera, l’Enciclopedia unificata della scienza, che rappresenta l’approdo della riflessione, che si sviluppò tra le due guerre ad opera di un gruppo di studiosi scienziati e filosofi che facevano riferimento come origine all’esperienza del Circolo di Vienna. 
          L’Enciclopedia può a ragione essere considerata come un tentativo di raccogliere assieme le voci più autorevoli di quel movimento filosofico che avendo per obiettivo l’unità della scienza  paradossalmente, in relazione alle differenze tra i diversi autori viene definito, ora neopositivismo, ora positivismo logico e ancora come empirismo logico.
       
L’     Enciclopedia è  dunque un opera complessa che contiene lavori di taglio diverso il cui denominatore può essere ritrovato nel tentativo di raggiungere un metodo scientifico comune ed applicabile non solo nell’ambito delle discipline scientifiche in senso stretto, ma al complesso dell’attività umana e nell’attribuzione al linguaggio di una funzione determinante in questo processo..
                       
 I      Il neopositivismo si affermò nel periodo tra le due guerre mondiali a partire dalle riflessioni che un gruppo di pensatori, scienziati e filosofi , il Circolo di Vienna, sviluppò e diffuse. L’iniziativa del Circolo di Vienna, di cui facevano parte studiosi come Moritz Schlick, Hans Hahn, Otto Neurath, Philipp Frank, Rudolf Carnap, Victor Kraft, Felix Kaufmann, Kurt Reidmeister, Herbert Feigl, fu affiancata da un altro autorevole gruppo di pensatori della Scuola di Berlino (Hans Reichenbach, Alexander Hezberg, Walter Dubilav, Kurt Grelling, Kurt Lewin, Wofang Koeler, Carl Gustav Hempel.