lunedì 6 agosto 2012

Lenin Da che cosa cominciare? [Iskra, n. 4, maggio 1901]

Negli ultimi anni la domanda: “Che fare?” si impone con particolare forza ai socialdemocratici russi. Non si tratta di scegliere una via (come era il caso alla fine degli anni ottanta e all’inizio degli anni novanta), ma di sapere quali passi pratici dobbiamo fare su una via già nota, e in che modo precisamente farli. Si tratta del metodo e del piano di attività pratica. E bisogna riconoscere che il problema del carattere e dei metodi della lotta, fondamentale per un partito pratico, da noi non è ancora stato risolto e continua a suscitare seri dissensi, che rivelano una instabilità e incertezza ideologica deplorevoli. Da una parte, è ancora ben lungi dall’essere morta la tendenza “economistica”, che cerca di sminuire e restringere il lavoro di organizzazione e di agitazione politica. Dall’altra parte, continua a levare fieramente la testa la tendenza dell’eclettismo senza principi, che muta a ogni nuovo “spirar di vento” e non sa distinguere gli interessi immediati dai compiti essenziali e dalle esigenze permanenti del movimento nel suo complesso. Com’è noto, questa tendenza si è annidata nel Raboceie Dielo. La sua ultima dichiarazione “programmatica”, un altisonante articolo sotto l’altisonante titolo di Una svolta storica (n. 6 del Listok Rabocevo Diela), conferma con particolare evidenza il tratto caratteristico suindicato. Ieri ancora civettavamo con 1’“economismo”, ci indignavamo per la decisa condanna della Rabociaia Mysl, “attenuavamo” l’impostazione plekhanoviana della questione della lotta contro l’autocrazia, e oggi già citiamo le parole di Liebknecht: “Se le circostanze cambiano in ventiquattro ore, bisogna cambiare anche la tattica in ventiquattro ore”, già parliamo di una “forte organizzazione combattiva” per l’attacco diretto, per l’assalto all’autocrazia, di larga agitazione rivoluzionaria politica (guarda come siamo già energici: e rivoluzionaria e politica!) tra le masse, di “instancabile appello alla protesta di strada”, di “organizzazione di manifestazioni di strada con netto [sic!] carattere politico”, ecc. ecc.