sabato 19 marzo 2022

Le sanzioni logorano soprattutto chi le impone - Guglielmo Forges Davanzati

 Da: "Nuovo Quotidiano di Puglia", 18 marzo 2022. - https://www.facebook.com/guglielmo.davanzati - Guglielmo Forges Davanzati, Università del Salento, è un economista italiano.


E’ stato calcolato che, ad oggi e durante il pieno dispiegarsi dell’egemonia statunitense, un terzo della popolazione mondiale è soggetto a sanzioni e che, fra il 1990 e il 2000, le misure imposte dagli Stati Uniti sono quasi raddoppiate rispetto al periodo 1950-1985 (Greene, 2021). Occorre hiedersi se le sanzioni applicate alla Russia siano efficaci e se producano effetti collaterali per chi le impone, e per l’economia italiana. La risposta è che le sanzioni, salvo casi del tutto eccezionali, non funzionano e possono produrre effetti economici indesiderati. 

Swift è l’acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecomunication ed è una piattaforma di comunicazione, con sede legale in Belgio, istituita nel 1973, usata da banche e società di intermediazione per scambiare informazioni sui trasferimenti internazionali di denaro. Lo Swift è utilizzato per garantire la massima sicurezza su queste transazioni attraverso l’uso di codici standard. Si calcola che Swift consente pagamenti internazionali nell’ordine di cinque miliardi di dollari al giorno trasferiti da circa undicimila soggetti di oltre duecento Paesi (Maronta, 2022). 

Già a partire dai primi giorni della guerra, la Russia è stata esclusa dal circuito Switf e gli analisti si chiedono se ciò comporti effettivamente danni ingenti alla sua economia: quella che è stata definita la madre di tutte le sanzioni. Il più prossimo precedente di una sanzione del genere lo si ritrova ai danni delle banche iraniane nel 2012: ebbe successo, ma è da ricordare che l’Iran era stato di fatto isolato dalla comunità finanziaria internazionale. Oggi, per la Russia, alternative a Switf esistono e si chiamano in primo luogo Cips e criptovalute. Cips è un’istituzione, analoga a Switf, sviluppata in Cina a partire dal 2015, alla quale fanno capo diciannove grandi banche cinesi e altre di quarantasette Paesi. 

Le criptovalute, valute che circolano esclusivamente on-line ‘in parallelo’ rispetto a quelle ufficiali, potrebbero rappresentare un’ulteriore fonte di diversificazione del rischio per la finanza russa. 
In economie nelle quali la gran parte della moneta circolante è dematerializzata e nelle quali vi è forte e crescente interdipendenza fra i sistemi bancari, l’imposizione di sanzioni rischia di produrre un effetto boomerang articolato in questi passaggi. Le sanzioni riducono i trasferimenti di liquidità fra soggetti; si traducono, quindi, in un calo generalizzato di fiducia che si manifesta, anche nei Paesi che le hanno imposte, in restrizione del credito: dunque calo della produzione e dell’occupazione. 

Un secondo fronte sul quale si esercitano le sanzioni è quello dell’energia, con il blocco del gasdotto Nord Stream 2. 
Il Nord Stream 2, lungo 1.200 chilometri (745 miglia) sottomarino, che va dalla costa baltica russa alla Germania nord-orientale, è costato 12 miliardi di dollari e segue lo stesso percorso del Nord Stream 1, completato più di dieci anni fa. Come il suo gemello, Nord Stream 2 sarà in grado di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno dalla Russia all'Europa, aumentando le forniture di gas a un prezzo relativamente basso. 
Il gruppo russo Gazprom ha una partecipazione di maggioranza nel progetto da 10 miliardi di euro (12 miliardi di dollari). Nell'azionariato della società che lo gestisce ci sono anche le compagnie tedesche Uniper e Wintershall, la francese Engie, l'anglo-olandese Shell e l'austriaca Omv. 

Il 22 febbraio 2022 la Germania ha sospeso il processo di certificazione di Nord Stream 2, ritardandone ulteriormente l’entrata in servizio. Sull’efficacia di questo strumento sanzionatorio può essere utile rivolgersi al recente passato, attraverso uno studio del Kiel Institute sugli effetti delle sanzioni per la Crimea (Crozet and HIinz, 2016) dal quale si evidenzia che, nel periodo oggetto di esame, le sanzioni hanno danneggiato soprattutto, se non esclusivamente, i Paesi che le hanno imposte. Ciò a ragione dell’elevata dipendenza europea, e italiana in particolare, dal gas russo, accresciuta dall’assenza di una politica energetica comune europea. 

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